voice-search-socialware-770x436-1

Voice Search: come cambia la SEO

Cos’è la Voice Search?

Come e cosa cambia nella SEO del futuro

Capire come gli utenti cercano contenuti e soprattutto cosa cercano utilizzando nuovi strumenti e con nuove abitudini. Oggi parliamo di Voice Search e di cosa cambia nello scenario SEO con la diffusione di nuove modalità di ricerca. INDICE
  1. Cos’è la Voice Search?
  2. Come cambierà la SEO nei prossimi anni
  3. Best practice per una Vocal SEO efficace
  4. Conclusioni

Cos’è la Voice Search?

Da sempre i comportamenti dell’uomo sono condizionati e spesso determinati dei mezzi utilizzati per veicolare, cercare o produrre contenuti di vario genere. Che si tratti della ricerca di un’informazione, o delle modalità di interazione e relazione con la comunità/community, gli strumenti utilizzati non sono mai neutri e influenzano non solo i messaggi ma anche i gesti e i tempi della comunicazione. A tutto questo si aggiunge il cambiamento degli stili di vita e della quotidianità. Senza spostarci sul piano antropologico e senza citare McLuhan un dato è certo: le nuove tecnologie influiscono inevitabilmente sul linguaggio. Osservare come cambia il linguaggio in relazione agli strumenti disponibili è una delle tante buone pratiche che un SEO attento deve sviluppare con una certa costanza e dedizione. Query che qualche anno fa avevano un significato oggi ne hanno un altro, fanno riferimento a contenuti nuovi e soprattutto a risultati di ricerca diversi. Questo discorso molto ampio e interessante si regge su un grande ambito altrettanto avvincente che riguarda l’interazione uomo-macchina. Da un lato ci siamo noi che, superati i primi decenni di imbarazzo e diffidenza, oggi comunichiamo con i dispositivi con una naturalezza che migliora giorno dopo giorno, dall’altro ci sono algoritmi che interpretano questa umanizzazione del linguaggio per offrire i risultati migliori e soddisfare le aspettative di questi nuovi utenti spigliati. In parole povere, se solo qualche anno fa pronunciare in pubblico frasi come “Ehi, Google” o “Ehi, Siri” avrebbe destato ilarità o preoccupazione, oggi il motore di ricerca ha cambiato faccia, anzi per essere più precisi, oggi il motore di ricerca ha una faccia con la fisionomia di un amico o di un’amica ai quali chiedere qualsiasi cosa e con un linguaggio colloquiale. Questa è la Voice Search: la possibilità di effettuare una ricerca online senza digitare o scrollare ma con il solo utilizzo della propria voce. Basta fare una domanda parlando nel microfono o “chiamando” il tuo assistente per ricevere subito le risposte migliori, “la” migliore nel caso degli smartspeaker come Google Home e Amazon Echo. Ma cosa vuol dire in termini SEO tutto questo? Vediamolo subito. Vocal SEO

Come cambierà la SEO nei prossimi anni

Il cambiamento delle abitudini di ricerca, l’utilizzo di un linguaggio sempre più naturale e l’evoluzione degli algoritmi sono i tre elementi alla base di una metamorfosi ancora lenta ma destinata a crescere nei prossimi anni. Ricerche come “ingredienti pesto”, “offerte smartphone”, “pasticceria Bari” o “tavolo soggiorno” potrebbero diventare nell’ordine “con quali ingredienti preparo il pesto”, “quali smartphone ci sono in offerta al momento”, “dove trovo una pasticceria a Bari“ o “quale tavolo scegliere per il soggiorno”. Niente paura. Quello di cui parliamo non è una minaccia e chi si occupa di SEO non verrà svegliato nel cuore della notte dai suoi clienti per stravolgere l’ottimizzazione di blog e descrizioni di categoria. I tempi non sono ancora maturi per considerare questa trasformazione un fenomeno di massa ma di sicuro è una tendenza che inizia a manifestarsi in modo più evidente. Quelle che fino a qualche anno fa erano keyword di coda “troppo” lunga perché composte “addirittura” da più di cinque parole, oggi potrebbero rivelarsi interessanti proprio perché diventa sempre più semplice pronunciare ricerche “complesse” che digitare una query, anche di “soli” tre termini. Anche se la Voice Search è una realtà ormai possibile da qualche anno, oggi è molto importante aggiungere alla check list della SEO strategy alcuni elementi che nel tempo potrebbero rivelarsi utili con risultati positivi sul posizionamento. Nulla di innovativo o che un buon SEO non abbia mai fatto ma quelle che prima potevano essere azioni non prioritarie, oggi assumono un ruolo principale se si desidera fare della buona Vocal SEO e posizionare i propri contenuti su specifiche richieste vocali. Vediamo alcuni aspetti che diventano fondamentali: Titolo: il più vicino possibile alla domanda precisa Paragrafi brevi: il contenuto deve rispondere alle richieste in modo sintetico e chiaro, facilitando nello stesso tempo la lettura. Linguaggio naturale: facilità in questo caso è sinonimo di naturalezza. È importante quindi sviluppare contenuti che oltre a rispondere a domande precise in modo sintetico, parlino la “lingua” di chi effettua la ricerca. Dati Speakable: i contenuti dovranno essere adatti alla riproduzione audio utilizzando la sintesi vocale (TTS), per offrire una migliore UX soprattutto dei nuovi smartspeaker in commercio. Sia chiaro, non è necessario intervenire con azioni drastiche con il rischio di compromettere la coerenza del contenuto. Una delle caratteristiche premianti da preservare, indipendentemente dai cambiamenti linguistici e di comportamento degli utenti, resta sempre la chiarezza accompagnata da una equilibrata esperienza di lettura. Per un’attività di Vocal SEO efficace diventa sempre più importate fare quello che quotidianamente siamo chiamati a fare ma un po’ meglio, ovvero rispondere in modo ancora più preciso ad una domanda articolata. Per la query “con quali ingredienti preparo il pesto alla siciliana” produrremo quindi un contenuto con un titolo identico associato ad un elenco puntato con le informazioni necessarie. A domanda precisa dovrà corrispondere una risposta altrettanto precisa. Pochi fronzoli nel primo paragrafo, circa 50 parole per soddisfare il bisogno dell’utente, poi tutto il resto.

Voice Search

Due best practice per una Voice SEO efficace

Featured Snippet: alla conquista della posizione zero

Quello che è il sogno di ogni SEO nella Voice Search assume un ruolo ancora più rilevante. La posizione zero, cioè la più importante della SERP, aumenta la possibilità di essere letti dalla voce sempre meno robotica dell’assistente. Questo risultato deve contenere la risposta diretta alla query dell’utente, deve essere strutturato con paragrafi brevi e, se funzionale al contenuto, inserire liste numerate, elenchi puntati o tabelle che sintetizzino ulteriormente la risposta.

Vocal SEO & Local SEO: la vera opportunità per le attività locali

Un ambito nel quale la Voice Search inizia a diventare una reale occasione di successo è il Local Marketing. Il fatto che i due termini si distinguano per una sola consonante potrebbe non essere solo una coincidenza se pensiamo che molto spesso le ricerche vocali riguardano dei bisogni di prossimità, mentre magari si è in auto nel traffico o passeggiando al parco. Ebbene sì, le due attività sono quasi sovrapponibili in termini di efficacia e la Vocal SEO assumerà sempre più rilevanza in tutte le strategie di local marketing dei prossimi anni. Diventa quindi fondamentale per un’attività locale la qualità e la quantità di informazioni sull’account aziendale Google My Business. È consigliabile dunque compilare in modo corretto tutte le sezioni e tenere aggiornati i contenuti.

