facebook-adv-6-step

Facebook e Google: stop dall’UE alla pubblicità profilata

La fine delle pubblicità personalizzate per gli utenti Europei: una questione di privacy?

Giovedì 18 Giugno è passata in sordina la votazione del Parlamento Europeo sulla proposta che vedrebbe la fine della pubblicità personalizzata seguendo il metodo della profilazione dell’utente, ormai core business dei giganti del web come Facebook e Google, ne abbiamo parlato in parte anche in un nostro articolo sul Marketing Automation.
Sicuramente l’utilizzo a scopo pubblicitario dei dati personali dell’utente è un sistema che, soprattutto in questo momento storico, è nell’occhio del ciclone: non ultimo il caso italiano della app Immuni per la tracciabilità del contagio da Coronavirus che ha portato a non poche polemiche sull’accesso ai dati personali.
Tutto ciò che gravita attorno ai dati sensibili è materia sempre più ostica e questa votazione (che vede al Parlamento Europeo solo il contrasto dei leghisti italiani) sancisce quantomeno una virata storica nell’advertising del web.

Questione di concorrenza non solo di privacy

La mozione votata il 18 giugno è partita dal rapporto sulla concorrenza, da cui è emerso infatti che queste grandi aziende, grazie a questo modello di business, risultano inarrivabili a livello di competizione sul mercato rispetto a qualsiasi altra azienda: nessun’altro competitor potrà essere capace di raggiungere gli utenti come Facebook e Google.
Livellare la concorrenza risulterà sicuramente positivo per i competitors più piccoli che riusciranno magari a diminuire la forbice abissale con le majors, ma su un lungo periodo sarà la soluzione corretta per l’economia? Perché se è vero che le piccole realtà non riusciranno a raggiungere gli obiettivi dei giganti internazionali, è vero anche che esse possono accedere a servizi diversi come Local Marketing, con azioni più adatte alle proprie dimensioni e capacità, il dibattito è totalmente aperto.

La pubblicità profilata ai tempi delle elezioni presidenziali americane

In questo contesto è la nostra privacy ad uscirne vittoriosa ed è questo il fattore ad aver mosso la votazione, probabilmente in virtù delle prossime elezioni del Presidente degli Stati Uniti. Consci della vulnerabilità dei dati dopo lo scandalo della Cambridge Analitica l’Europa si è voluta tutelare con questa mozione storica.
Dopo anni l’UE tocca corde mai sfiorate prima e prende una direzione precisa sui problemi della manipolazione dell’opinione pubblica e in difesa dei processi democratici.

Fake news e diffusione di notizie pericolose

La decisione sulle pubblicità profilata infatti va a braccetto con un altro grande passo dell’UE, cioè la creazione diuna policy condivisa sulle informazioni nel web, si tratta del codice di condotta europeo sulla disinformazione, sottoscritto da moltissimi social network tra cui Twitter e Tik Tok, poi Google, Facebook e Modzilla.
Questa pandemia ci ha portati a capire e “toccare con mano” l’importanza dell’informazione sul web. Il proliferare di notizie più o meno corrette sull’influenza da COVID-19 anche da fonti autorevoli ha portato sicuramente a azioni drastiche.
Qualcosa sta cambiando, per molti aspetti in modo positivo: ormai da anni il web assume un’importanza economica, sociale e politica crescente, un codice condiviso che metta un limite netto tra ciò che è consentito e ciò che non lo è sicuramente un passo avanti per la società.

Tags: No tags

Leave Your Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *