Due grandi stravolgimenti nel mondo della SEO
Per tutti coloro che come noi lavorano ogni giorno a stretto contatto con le
attività di ottimizzazione SEO e di PPC, strumento imprescindibile per l’analisi delle keyword da utilizzare è
Keyword Planner di Google Adwords.
Per chi non conoscesse Keyword Planner – in maniera molto sintetica – si tratta di uno degli strumenti offerti da AdWords che
“fornisce idee per le parole chiave e stime di traffico per semplificare la creazione delle campagne sulla rete di ricerca”. Questo bellissimo tool non viene però usato solo dagli inserzionisti di AdWords. Infatti, proprio in virtù del fatto che restituisce stime di traffico sulle singole keyword, viene anche
utilizzato da tutti coloro che si occupano di SEO onsite per la creazione e l’ottimizzazione dei contenuti.
Google Adwords: a cosa serve
Fino ai primi di Agosto lo
strumento di pianificazione delle parole chiave si presentava come un
tool ricco di informazioni che, una volta impostato il “target” della ricerca, offriva la possibilità di visualizzare:
- la media di ricerche mensili per una o più keyword
- il trend del volume di ricerca in un dato periodo, con possibilità di vedere l’andamento mensile del trend per ogni singola keyword
- l’analisi per tipologia di dispositivo
- l’analisi per località
- il livello di concorrenza per campagne su rete di ricerca su ogni keyword
- l’offerta consigliata su ogni singola keyword per le campagne su rete di ricerca
Google Adwords update 2016
Qualche settimana fa, qui a
Socialware, durante una normale giornata di lavoro, abbiamo notato
qualcosa di diverso su alcuni degli account AdWords dei membri del nostro team. Ad alcuni di noi, Keyword Planner restituiva la solita
“media delle ricerche mensili”, ad altri, invece, imponeva una nuova
“media delle ricerche mensili per tutte le tue idee”.

Come si può vedere Keyword Planner ad alcuni di noi offriva gli
intervalli dei volumi di ricerca anzichè la solita cifra, seppur approssimata, tonda sul volume di ricerca mensile. Ci siamo così accorti di una scritta che capeggiava lo strumento di coloro che vedevano un range dei volumi di ricerca:
“In questa pagina sono visualizzati gli intervalli dei volumi di ricerca. Per informazioni più dettagliate, imposta e pubblica una campagna.”
Per non tirarla troppo per le lunghe da qualche giorno AdWords fornisce
lo strumento di pianificazione delle parole chiave completo di tutte le informazioni di cui sopra,
solo ed esclusivamente a chi ha in quel momento delle campagne di advertising attive. Nascondendo così, a chi non è un inserzionista, le seguenti informazioni:
- la media di ricerche mensili per una o più keyword
- il trend del volume di ricerca in un dato periodo, con possibilità di vedere l’andamento mensile del trend per ogni singola keyword
- l’analisi per tipologia di dispositivo
- l’analisi per località
Cosa dice google dei recenti update
Approfondendo l’argomento abbiamo fatto qualche ricerca su Big G capitando nel
forum degli inserzionisti di Google dove,
CassieH – community manager di google –
spiega in maniera poco dettagliata che
“Advertisers with lower monthly spend may see a limited data view in the Keyword Planner”.
Sembra evidente che google voglia fornire quindi questo potente tool solo a coloro che non solo sono inserzionisti di AdWords, ma che spendano anche più di un semplice “lower monthly spend”.
Noi di
Socialware, gestendo oltre 250.000€ di campagne PPC, non avremo problemi a continuare ad avere tutte le informazioni dettagliate che AdWords con Keyword Planner offre, ma pensiamo a chi, come noi all’inizio della nostra carriera, non è interessato a gestire campagne PPC, ma a fare ottimizzazione e creazione di contenuti SEO friendly e che cerca uno strumento affidabile su cui far riferimento.
Volumi di ricerca combinati per keyword simili
Questo non è però l’unico
cambiamento storico a cui stiamo assistendo sul Keyword Planner negli ultimi mesi. Google ha infatti recentemente modificato il tool in maniera che non sempre offra volumi di ricerca dettagliati per singola keyword, ma restituisca
un unico dato per gruppi di keyword “simili”. Non ci è ancora chiaro come questo concetto di similitudine sia definito. L’effetto raggruppamento infatti non sempre si verifica allo stesso modo.
Qualche esempio pratico:
In questo caso Google accorpa le due keyword nella sola “ppc” con 1600 ricerche mensili medie.
ppc |
1600 |
pay per click |
1600 |
In quest altro esempio, nonostante si tratti ancora di acronimi, le due keyword rimangono distinte l’una dall’altra con due volumi di ricerca mensile differenti.
dop |
12100 |
denominazione di origine protetta |
140 |
Per queste due keyword google accorpa plurale e singolare restituendo solo “piante” con 18.100 ricerche mensili medie.
pianta |
18100 |
piante |
18100 |
Al contrario queste due keyword rimangono distinte nella forma al singolare e al plurale restituendo volumi differenti.
servizi finanziari |
320 |
servizio finanziario |
20 |
Nel seguente caso, scrivendo in tre forme diverse la parola “e commerce”, keyword planner le accorpa in una sola con un unico volume di ricerca.
ecommerce |
22200 |
e commerce |
22200 |
e-commerce |
22200 |
Diversamente, utilizzando le tre diverse maniere di scrivere “e commerce” associate a “creare”, keyword planner ne fonde due in “creare e commerce” con 170 ricerche media mensili, mentre “creare ecommerce” restituisce un valore di 140.
creare ecommerce |
140 |
creare e commerce |
170 |
creare e-commerce |
170 |
Non è ben chiaro quindi quale sia
il criterio con cui Google accorpa o distingue le keyword. Questo raggruppamento ai più potrebbe risultare davvero antipatico, ed il verificarsi solo in alcuni casi, e non sempre, apparire fuorviante. Ma occorre cercare di cogliere le informazioni che Google ci fornisce per poter pianificare correttamente le nostre strategie di marketing e convogliare i nostri sforzi esclusivamente dove c’è un reale bisogno di dettaglio.
Google ci sta inviando il suo consueto messaggio subliminale che, chi lavora nel settore, è costretto ad interpretare. La nostra interpretazione è che questo sia un ulteriore passo verso
un algoritmo sempre più incentrato sulla qualità dei contenuti e sempre meno sulle singole keyword. Siamo convinti che chi ancora continua a fare differenza tra singolari e plurali o preposizioni e avverbi per meglio ottimizzare le proprie pagine è il caso che
inizi a cambiare strategia.
Nelle prossime settimane approfondiremo l’argomento all’interno del nostro blog, ma prima ci piacerebbe sapere voi cosa ne pensate di questi due cambiamenti e se, e come, state ponendo i ripari a questi due grossi update apportati da Google.
Aspettiamo le vostre opinioni e le vostre esperienze.
A cura di Daniele Pignasmile Pignone, Digital PR e Content Curator, e Pietro Lombardi, SEO e Digital Analyst.
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