Conclusioni

Quello della Voice Search è un argomento interessante e avvincente. Un tema che parla di come cambia il nostro modo di interagire, di cercare e di comunicare. È ancora presto per capire se siamo all’inizio di una mutazione importante che solo ora inizia a generare volumi di ricerca o se si tratta di un trend momentaneo destinato a ridimensionarsi deludendo le aspettative. Per ora non mi resta che osservare mia madre che, dopo anni di query digitate in modo errato, oggi guarda il suo nuovo smartphone e dice “Ehi, Google! Quanti anni ha Claudio Baglioni?”. Difficile per me capire se la sua faccia stupita che segue questa azione sia dovuta alla risposta precisa ricevuta, o dalla reale età di Baglioni. Continuerò ad indagare. Alla prossima!
google-my-business-1200x630-770x404-1

Google My Business per le aziende: opportunità e nuove funzionalità per vendere i prodotti

Local Marketing: guida all’uso strategico di Google My Business

My Business è un servizio per le aziende completamente gratuito offerto da Google. È davvero semplice da usare ma soprattutto incide notevolmente sulla visibilità dell’attività contribuendo ad attirare nuovi clienti ed incrementare le vendite. Google My Business è il punto di riferimento per qualsiasi azienda (ristorante, albergo, negozio di abbigliamento ecc ) che voglia gestire la propria presenza online su Google, compreso Google Maps, con una scheda contenente le principali informazioni dell’azienda: indirizzo, orari, sito web, foto dello store per contattarti e trovare la tua sede, aiutare i clienti a scoprire i prodotti e i servizi offerti dalla tua azienda, puoi intercettare le intenzioni di acquisto dei clienti che si trovano nei pressi della sede. È anche il luogo dove gli utenti possono trovare i feedback sull’azienda, lasciare le proprie recensioni. Vista questa premessa, è importante capire come fare un uso strategico di questo strumento in ottica di crescita e sviluppo del business aziendale.

Perché inserire la tua attività su Google My Business

Ti sei mai chiesto come comparire su Google Maps o avere visibilità sui motori di ricerca è opportuno lavorare anche attraveso questo strumento. Google domina incontrastato il mondo delle ricerche sul web ed è oggi il punto di riferimento per le scelte di acquisto online. In questa affollata piazza virtuale le attività appaiono in relazione alle ricerche dei clienti ma con evidenze diverse. Una scheda ottimizzata su Google My Business permette di intercettare gli intenti di ricerca e rispondere alle esigenze dei potenziali clienti che si trovano in prossimità della attività, senza considerare che le attività verificate su My Business hanno il doppio delle possibilità di essere considerate affidabili dai clienti. Curare la propria scheda Google My Business è dunque un’opportunità preziosa da cogliere per farsi trovare da potenziali clienti, un immediato luogo dove inserire informazioni dell’azienda, recensioni fino ad arrivare alla comunicazione di eventi e promozioni. Generalmente le ricerche locali effettuate dagli utenti includono il nome di una specifica località in combinazione con:
  • il nome dell’azienda
  • oppure una categoria di negozio
  • prodotto o servizio
e quando si parla di ricerca locale My Business è il punto di riferimento digitale per qualsiasi attività. Per incontrare le esigenze di chi cerca prodotti o servizi vicino alla sua posizione o informazioni riguardanti un luogo specifico, le attività locali hanno a disposizione uno strumento semplice ma potente che permette di scalare la classifica dei risultati ed apparire non solo nella fatidica prima pagina della ricerca, ma in evidenza superiore agli altri risultati, ossia nella Local Pack, “luogo” in cui i risultati godono di maggior evidenza rispetto agli altri. Curare ed aggiornare la scheda My Business ha quindi ricadute e benefici importanti per l’azienda, basti sapere che uno dei fattori utilizzati da Google per determinare il posizionamento delle attività nei risultati di una ricerca locale è il punteggio di pertinenza, ovvero la corrispondenza di una scheda locale con la ricerca di un utente. Inoltre, come evidenziato dal “2018 Local Search Ranking Factors” (studio effettuato da Moz) la scheda My Business influisce notevolmente nel posizionamento generale del sito web collegato.

Come ottimizzare la scheda Google My Business

Recensioni, Foto, Post della tua azienda in un unico luogo

Se la tua azienda non è già presente su Google Maps, puoi creare un account Google My Business per inserire tutte le informazioni pertinenti ed interessanti legati alla propria attività. Nella dashboard troverai tutto il necessario per farlo e dopo aver attivato la scheda, sarà necessario attuare una strategia di ottimizzazione e aggiornamento costante delle per apparire nelle prime posizioni e battere la concorrenza. Ecco le tab che troverai nella Dashboard: Informazioni: sede, orari di apertura, giorni di chiusura, numero di telefono, sito web, attributi e servizi (ed esempio accessibilità, modalità di pagamento accettate). Chi ti cerca deve sapere esattamente cosa fa l’azienda, dove ti trovi, se il tuo negozio o ristorante è aperto. È importante che le informazioni siano compilate nel modo più accurato possibile: nome, categoria, descrizione dell’azienda (sezione dove sarà opportuno evidenziare la storia e le caratteristiche principali e i vantaggi rispetto ad altri store). E ancora: indirizzo, contatti, orari di apertura, giornate di chiusura straordianaria (ad esempio festivi). Per alcune categorie particolari come hotel e ristoranti, negozi, è possibile mostrare informazioni aggiuntive o meglio degli attributi relativi ai servizi e ai prodotti offerti (tipologie di accesso, modalità di pagamento, wi-fi ecc). Maggiori saranno gli attributi, maggiore sarà la qualità della vostra scheda. In questa sezione sceglierai anche immagine di profilo e copertina: è consigliabile inserire il logo/marchio ufficiale dell’attività e un’immagine rappresentativa. Statistiche: ossia il rendimento dell’azienda: visualizzazioni, ricerche, attività; tutti dati che aiutano a comprendere in che modo i clienti cercano la tua azienda, dove i visualizzano la tua attività, quali sono le azioni eseguite dai tuoi clienti, quante telefonate siano state effettuate dopo la ricerca e quante foto sono state viste. Recensioni: vengono raccolte in un’unica interfaccia e da lì, puoi anche scegliere di rispondere a ciascuna di esse. Le recensioni incidono notevolmente sull’acquisto finale e di conseguenza più recensioni positive avrà la tua attività, maggiori saranno le probabilità di concludere attirare clienti. Messaggi: la chat, avviabile solo da mobile, è il modo per assicurare ai visitatori la migliore esperienza possibile. Rispondendo alle loro richieste specifiche prima, durante e dopo l’acquisto ti renderai disponibile, attento e professionale. Foto (e video) dell’azienda, inserite dal proprietario o caricate dai clienti. In questa tab è possibile inserire foto a 360°, video, immagini degli interni o esterni, e dei prodotti. È uno spazio per raccontare l’azienda, pertanto è utile inserire foto del team oltre che della sede, dei prodotti o degli eventi. Crea un Annuncio: Adwords Express, tramite un account di Google Adwords da la possibilità di pubblicare annunci pubblicitari “local”, legati alla posizione geografica dell’attività. Sono annunci visualizzati sui dispositivi mobili, rispondenti alle keywords scelte per gli annunci, entro un certo raggio dalla propria sede aziendale. Post: uno strumento per creare un post su Google: foto/video e testo saranno visibili per un massimo di 7 giorni e compariranno in corrispondenza del box di informazioni nei risultati di ricerca e su Google Maps. Con i post di My Business puoi stare al passo con le evoluzioni della tua azienda: nuovi prodotti e servizi, iniziative, nuovi prodotti, servizi, promozioni, eventi. I Post di My Business grazie alle informazioni aggiuntive, sono molto utili a mettere in risalto le tue attività. Nel dettaglio puoi creare un post specifico per:
  • prodotto
  • novità
  • evento
  • offerta
Per ogni formato è possibile inserire una call to action “Prenota”, “Ordina online”, “Acquista”, “Registrazione”, “Vai all’Offerta”, “Chiama Ora” collegati a link esterni.
È consigliabile mantenere attiva e aggiornata l’attività di posting e pubblicare all’incirca un contenuto a settimana.

