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Digital Remarketing: segmenti e strumenti (seconda parte)

Remarketing: tipologie di campagna, liste target e strategie

Nel precedente articolo sul Digitel Remarketing abbiamo discusso sull’importanza delle attività di retargeting e di come aumentare le conversioni onsite migliorando il tasso del traffico di ritorno. Abbiamo individuato diversi approcci e metodi adottati, i vari canali digitali utilizzati ed elencato le principali tipologie di campagne di remarketing:
  • Campagne di remarketing Standard
  • Campagne di remarketing dinamiche
  • Liste di Remarketing per Annunci di Ricerca (RLSA)
  • Remarketing basato su formati Video
  • Remarketing basato su E-mail
Abbiamo parlato dell’importanza di creare e gestire al meglio le varie liste di remarketing attraverso le Split Campaign, grazei alle quali ogni gruppo target ben profilato riceve un messaggio adeguato alle proprie necessità. Valutare dunque:
  • Quali prodotti proporre ai gruppi di utenti;
  • Quanti utenti hanno abbandonato il carrello;
  • Acquirenti da Up-Selling e Cross-Selling;
  • Strategie per la Retention (far ritornare gli utenti).
Muovendosi in continuazione all’interno del percorso di conversione (conosciuto anche come Funnel), il singolo visitatore attraversa diversi stati emotivi che lo avvicinano o lo allontanano da quello che è il nostro obiettivo. Le attività di marketing risulteranno più efficaci se riescono ad intercettare il miglior momento nella curva d’attenzione di ogni utente, ciò sarà possibile se sapremo comunicare il giusto messaggio, al giusto utente nel momento perfetto.

“Sì Francé … ma all’atto pratico?“

Come creare segmenti di remarketing dal Comportamento degli utenti

Immaginiamo di dover creare delle campagne di remarketing dedicate ad utenti che hanno visitato il nostro sito negli ultimi 30 giorni e che vogliamo portare (o riportare) alla conversione. La nostra suddivisione potrebbe avvenire considerando la “freschezza” temporale della visita e dunque:
  • Utenti che hanno visitato il sito negli ultimi 3 giorni;
  • Utenti che hanno visitato il sito negli ultimi 4-7 giorni;
  • Utenti che hanno visitato il sito negli ultimi 8-15 giorni;
  • Utenti che hanno visitato il sito negli ultimi 16-30 giorni.
Nel gioco delle probabilità, la visita più “fresca” sarebbe quella più propensa alla conversione. A questo punto potremmo decidere di veicolare un messaggio diverso ad ognuno dei segmenti di utenti o impostare una serie di messaggi “nurturing” (ovvero, “che coltivano”) dedicati che portino gradualmente l’utente alla conversione. Oltre all’elemento freshness, possiamo impostare una buona strategia di remarketing considerando la profondità delle sessioni di un determinato gruppo target, ovvero: quante pagine ha visualizzato questo utente?
  • Utenti che hanno visualizzato 10+ pagine
  • Utenti che hanno visualizzato 6-10 pagine
  • Utenti che hanno visualizzato 1-5 pagine
Un altro parametro che ci svela dettagli sull’interesse e il comportamento del gruppo target è sicuramente quello della durata della sessione, utile soprattutto per chi produce contenuti multimediali oppure articoli e approfondimenti su prodotti e servizi. Una segmentazione del gruppo target basata sulla durata delle sessioni potrebbe essere:
  • Utenti Top 10% per durata di sessione
  • Utenti Top 25% per durata di sessione
  • Utenti Top 40% per durata di sessione
Un segmento creato dal comportamento degli utenti può essere determinato anche dalle azioni onsite (o eventi) che questi genereranno durante il percorso di conversione:
  • Utenti che hanno abbandonato il carrello
  • Utenti che si sono iscritti alla newsletter
  • Utenti che hanno ricercato un contenuto mediante barra di ricerca
  • Utenti che hanno iniziato la fase d’acquisto ma che non acquistato
  • Utenti che hanno inserito un prodotto nella lista dei desideri
  • Utenti che hanno acquistato più volte in un determinato lasso di tempo
Ogni segmento ci rivela, o per lo meno, ci aiuta a capire che tipo di esigenze hanno i nostri utenti inseriti, quale messaggio recapitar loro, in quale momento e come recapitarlo. IMPORTANTE – Prima di avviare le campagne di remarketing verso i vari segmenti, sarà fondamentale considerare le esclusioni all’interno degli stessi per evitare sovrapposizioni e il tanto odiato “effetto martellamento”. Esempio pratico: 1) Decidiamo di creare un gruppo target di utenti che hanno visualizzato un nostro Video Tutorial su “Come montare un mobile fai date” per promuovere la vendita dello stesso sulla nostra piattaforma e-commerce. 2) Creiamo un inserzione-video riguardante una testimonianza di un cliente soddisfatto agli utenti Top 25% per durata di visualizzazione. Ai Top 10% invece lanceremo un’inserzione con bonus sconto dedicato sull’acquisto del prodotto. 3) Prima dell’avvio della campagna, escluderemo il gruppo più ristretto (Top 10%) dalla platea più ampia (Top 25%) evitando così una sovrapposizione di inserzioni nei confronti del segmento Top 10%.

