L’attività Seo, come ripetiamo ormai da tempo, è cambiata. Google ci ha abituati alle continue modifiche ai suoi algoritmi, capaci di seminare il panico tra esperti Seo del mondo che utilizzano tecniche “standard” per aumentare la visibilità sui motori di ricerca. Basti ricordare gli ultimi aggiornamenti, cioè Penguin e Panda, che mettevano chiaramente in risalto l’importanza dei contenuti di qualità in una strategia Seo. In realtà, tutte queste modifiche non fanno altro che premiare il lavoro di chi fa Seo in modo pulito e senza ricorrere a tecniche “border line”.
Google ha annunciato in questi giorni l’introduzione di Knowledge Graph (a breve anche in Italia), uno strumento in grado di rendere più intelligenti i risultati delle nostre ricerche attraverso la combinazione di dati correlati alle nostre query di ricerca e all’utilizzo effettuato dagli utenti di Google stesso. Non si tratta proprio di una novità, anzi, Knowledge Graph è in linea con l’obiettivo di Google di rendere sempre più “umano” il comportamento del motore di ricerca per offrire risultati di maggior qualità agli utenti.
Per prepararsi al lancio Google ha “studiato” oltre 570 milioni di query e 18 miliardi di relazioni… Diciamo che come campione va più che bene! Knowledge Graph trasforma di fatto il concetto di semplice motore di ricerca, basato sulla corrispondenza di parole chiavi alle interrogazioni dell’utente, in quello di motore di ricerca intelligente con un’operazione che, come detto prima, è un ulteriore segnale della fine dell’epoca della SEO vecchio stile.
Su SearchEngineLand Danny Sullivan ha riassunto molto bene come grazie a questa implementazione ora Google sia in grado di offrire non solo link, ma direttamente risposte alle nostre domande. Come? Be’, per esempio se scriviamo la query di ricerca “Bari”, Google ora sa che Bari può essere una città, la città di San Nicola, una squadra di calcio e che a Bari c’è un’università, quindi ci indirizza in una di queste direzioni. Come si può vedere cliccando qui, le risposte di Google si trovano nella parte destra dello schermo.
Cosa possiamo imparare quindi da Google Knowledge Graph? Fino ad oggi abbiamo sempre predicato, nella fase di scrittura e ottimizzazione dei contenuti di una strategia Seo e di visibilità, di ragionare in 2 direzioni:
– User friendly, rivolti a catturare l’attenzione degli utenti (interessanti, unici, aggiornati, insomma contenuti di qualità…)
– Search engine friendly (facendo attenzione ad utilizzare le tecniche di base per spingere in modo coerente il proprio sito sui motori di ricerca)
Adesso invece, l’ago della bilancia si sposta verso la prima direzione, perché è proprio Google che sta imparando a “comportarsi” come un umano, quindi il nostro consiglio è di creare contenuti che siano per prima cosa rivolti agli utenti, cioè alle persone.
Al momento Google riconosce “oggetti” come recensioni, persone, prodotti, aziende, ricette, eventi, musica e video. Se un sito contiene uno di questi prodotti, è “eleggibile” per gli “ulteriori risultati” di Google e alla lunga dovrebbe trarre vantaggio da questo.
Insomma, con knowledge graph cresce l’importanza del contesto e del contenuto e cala quella delle keyword. Google ormai è intransigente con tutti quanti utilizzano tecniche automatiche nelle loro strategie Seo e di visibilità online.
Crediamo sia arrivato il momento di cambiare completamente il punto di vista: una strategia Seo e di comunicazione online difficilmente può essere esternalizzata, in quanto il requisito di base, cioè offrire contenuti unici può essere soddisfatto solo a partire da chi conosce alla perfezione la propria azienda/brand, deve partire cioè dalle persone che lavorano per la stessa azienda. Mai come oggi possiamo dire che Comunicazione interna e Comunicazione online (esterna) sono sempre più vicine, e l’una non può prescindere dall’altra.
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