La nuova funzionalità Google My Business Prodotti (Beta)

A gennaio 2018, dopo svariati mesi di test è stata inserita la possibilità di caricare i video mentre a fine 2018 è stata introdotta una nuova sezione nella dashboard di gestione Google My Business: parliamo della Tab Prodotti (attualmente in versione Beta). L’editor dei prodotti permette di creare una vetrina più curata e attualmente è rivolto a piccole e medie imprese individuali. Attenzione però, al momento, non è disponibile per tutti i commercianti al dettaglio.

Come creare una raccolta di prodotti su Google My Business

tab-prodotti-google-my-business Dalla dashboard Web desktop è possibile accedere all’editor dei prodotti. In seguito si devono inserire le informazioni relative alla raccolta:
  1. Il nome della collezione
  2. Il prodotto: si può inserire almeno un prodotto per collezione ed è possibile aggiungerne altri in un secondo momento. I prodotti devono avere un’immagine correlata.
  3. La descrizione della collezione
  4. Il prezzo del prodotto
  5. La descrizione del prodotto
  6. La call to action (pulsante)
  7. L’immagine del prodotto
Con l’Editor dei prodotti puoi aggiungere, modificare, eliminare i prodotti del tuo catalogo e puoi anche aggiungere prodotti in primo piano. Oltre a mostrare i prodotti nelle raccolte, puoi anche evidenziare i prodotti in primo piano che verranno visualizzati nel carosello “Dai post dei prodotti” in modo indipendente rispetto al catalogo dei prodotti. google-my business-raccolta Come hai visto Google My Business è lo strumento ideale per gestire le informazioni visualizzate dagli utenti di Google che cercano la tua attività o i prodotti e i servizi che offri. Se hai domande o necessiti di una consulenza sulla gestione del tuo profilo Google My Business contattaci!
google-my-business-1200x630-770x404

Google My Business per le aziende: opportunità e nuove funzionalità per vendere i prodotti

Local Marketing: guida all’uso strategico di Google My Business

My Business è un servizio per le aziende completamente gratuito offerto da Google. È davvero semplice da usare ma soprattutto incide notevolmente sulla visibilità dell’attività contribuendo ad attirare nuovi clienti ed incrementare le vendite. Google My Business è il punto di riferimento per qualsiasi azienda (ristorante, albergo, negozio di abbigliamento ecc ) che voglia gestire la propria presenza online su Google, compreso Google Maps, con una scheda contenente le principali informazioni dell’azienda: indirizzo, orari, sito web, foto dello store per contattarti e trovare la tua sede, aiutare i clienti a scoprire i prodotti e i servizi offerti dalla tua azienda, puoi intercettare le intenzioni di acquisto dei clienti che si trovano nei pressi della sede. È anche il luogo dove gli utenti possono trovare i feedback sull’azienda, lasciare le proprie recensioni.

Vista questa premessa, è importante capire come fare un uso strategico di questo strumento in ottica di crescita e sviluppo del business aziendale.

Perché inserire la tua attività su Google My Business

Ti sei mai chiesto come comparire su Google Maps o avere visibilità sui motori di ricerca è opportuno lavorare anche attraveso questo strumento. Google domina incontrastato il mondo delle ricerche sul web ed è oggi il punto di riferimento per le scelte di acquisto online. In questa affollata piazza virtuale le attività appaiono in relazione alle ricerche dei clienti ma con evidenze diverse. Una scheda ottimizzata su Google My Business permette di intercettare gli intenti di ricerca e rispondere alle esigenze dei potenziali clienti che si trovano in prossimità della attività, senza considerare che le attività verificate su My Business hanno il doppio delle possibilità di essere considerate affidabili dai clienti. Curare la propria scheda Google My Business è dunque un’opportunità preziosa da cogliere per farsi trovare da potenziali clienti, un immediato luogo dove inserire informazioni dell’azienda, recensioni fino ad arrivare alla comunicazione di eventi e promozioni.

Generalmente le ricerche locali effettuate dagli utenti includono il nome di una specifica località in combinazione con:

  • il nome dell’azienda
  • oppure una categoria di negozio
  • prodotto o servizio

e quando si parla di ricerca locale My Business è il punto di riferimento digitale per qualsiasi attività. Per incontrare le esigenze di chi cerca prodotti o servizi vicino alla sua posizione o informazioni riguardanti un luogo specifico, le attività locali hanno a disposizione uno strumento semplice ma potente che permette di scalare la classifica dei risultati ed apparire non solo nella fatidica prima pagina della ricerca, ma in evidenza superiore agli altri risultati, ossia nella Local Pack, “luogo” in cui i risultati godono di maggior evidenza rispetto agli altri.

Curare ed aggiornare la scheda My Business ha quindi ricadute e benefici importanti per l’azienda, basti sapere che uno dei fattori utilizzati da Google per determinare il posizionamento delle attività nei risultati di una ricerca locale è il punteggio di pertinenza, ovvero la corrispondenza di una scheda locale con la ricerca di un utente. Inoltre, come evidenziato dal “2018 Local Search Ranking Factors” (studio effettuato da Moz) la scheda My Business influisce notevolmente nel posizionamento generale del sito web collegato.

Come ottimizzare la scheda Google My Business

Recensioni, Foto, Post della tua azienda in un unico luogo

Se la tua azienda non è già presente su Google Maps, puoi creare un account Google My Business per inserire tutte le informazioni pertinenti ed interessanti legati alla propria attività. Nella dashboard troverai tutto il necessario per farlo e dopo aver attivato la scheda, sarà necessario attuare una strategia di ottimizzazione e aggiornamento costante delle per apparire nelle prime posizioni e battere la concorrenza. Ecco le tab che troverai nella Dashboard:

Informazioni: sede, orari di apertura, giorni di chiusura, numero di telefono, sito web, attributi e servizi (ed esempio accessibilità, modalità di pagamento accettate). Chi ti cerca deve sapere esattamente cosa fa l’azienda, dove ti trovi, se il tuo negozio o ristorante è aperto. È importante che le informazioni siano compilate nel modo più accurato possibile: nome, categoria, descrizione dell’azienda (sezione dove sarà opportuno evidenziare la storia e le caratteristiche principali e i vantaggi rispetto ad altri store). E ancora: indirizzo, contatti, orari di apertura, giornate di chiusura straordianaria (ad esempio festivi). Per alcune categorie particolari come hotel e ristoranti, negozi, è possibile mostrare informazioni aggiuntive o meglio degli attributi relativi ai servizi e ai prodotti offerti (tipologie di accesso, modalità di pagamento, wi-fi ecc). Maggiori saranno gli attributi, maggiore sarà la qualità della vostra scheda. In questa sezione sceglierai anche immagine di profilo e copertina: è consigliabile inserire il logo/marchio ufficiale dell’attività e un’immagine rappresentativa.

Statistiche: ossia il rendimento dell’azienda: visualizzazioni, ricerche, attività; tutti dati che aiutano a comprendere in che modo i clienti cercano la tua azienda, dove i visualizzano la tua attività, quali sono le azioni eseguite dai tuoi clienti, quante telefonate siano state effettuate dopo la ricerca e quante foto sono state viste.