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Gli strumenti più utilizzati per le Campagne di Remarketing Online

GOOGLE ADS Tra gli strumenti più utilizzati in ambito remarketing troviamo sicuramente Google Ads (fu Google Adwords) che prevede campagne di Annunci testuali, Annunci Display, Annunci Video e per App mobile sul principale motore di ricerca e siti Google Partner. Come molti sanno, le potenzialità di Google Ads (non solo in ambito remarketing) sono infinite. Il fatto di poter lanciare campagne di remarketing su una pluralità di posizionamenti sfruttando diverse modalità di ricerca contribuisce in maniera determinante alla sua popolarità. Possiamo ritrovarci dunque annunci creati all’interno di:
  • Siti Partner d­i Google affini al settore
  • Motori di ricerca
  • App Mobile
  • Annunci nella casella di posta elettronica
  • YouTube
Chi già avuto modo di utilizzare già Google sa che il collegamento della piattaforma a Google Analytics ci permetterà di raccogliere dati specifici e puntuali sul comportamento delle nostre liste di remarketing, rendendo le analisi e le campagne davvero interessanti. Importante tenere a mente però, che il collegamento delle due piattaforme (come in molti altri strumenti esterni di remarketing, vedi Facebook) comporta una corretta gestione della comunicazione di tutti quelli che sono gli aspetti legati alla privacy degli utenti coinvolti, nonché quelle legate alla cookie policy del sito web.

“Bene Francé! allora posso iniziare a fare campagne su Google“

Se si è agli inizi, il mio consiglio è quello di affidarsi sempre ai consigli di un esperto in Google Ads per le campagne e consultare un legale specializzato in Privacy Policy per siti web. CATALOGO FACEBOOK In un precedente articolo abbiamo già scritto di quanto possa essere importante acquisire spazi pubblicitari sui social media ed in particolare in Facebook, grazie anche all’evoluzione di alcune funzionalità di Facebook Business Manager. Uno degli strumenti di remarketing più efficaci tra quelli messi a disposizione da Facebook è sicuramente il Catalogo Prodotti. Ebbene sì. Attraverso Business Manager Facebook è possibiledi caricare il nostro intero inventario prodotti (siano essi beni di consumo, camere turistiche o automobili) direttamente dal nostro sito E-commerce utilizzando semplicemente un Data Feed. Caricato l’intero catalogo potremo organizzare con molta più libertà campagne di remarketing attraverso Facebook, Instagram, Messenger e Facebook Audience Network. Immaginate i vantaggi per un e-commerce con migliaia di prodotti. La particolarità del catalogo sta nella sua “dinamicità”. Collegando il Catalogo al Pixel di Facebook, una volta che gli utenti visitano il nostro sito web, visualizzano un determinato prodotto o eseguono determinate azioni registrate dal Pixel, possiamo generare inserzioni dinamiche che raggiungeranno automaticamente quegli utenti, veicolando loro il prodotti che riterremo più idonei alla nostra strategia di remarketing, cross-selling e up-selling.

“Ok Francé! Quindi inizio a vendere tramite il Catalogo di Facebook“

Aspetta. Prima di lanciare campagne di remarketing attraverso il Catalogo di Facebook vi sono tanti aspetti da considerare. La gestione deve essere oculata e richiede di solito un minimo di esperienza nella generazione e utilizzo dei data feed, tool di gestione tag come Google Tag Manager, conoscere bene il Pixel di Facebook e avere competenze analitiche proprie di un esperto di campagne online a pagamento. Anche qui, il mio consiglio è sempre quello di affidarsi ad un esperto della materia se si è alle prime armi. EMAIL e CHATBOT L’email marketing resta sicuramente uno degli strumenti di remarketing più diffusi, utilizzato dalle grandi, medie e piccole aziende. Inviare la newsletter mensile ai contatti presenti in mailing list è stata, se vogliamo, la prima forma di remarketing digitale. Oggi ovviamente il concetto di mail marketing si è evoluto vertiginosamente grazie anche all’innovazione che i CRM e i tool come Mailchimp, Mail Up, Mailjet e SendingBlu hanno introdotto. Tali strumenti ci danno la possibilità di raccogliere ed analizzare KPI che qualche anno fa erano difficili da reperire, permettendoci di implementare mail transazionali puntuali in base alla alle interazioni degli utenti ne, puntando così ad innalzare il Conversion Rate sulle vendite. Oggi il canale Mail è uno di quelli, assieme a i Social Media, che può trarre enorme giovamento da uno strumento che sta cambiando radicalmente il mondo del digital marketing: Chat Bot. Sono App che se se implementate bene aiutano il prospect a districarsi tra una serie di dubbi in fase pre-acquisto, nel frattempo cercano di fornire la giusta soluzione e soprattutto raccolgono abilmente dati ed informazioni utili alle attività di remarketing che verranno utilizzati per e-mail, Facebook e Instagram Ads e Messenger Ads. Ci sono delle Chat Bot App di Facebook straordinarie che ci consentono non solo di soddisfare le richieste immediate degli utenti attingendo dal Catalogo Facebook e sito E-commerce, ma, cosa più importante, ci consentono di stilare delle liste di remarketing molto precise a cui dedicare delle campagne di re-engagement programmate nel tempo. Grazie all’implementazione di una strategia di Chat Bot Marketing ben delineata, abbiamo la possibilità di ottimizzare le azioni di marketing verso utenti specifici, comunicare nei giusti tempi, evitare inserzioni a pagamento ridondanti, parlare con più frequenza agli utenti più attivi e tutto ciò senza disperdere energie verso utenti che non sono interessati al nostro prodotto. Evoluzione.

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