Recensioni: vengono raccolte in un’unica interfaccia e da lì, puoi anche scegliere di rispondere a ciascuna di esse. Le recensioni incidono notevolmente sull’acquisto finale e di conseguenza più recensioni positive avrà la tua attività, maggiori saranno le probabilità di concludere attirare clienti.

Messaggi: la chat, avviabile solo da mobile, è il modo per assicurare ai visitatori la migliore esperienza possibile. Rispondendo alle loro richieste specifiche prima, durante e dopo l’acquisto ti renderai disponibile, attento e professionale.

Foto (e video) dell’azienda, inserite dal proprietario o caricate dai clienti. In questa tab è possibile inserire foto a 360°, video, immagini degli interni o esterni, e dei prodotti. È uno spazio per raccontare l’azienda, pertanto è utile inserire foto del team oltre che della sede, dei prodotti o degli eventi.

Crea un Annuncio: Adwords Express, tramite un account di Google Adwords da la possibilità di pubblicare annunci pubblicitari “local”, legati alla posizione geografica dell’attività. Sono annunci visualizzati sui dispositivi mobili, rispondenti alle keywords scelte per gli annunci, entro un certo raggio dalla propria sede aziendale.

Post: uno strumento per creare un post su Google: foto/video e testo saranno visibili per un massimo di 7 giorni e compariranno in corrispondenza del box di informazioni nei risultati di ricerca e su Google Maps. Con i post di My Business puoi stare al passo con le evoluzioni della tua azienda: nuovi prodotti e servizi, iniziative, nuovi prodotti, servizi, promozioni, eventi. I Post di My Business grazie alle informazioni aggiuntive, sono molto utili a mettere in risalto le tue attività. Nel dettaglio puoi creare un post specifico per:

  • prodotto
  • novità
  • evento
  • offerta

Per ogni formato è possibile inserire una call to action “Prenota”, “Ordina online”, “Acquista”, “Registrazione”, “Vai all’Offerta”, “Chiama Ora” collegati a link esterni.

È consigliabile mantenere attiva e aggiornata l’attività di posting e pubblicare all’incirca un contenuto a settimana.

La nuova funzionalità Google My Business Prodotti (Beta)

A gennaio 2018, dopo svariati mesi di test è stata inserita la possibilità di caricare i video mentre a fine 2018 è stata introdotta una nuova sezione nella dashboard di gestione Google My Business: parliamo della Tab Prodotti (attualmente in versione Beta). L’editor dei prodotti permette di creare una vetrina più curata e attualmente è rivolto a piccole e medie imprese individuali. Attenzione però, al momento, non è disponibile per tutti i commercianti al dettaglio.

Come creare una raccolta di prodotti su Google My Business

tab-prodotti-google-my-business

Dalla dashboard Web desktop è possibile accedere all’editor dei prodotti. In seguito si devono inserire le informazioni relative alla raccolta:

  1. Il nome della collezione
  2. Il prodotto: si può inserire almeno un prodotto per collezione ed è possibile aggiungerne altri in un secondo momento. I prodotti devono avere un’immagine correlata.
  3. La descrizione della collezione
  4. Il prezzo del prodotto
  5. La descrizione del prodotto
  6. La call to action (pulsante)
  7. L’immagine del prodotto

Con l’Editor dei prodotti puoi aggiungere, modificare, eliminare i prodotti del tuo catalogo e puoi anche aggiungere prodotti in primo piano. Oltre a mostrare i prodotti nelle raccolte, puoi anche evidenziare i prodotti in primo piano che verranno visualizzati nel carosello “Dai post dei prodotti” in modo indipendente rispetto al catalogo dei prodotti.

google-my business-raccolta

Come hai visto Google My Business è lo strumento ideale per gestire le informazioni visualizzate dagli utenti di Google che cercano la tua attività o i prodotti e i servizi che offri.

Se hai domande o necessiti di una consulenza sulla gestione del tuo profilo Google My Business contattaci!

cover-articolo-lead-770x436-1

Automotive e la Lead Generation sui Social Network

Attività di Lead generation, “motore” trainante nel mercato dell’automobile

Negli ultimi anni il digital marketing nel settore dell’Automotive è diventata professione molto ricercata nel nostro paese, anche perché ormai da decenni il mercato dell’auto è uno ei settori trainanti dell’intera economia Italiana. All’interno di una Digital Strategy completa e complessa, una delle attività di marketing più praticate nel settore è sicuramente quella della Lead Generation (o Generazione di contatti), pratica multicanale che nel mercato dell’auto ha sempre garantito risultati confortanti. Lo sappiamo. In passato gli utenti in cerca di una nuova auto si recavano dal rivenditore più vicino, per farsi consigliare il modello migliore secondo le proprie esigenze. L’utente attuale invece, grazie al web, consulta diverse proposte disponibili online e sui social network prima di far visita in show room. Quindi, oggi più che mai, “l’appuntamento” col potenziale acquirente avviene online o sui social media. Qualsiasi rivenditore di auto ha capito che i conti sull’investimento in pubblicità tornano meglio se l’utente viene subito messo nelle condizioni di fissare un incontro online o farsi contattare.

infografica_hubspot

Implementare una strategia di Lead Generation consente di acquisire in maniera diretta quei pochi (e mirati) dati di coloro che hanno già mostrato un certo interesse nei confronti di un nostro modello di auto in vendita o a noleggio. Il punto di forza consiste nel fatto che, come le altre strategie di Inbound Marketing, è il cliente interessato a lasciare quasi spontaneamente i propri dati per essere ricontattato, senza essere bersagliato da messaggi di advertising continui ed ossessivi. I vantaggi di una buana strategia di Lead Generation per un dealer di auto, dà spazio anche a una serie di altri benefici che ricadono positivamente su altre strategie di marketing (mail, advertising ecc.). Se i Lead raccolti vengono ben profilati, anche nel caso non dovessero trasformarsi immediatamente in un cliente, avremo la possibilità di lanciare campagne di remarketing per coinvolgere nuovamente l’utente attraverso altri canali. Tali azioni di remarketing però, andranno pianificate nei tempi e modalità ben precise, poiché l’utente ci avrà lasciato il suo contatto nel momento in cui è veramente propenso a tale spesa – anche economicamente – e manifesta l’intenzione di acquistare o noleggiare un’auto nel breve periodo.

“Bene Francé … ma come mi consigli di iniziare?”

Questa è una delle domande che viene posta molto di frequente. Vi sono diverse modalità per fare Lead generation, sia attraverso contenuti organici – penso alle attività di blogging – che attraverso campagne a pagamento. In ogni caso, si presuppone che la concessionaria disponga di un sito web ben strutturato, con una serie di elementi di inbound marketing ( landing page e moduli di registrazione su tutti) che agevolino il più possibile la generazione di contatti. Dunque una serie di impostazioni tecniche onsite ben studiate e implementate. Ecco perché, in questo articolo ci soffermeremo una delle modalità più semplici ed interessanti per iniziare: le campagne sponsorizzate di Lead Generation su Facebook ed Instagram. Metodo “Interessante”, perché consente al dealer di fissare appuntamenti telefonici o in showroom direttamente sui social tramite interazione con inserzioni sponsorizzate, senza portare l’utente fuori dal social network. Si cerca di giocare anche sull’appeal che il social network riscuote tra gli utenti rispetto al sito di un’azienda sconosciuta – al netto degli ultimi scandali Facebook legati al caso “Cambridge Analytica”. Metodo “più semplice”, perché sulla base di quanto scritto sopra, non abbiamo necessariamente bisogno di un sito web performante, in quanto il cliente interagirà direttamente sui social.

Creazione di campagne di Lead Generation su Facebook ed Instagram

  In passato abbiamo già trattato argomenti inerenti a Facebook Business Manager e come creare inserzioni sponsorizzate. Le campagne di Lead Generation (o Generazione Contatti) si inseriscono tra gli Obiettivi di Campagna Facebook, raggruppati nel livello “Consideration”, e generano inserzioni a pagamento native (quindi non verranno pubblicate in Fan Page) che sono visualizzabili solo su mobile.

lead

Trattandosi di inserzioni a pagamento, la scelta del target di riferimento risulterà fondamentale, poiché la scelta di gruppi target dalle caratteristiche troppo generiche potrebbe farci intercettare utenti non pienamente idonei al nostro obiettivo. Se si è agli inizi ritengo opportuno testare più gruppi target a rotazione, dando priorità però agli utenti che conoscono già brand del cliente o che in qualche modo hanno già interagito col brand. Esempi semplici: un gruppo di Connessione alla Pagina aziendale come i Fan della Pagina; oppure un Pubblico Personalizzato rappresentato da coloro che hanno interagito con la Pagina aziendale negli ultimi X giorni. Perché un utente dovrebbe inviarci i suoi dati personali? Senza girarci attorno, l’elemento che renderà efficace la nostra campagna di Lead Generation nel settore auto sarà sicuramente l’elemento Magnet che renderà la nostra offerta auto accattivante ed imperdibile. I potenziali acquirenti devono trovarsi di fronte ad un’offerta per cui valga la pena rilasciare realmente i loro dati sensibili. Tanta roba, al giorno d’oggi, no? La nostra “SUPER OFFERTONA GALATTICA”, dunque, sarà il benefit offerto che ci permetterà di ottenere non solo l’attenzione degli utenti, ma anche quei dati utili a fissare un appuntamento telefonico o una visita presso il nostro autosalone.

modulo-lead-generation

Quali dati chiedere all’utente? Dopo aver guadagnato l’attenzione dell’utente grazie alla nostra offerta, dopo che lo stesso entra in contatto con l’inserzione cliccando sulla nostra call-to-action, l’esperienza interattiva passa alla fase 2: l’invio dei dati tramite un modulo di registrazione. Il modulo di registrazione va costruito con logica e molta cura. Vanno richiesti solo ed esclusivamente quei pochi dati utili a fissare un incontro, call telefonica o ritiro coupon. Richiedere troppi dati in questa fase è superfluo rispetto al nostro obiettivo. Risultare invasivi in questa fase inoltre, ostacolerà la compilazione e l’invio dei dati. Come gestire al meglio i nostri Lead? Un Lead ricevuto va subito curato. Prima verrà contattato, più alte saranno le possibilità di avere un riscontro positivo con l’interlocutore. Questo perché, come per qualsiasi tipo di conversione, è importante cogliere l’attimo, cioè quando la propensione all’acquisto nei confronti della nostra offerta è al massimo livello. Qualsiasi sia l’esito del contatto avuto con i Lead, sarà importantissima la gestione postuma del contatto ricevuto, consapevoli di essere in possesso di una risorsa preziosissima in prospettiva. Il 96% degli utenti che entrano per la prima volta in contatto con un brand, in quella fase, non sono ancora totalmente pronti all’acquisto. Però, magari dopo qualche giorno lo sono. In questo, l’automazione delle operazioni di marketing attraverso un sistema integrato di tool per la generazione, il nurturing (coltivazione) e il coinvolgimento dei Lead ci danno una grandissima mano. Proviamo a considerare chatbot, inserzioni Facebook, e-mail, Messenger marketing e strumenti di Inbound marketing integrati in un sistema utile a gestire tutte le attività di remarketing in maniera automatizzata. Ma questo è un altro argomento che affronteremo in un altro articolo.
fb-adv-1

Facebook Advertising: come scegliere il pubblico giusto

Facebook Advertising: come scegliere il pubblico giusto

Come scegliere il pubblico giusto per le campagne a pagamento su Facebook? Ecco tutto quello che c’è da sapere per far funzionare le sponsorizzate

Investire nell’Advertising su Facebook è un’attività sempre più importante per le attività e le pagine aziendali che utilizzano i Social Network non solo per far conoscere a quante più persone il proprio brand ma anche e soprattutto che desiderano utilizzare questo strumento come mezzo complementare alla propria strategia di marketing.

Come faccio a impostare una campagna Facebook efficace?

Impostare una campagna a pagamento su Facebook efficace non è cosa scontata e non può essere improvvisata senza conoscere le nozioni basilari al fine di raggiungere il target giusto con gli strumenti giusti. Vi abbiamo già parlato dei 6 step fondamentali per la creazione di inserzioni Facebook efficaci e perciò in questo articolo ci soffermeremo in particolare sull’importanza della scelta del pubblico giusto sulla base degli interessi, della geolocalizzazione e degli aspetti demografici per implementare al massimo una campagna Facebook, ed evitare di investire soldi in campagne che corrono il rischio di risultare dispersive, e soprattutto senza che il messaggio o il prodotto che si va a pubblicizzare arrivi al pubblico giusto.

Targettizzazione dettagliata Facebook: il target giusto per il prodotto giusto

Dopo aver impostato l’obiettivo della campagna, è necessario scegliere il giusto pubblico. Spesso alcune campagne si rivelano fallimentari proprio a causa di una scelta del pubblico errata.facebook-adv-campagna I fattori fondamentali da tenere in considerazione per una scelta ottimale del pubblico sono:
  1. Geolocalizzazione
  2. Età e sesso
  3. Interessi
  4. Ampiezza del pubblico

1. Geolocalizzazione

Nel momento in cui stiamo scegliendo gli interessi del pubblico al quale vogliamo rivolgerci dobbiamo sempre partire dal messaggio che stiamo dando. Stiamo pubblicizzando, ad esempio, dei giocattoli per bambini. Come scegliamo il nostro pubblico? Partiamo dalla geolocalizzazione. Voglio che la mia campagna sia rivolta a tutta italia o solo in particolari zone? Scegliendo particolari città abbiamo anche la possibilità di scegliere il chilometraggio di azione.

fb-adv-geolocalizzazione

2. Età e sesso

Abbiamo la necessità di chiederci a quale fascia d’età ci stiamo rivolgendo. L’errore più comune è quello di scegliere un tratto d’età ampio 18-65, illudendoci che si abbia in questo modo più possibilità di ricevere interazioni e feedback: niente di più sbagliato. Facciamo un esempio Fingiamo di voler impostare una campagna pubblicitaria per uno store di giocattoli presente nella sola città di Bari. Avrà senso rivolgere la nostra campagna ad una fascia che va dai 18 ai 65? Probabilmente sì, esclusivamente, ad esempio se ci troviamo sotto il periodo Natalizio (e quindi le nostre promozioni sui giocattoli possono essere prese in considerazione come idee regalo da tutte le fasce d’età). Ma nel restante arco temporale annuale, quante probabilità ci sono che un 18enne sia interessato all’acquisto di una barbie? Effettivamente poche. Quante possibilità ci sono che un over 65 sia interessato alla pubblicità di giocattoli per il proprio nipotino, su Facebook? Probabilmente poche. Restringere la fascia d’età sarà quindi il primo passo da effettuare.

Ricorda: un pubblico più ampio non è sinonimo di un pubblico efficace!

facebook-advettising-età

Per quanto riguarda invece la scelta del sesso, è un’azione molto rischiosa quella di decidere di rivolgere un nostro messaggio ad un solo sesso, soprattutto se si tratta di un prodotto (che può interessare sia a uomini che a donne): attenti a non farvi guidare dai pregiudizi!

3.Selezionare gli interessi

Nel selezionare gli interessi, la prima mossa è sicuramente partire dall’interesse più generale.

campagna-facebook

Come noteremo, su un territorio così ampio e inserendo un interesse altrettanto ampio probabilmente anche il nostro pubblico risulterà troppo ampio. Come possiamo comportarci? Potremmo decidere di proseguire in due modi: a) Eliminare l’interesse troppo ampio e selezionare direttamente alcuni interessi alcuni più di nicchia (notare come diminuisce vorticosamente l’ampiezza del pubblico)

facebook campagne

b) Decidere di lasciare l’interesse generale nella fascia interessi primari e restringerlo attraverso l’opzione restringi pubblico. Quali parametri inserire nella sezione restringi pubblico? (“E che soddisfano ANCHE almeno UNO dei seguenti requisiti) La sezione restringi pubblico ci consente di selezionare in maniera meticolosa il nostro target. E quindi abbiamo, in questo caso, la possibilità di chiedere a Facebook che la nostra campagna venga indirizzata non a tutti coloro che sono interessati in generale ai bambini, ma che tra tutta quella fetta vengano selezionati profili ancora più dettagliati. Un esempio? Potremmo decidere di inserire tra gli interessi aggiuntivi che ci consentono di restringere il nostro pubblico ulteriori aspetti demografici. Non ci avevate mai pensato? Procediamo nell’esempio. Fingiamo che il nostro prodotto per lo store di giocattoli per il quale stiamo preparando la nostra campagna di advertising sia un giocattolo per bambini da 0 agli 8 anni anni. Bene, tra gli interessi aggiuntivi potremmo proprio inserire la voce “Neogenitori (0-12 mesi)”, “1-2 anni”-”3 -5 anni” e così via. Come possiamo verificare anche nella foto esempio il nostro pubblico si sarà ristretto clamorosamente. Se dovessimo accorgere che, in proporzione al nostro budget il pubblico finale sia troppo ristretto, sempre tra gli interessi aggiuntivi potremmo continuare ad aggiungerne altri, in maniera logica. I genitori di bambini tra i 0 e gli 8 anni che altre caratteristiche demografiche potrebbero avere? Ad esempio essere novelli sposi o anche genitori separati.

campagne-facebook

  1. Ampiezza del pubblico

In questo caso il pubblico raggiunto (con un budget totale di euro 10) è di 150.000 persone, che potrebbe essere un’ ampiezza ottimale. Sconsigliato, per budget così piccoli, superare le 300.000 unità ma anche scendere al di sotto delle 100.000 Un’altra attenzione da porre in essere è la durata della campagna. Sicuramente la durata delle vostre campagne dipenderà molto dalla risposta della vostra community e del vostro brand, ma è molto difficile che Facebook riesca a distribuire il vostro budget in una campagna che duri meno di 48 ore. Parimenti è sconsigliata una durata eccessiva (superiore ai 7-8 giorni per budget molto piccoli come ad esempio 8 euro), poichè le interazioni quotidiane calerebbero vorticosamente andando probabilmente ad incidere sul risultato finale.

campagne facebook

Ricordate sempre: un’azione di marketing non è mai un’azione asettica. Dobbiamo ricordare che il nostro target, o il nostro acquirente, potrebbe essere nostra madre, nostro fratello, nostro padre o noi stessi. Per questo è sempre necessario partire costruendo nella propria testa prima, e magari nero su bianco poi, la “personas”ideale alla quale vogliamo rivolgerci.

Un buon marketer vede i consumatori come esseri umani completi, con tutte le sfacettature proprie delle persone reali.” (Jonah Sachs)

local-seo-fb5

Local SEO: i fattori di ranking per scalare la SERP di Google

Quali strumenti ottimizzare per dare visibilità ad una azienda o attività locale?  I fattori determinanti per la Local Search secondo Moz.com

Parliamo di SEO, ma nello specifico di Local SEO quindi di ottimizzazione per i motori di ricerca a livello “locale”. Per analizzare gli elementi che oggi Google tiene in considerazione a proposito di local search marketing partiamo da un’interessante studio di Moz.com, nel quale ritroviamo una serie di spunti interessanti e soprattutto un elenco dei fattori di ranking che influiscono proprio sui risultati organici (SERP) locali

Lo studio, aggiornato al 2017, definisce questo gruppo di risultati organici con la dicitura “Local Pack”. Vediamo dunque quali tecniche e condizioni on e off page risultano deteminanti per il posizionamento di un’attività che ha un target localizzato in un’area geografica ben determinata.

local-seo-socialware-2

Premettendo che dal 2017 questi fattori hanno subito cambiamenti significativi rispetto al 2015, ecco quali sono i fattori di ranking da tenere in considerazione per una efficace Local SEO strategy:

Google My Business

Secondo il sondaggio di Moz le informazioni estratte dalla scheda Google My Business dell’attività sono fondamentali: nella classificazione di importanza rappresenta il 19% rispetto al 14.7% del 2015). Ma come ottimizzare la scheda di Google My Business? In primo luogo deve avere una categoria adeguata, delle keyword nel titolo dell’attività su GMB, delle foto di qualità ( anche dagli utenti/clienti) e, fondamentale (ma discutibile punto), deve essere nelle vicinanze dell’utente che esegue la ricerca.

Back link

Al secondo posto (17 %) troviamo i link che rimandano verso l’attività, sebbene abbia perso importanza, risulta ancora uno dei fattori principali per una local seo strategist efficace.

La qualità / autorità dei link rappresentano sempre di più un fattore di preminenza: link verso il nostro sito con anchor text consistenti, link da siti autorevoli locali ma anche il numero dei link stessi. In altre parole è importante un’attività di back link da siti autorevoli locali appartenenti (anche) alla categoria della nostra attività.

Fattori on page

Al terzo posto (14%) si trovano tutte quelle attività on page, finalizzate all’ottimizzazione, di cui Google valorizza in particolare

  • Il Nit (Nome, Indirizzo e Telefono)
  • Le keywords all’interno dei tag title
  • La Domain Authority (autorità del dominio) quindi link in entrata da parte di siti con un’alta autorità, link interni
  • Ottimizzazione Mobile del sito

local-seo-socialware-3

Citazioni da fonti autorevoli

Un fattore predominante in questa classifica di Moz (13%) è rappresentata dalla qualità e quantità di citazioni da fonti autorevoli. Pertanto è importante curare la presenza su altri siti e directory locali autorevoli (un esempio fra tanti può essere la presenza di un ristorante o albergo su Trip Advisor). In questo caso vanno considerati: la consistenza del NIT, cioè che sia scritto esattamente, fin nei minimi dettagli, sempre allo stesso modo del sito web, il numero di citazioni, cioè link verso il nostro sito, che devono essere comunque di qualità e da siti autorevoli.

Siti web di terze parti come Yelp, Foursquare sono sottoposti a scansione dai motori di ricerca, risulta utile avere il maggior numero di citazioni possibili in questi siti per far sì che trovino l’attività e i suoi dettagli.

Recensioni

Un valore destinato a crescere (in relazione al 2015 è passato dall’8 al 15%) quello delle recensioni / testimonianze; è un fattore di ranking considerato tra i principali soprattutto in termini di: quantità delle recensioni, velocità e autenticità di risposta, autorità del recensore, valore della piattaforma. Citando Miriam Ellis ( Solas Web Design) questo aspetto è così importante perchè in fondo “le recensioni vendono”.

Comportamento e coinvolgimento degli utenti

Google si interessa molto agli utenti e alla loro esperienza reale, al fine di poter fornire risultati ed esperienze sempre più rispondenti alle necessità e dunque “personalizzate” anche a livello local. Pertanto oltre alle recensioni (come abbiamo visto) prende in considerazione anche le azioni e i comportamenti degli utenti sul sito web ( 10%). Parliamo di percentuale di clic (CTR) rispetto alle visualizzazioni sulle serp, tasso di permanenza, metriche click-to-call ( tasto chiama), richiesta di indicazioni stradali, i check in ( registrazione degli utenti nel locale) e simili.

Personalizzazioni

Sulla falsariga di quello che si è detto pocanzi, Google considera importante anche l’esperienza di personalizzazione dell’utente ( 10%) nel momento in cui visita il sito web, fra cui anche la facilità di navigazione, l’utilizzo del menù, ecc.

Social network

Qui Google prende in considerazione l’engagement che riusciamo a generare sui principali social Google+, Facebook, Twitter, Instagram. Da un punto di vista SEO guadagnano “solo” il 4% ma in una strategia di local marketing rappresentano un canale di comunicazione fondamentale per promuovere la propria attività / evento / promozione e simili.

Non dimenticare i fattori di ranking negativi

Di riflesso, in una strategia di Local Seo è importante prestare attenzione ai fattori di ranking negativi se vogliamo ben posizionarci su Google a livello locale: NIT e categoria errati su Google My Business, presenza di Malware, numeri di telefono diversi nelle directory (dovrebbe essere lo stesso su tutte le piattaforme dove la nostra attività è presente). E inoltre mai duplicare la presenza su più schede, quindi eliminare schede GMB doppie o vecchie dell’attività, evitare la presenza di più imprese nella stessa categoria e indirizzo.

local-seo-socialware-4

Cambiamenti in corso e ottimizzazione di strumenti e social di Google

Ora sappiamo quali sono i fattori principali di cui tenere conto nella nostra local marketing strategy, ossia se vogliamo migliorare la visibilità locale di un’azienda.

Una nota di conclusione: da questo studio emerge un dato da non sottovalutare per il futuro e per alcuni versi prevedibile: Google tende a privilegiare alcuni “strumenti” e/o social propri, quindi tende a dare sempre più importanza e rlevanza alla scheda Google My Business, a Google +,  e dare meno peso a social terzi e siti web. Di qui l’importanza di ottimizzare Google My Business per la propria attività; al contrario, fattori come back link e ottimizzazione on page, in relazione all’ultimo studio del 2015 dei fattori di ranking per la local Seo, hanno “perso” importanza.

Se hai domande riguardo la tua strategia di Local SEO o vuoi sapere di più su come ottimizzare la tua attività locale, contattaci!

TUTTI I SEGRETI DELLA LOCAL SEO NEL LIBRO LOCAL MARKETING DI FRANCESCO ANTONACCI E CRISTIANO CARRIERO. ORDINALO SUBITO!

local-marketing-libro-copertina-fronte-retro-750px

google-snippet

Google raddoppia la lunghezza degli Snippet nei risultati di ricerca: cosa cambia?

Google aumenta ufficialmente la lunghezza degli Snippet nei risultati di ricerca: cosa cambia?

Da 160 a oltre 230: i caratteri degli Snippet raddoppiati per rendere le descrizioni più esaustive a fronte delle query degli utenti

Lo Snippet è un frammento di testo estrapolato in maniera programmatica e pertinente da una pagina web assieme alla sua url. Appare in alto nella pagina (snippet in primo piano) come risultato di ricerca organico in risposta ad una query di ricerca digitata da un utente sotto forma di domanda. Google ha confermato di aver apportato una modifica sostanziale nel modo in cui visualizziamo gli snippet nei risultati di ricerca. La motivazione alla base di questa scelta è le legata alla volontà di fornire snippet più descrittivi, utili e pertinenti alle ricerche delle persone.

Snippet più lungo: è utile modificare la meta description?

Di fronte ad un cambiamento così sostanziale, la domanda che molti specialisti del web si stanno ponendo è se sia utile aggiornare le meta description, semplicemente allungandole. Se prendiamo in considerazione il funzionamento del sistema programmatico che estrapola gli snippet e gli esempi che vi proporremo, la risposta a questa domanda è NO. Spieghiamo meglio. Gli snippet vengono estrapolati dalla pagina web in base alla pertinenza alla query di ricerca, e non sono solitamente legati alla lunghezza delle meta description, bensì alla qualità del contenuto e a quanto quella stessa query di ricerca sia contenuta sia nel corpo del testo che in tutti i meta dati (dal Title Tag, alla Meta Description, agli H1 e H2). Questo meccanismo sembra essere maggiormente confermato oggi, a fronte dell’aumento della lunghezza dei caratteri concessi agli snippet. Facendo una ricerca su Google, abbiamo infatti individuato almeno 3 casi diversi.

 1. Query nella metadescription, Title Tag e H1snippet

In questo snippet, apparso dopo aver digitato la query “Local marketing cos’è?”, notiamo che la lunghezza supera di gran lunga la media annunciata da google, arrivando sino a 288 caratteri. Questo dato ci sta ad indicare che Google non ha in realtà stabilito un limite massimo alla lunghezza dello snippet, arrivando anche fino a 300 caratteri se il contenuto è molto pertinente e di qualità. In questo primo esempio, andando ad analizzare i metadati tramite MOZ, è evincibile che lo snippet estrapolato corrisponde esattamente al primo paragrafo dell’articolo in questione, e che la query di riferimento è contenuta sia nella meta description che nel Title Tag e nell’H1 antecedente il paragrafo stesso.

2. Query contenuta soltanto nell’h1 e non nella meta description

A sostegno dell’ipotesi di cui sopra, ossia che lo snippet possa anche non prendere in considerazione la meta description bensì altri dati all’interno della pagina, vi è questo secondo esempio, apparso tra i risultati organici come snippet in primo piano in risposta alla query “come ottenere un rimborso volo”. snippet lunghezza Anche in questo caso la lunghezza dei caratteri è superiore alla media annunciata da Google, risultando essere di 283 caratteri. In questo secondo esempio, la meta description non viene assolutamente presa in considerazione nello snippet, bensì, come emerge dall’analisi tramite MOZ, viene considerata come pertinente la query contenuta esclusivamente nell’H1 snippet metadati rimborso volo

3. Query contenuta nel Title Tag e nell’H1 ma non nella meta description

In quest’ ultimo esempio di snippet, apparso in rispsota alla query “come scegliere piscine fuori terra”, i caratteri sono in totale 103 (e quindi inferiori alla lunghezza massima), andando ancora una volta a confermare l’ipotesi iniziale secondo la quale la lunghezza viene stabilita di volta in volta, senza limiti minimi o massimi vincolanti. snippet caratteri san marco Anche in questo esempio la query in questione è contenuta nel title tag e nell’h1 ma non nella meta description. Osserviamo inoltre che in quest’ultimo caso lo snippet ci rimanda direttamente alla pagina di categoria di un sito e-commerce, sfatando la leggenda secondo la quale sia utile lavorare soltanto su eventuali blog dei siti e-commerce affinché essi appaiano come snippet in risposta a delle query di ricerca. Anche una pagina di categoria, se ben lavorata, viene premiata da google in questo senso. Ricordiamo ovviamente che lo snippet non influenza e nulla ha che fare con il posizionamento in serp, ma sicuramente contribuisce ad un incremento dei CTR, mettendo in evidenza l’url stesso. snippet metadati L’intento di quanto sinora esposto non è ovviamente sminuire l’importanza della meta description, bensì sottolineare quanto sia fondamentale una maggiore attenzione alla pertinenza tra le query che inseriamo nei nostri meta dati con il corpo del testo, e all’importanza di inserire le query in maniera strategica non solo nelle meta description o nei Title Tag, ma anche e negli H1. Tornando alla domanda iniziale “è opportuno allungare le nostra meta description?”, la risposta è ancora una volta no, mentre sarebbe più che opportuno ottimizzarle ulteririormente, cercando di inserire delle descrizioni che non risultino un mero agglomerato di keywords, ma delle query vere e proprie. Per concludere, si potrebbe affermare che a segnare realmente la differenza sia il tenere bene a mente non solo “quanto cercano”, ma soprattutto “come cercano le persone .
e-commerce-770x436-1

Come implementare la tua campagna Advertising su Facebook in 6 step

Come implementare la tua campagna Advertising su Facebook in 6 step

Impostare una campagna di Facebook Advertising seguendo pochi passaggi, semplici ma efficaci

Facebook ha convinto ormai anche i più scettici. Sempre più utenti che vedono Facebook come un mercato sociale (1,8 Miliardi di interazioni l’ora) a cui dedicare (gran)parte del budget aziendale con l’obiettivo di promuovere il proprio Brand e per produrre vendite. La crescita delle attività legate a Facebook Advertising, e dunque a pagamento, parallela al calo registrato dalla ricerca organica si spiega in pochi dati:
  • Le Ads di Facebook portano alle Fan Page circa il 77% di fans in più rispetto alle Fan Page che non le utilizzano;
  • Le Ads di Facebook generano circa il 96% di click in più alla voce Engagement;
  • Le Ads di Facebook generano circa il 126% di impressions in più alle fan Page e ben il 225% in più ai singoli Post.
Questo spiega perché sempre più aziende e professionisti scelgono di diversificare il budget utilizzando anche le inserzioni di Facebook.

facebook-adv-6-step

6  Step da considerare per la creazione di inserzioni Facebook efficaci

1. Non utilizziamo Facebook Pixel? Forse ci stiamo perdendo gran parte del divertimento

Dopo aver preso un minimo di dimestichezza con Facebook Business Manager, lo step più importante da compiere è quello di installare e utilizzare Facebook Pixel. Grazie a Google Tag Manager implementare Facebook Pixel sul nostro sito web e tracciare le conversioni provenienti dal social network è oggi più semplice. Tracciare ed analizzare le conversioni operate dal traffico proveniente da Facebook rende il ‘gioco’ più divertente. Ciò non solo ci consente di avere il polso reale del nostro operato su Facebook, ma ci fornisce anche dati utili ad ottimizzare le inserzioni future rifinite sul comportamento degli utenti.

2. Come creare i nostri Pubblici Target per le campagne di Advertising

Crearci dei pubblici Target prima di avviare campagne di advertising ci consente di fare Remarketing con coloro che già ci conoscono, hanno già contatti con noi o hanno già acquistato un nostro prodotto. Le Custom Audience ci permettono infatti di mostrare i nostri annunci a 3 gruppi di persone:
    • Coloro che hanno visitato il sito web
    • La nostra lista clienti
    • Coloro che utilizzano o hanno scaricato la nostra app
Ottenere risultati da un pubblico che già ci conosce o, meglio, che è già fidelizzato, sarà di sicuro un’operazione che porterà più risultati. E in questo Facebook Pixel ci aiuta moltissimo.

3. Creare campagne con macro-obiettivo “Conversione”

Le campagne impostate sulla “Conversione” hanno come obiettivo quello comunicare con gli utenti di Facebook più propensi a rispondere positivamente alle azioni richieste all’interno del nostro sito web. Le conversioni da impostare, e dunque gli obiettivi, possono essere di varie tipologie. Possiamo porci come obiettivo quello di richiamare l’utente ad effettuare un acquisto, a compilare un modulo, a rilasciarci dei dati utili, ad iscriversi ad un determinato servizio o a scaricare un determinato contenuto. Inoltre, gli obiettivi raggiunti possono anche svelarci degli elementi comportamentali determinanti per la creazione di futuri pubblici di remarketing: sapendo il termine più ricercato sul nostro sito potremmo ad esempio creare pubblici di interesse ad hoc, a cui poi poter inviare determinate informazioni.

4. Creare campagne con macro-obiettivo “Considerazione”

Le campagne impostate sull’obiettivo “Considerazione” sono in genere le campagne più utilizzate per 2 semplici motivi. Il può banale dei motivi, ma non certo da trascurare, consiste nel fatto che gli utenti sui social network sono più propensi all’interazione. Di sicuro è interessante sapere anche che i micro-obiettivi associati a questa tipologia di campagna risultano essere i più trasversali:
    • Possiamo porci come obiettivo quello di avere maggior Traffico sui nostri canali;
    • Possiamo ambire a creare più viralità attraverso l’Interazione e coinvolgendo un pubblico più propenso a farlo;
    • Ambire ad un pubblico più propenso a Scaricare una nostra App o a visualizzare un nostro video;
    • Entrare in contatto con utenti più propensi a contattarci e chiederci informazioni via Facebook Messenger;
    • Possiamo porci come obiettivo quello di fare Lead Generation, e dunque acquisire contatti e nuovi Lead.
Quest’ultima, la campagne di acquisizione contatti, è tra quelle che sicuramente desta maggior interesse per la sua efficacia. Di facile impostazione, grazie alla Lead generation campaign possiamo proporre un vero contact form agli utenti di Facebook in cambio di un e-book, un coupon sconto o ingresso omaggio da scaricare.

5.Pubblici Target per comportamento, interessi, dati demografici

Impostato l’obiettivo a livello di campagna, l’impostazione del gruppo di inserzioni ci permette di definire con precisione il nostro Pubblico Target, il budget da dedicare all’intera campagna di inserzioni e il posizionamento delle nostre inserzioni all’interno di Facebook, Instagram e altri network associati al ‘Mondo Zuckerberg’. Settare al meglio i gruppi di inserzioni sulle caratteristiche dei pubblici target è la fase più importante tra tutte le operazioni di impostazione. Facebook lo sa bene e ci mette a disposizione una serie di tools e parametri per restringere al meglio l’audience di nostro interesse. Possiamo restringere il campo d’azione delle nostre inserzioni in base al Comportamento degli Utenti. Infatti grazie al Behavior Targeting di Facebook le nostre campagne raggiungeranno le persone in base agli acquisti fatti in passato, le intenzioni d’acquisto, l’utilizzo dei devices, i loro gusti e le loro caratteristiche comportamentali. “Ci rivolgiamo a coloro che guidano un auto o una moto?“ “Viaggiano spesso o una volta all’anno?” “Sono propensi agli acquisti online o preferiscono la cara vecchia bottega di quartiere?” La selezione della nostra audience può avvenire anche in base agli Interessi degli Utenti presenti su Facebook. L’Interest Targeting infatti, ci consente di raggiungere un pubblico sulla base dei loro interessi che Facebook è in grado di carpire, come ad esempio le attività svolte, gli hobby, le pagine di interesse e gli argomenti di interesse degli utenti. “Amano il mondo del business o l’arte?” “A questa ragazza piace fare shopping per sé stessa o per suo figlio?” “Amano il fitness o l’arte culinaria?” Selezionare il nostro pubblico anche in base ai Dati demografici è basilare per qualsiasi tipo di campagna digitale. Non possiamo proporre ricambi per auto di alta gamma ad un 17enne che si trova a Berlino per motivi studenteschi. In questo ambito, Facebook ci fornisce una serie di opzioni veramente interessanti. Possiamo restringere il nostro raggio d’azione individuando audience in base all’età, location di residenza o di permanenza, lingua parlata, relazioni personali, tipologia di lavoro, origine etnica ecc. “Possiamo proporre un pacco di orecchiette pugliesi da acquistare online ad un adulto single che vive a Milano per lavoro ma che è nato e ha sempre vissuto in Puglia?” Incrociando dati demografici, interessi e caratteristiche comportamentali abbiamo la possibilità di definire al meglio il nostro pubblico.

 imbuto

6. Creatività e caroselli

L’ultimo step prima di lanciare la nostra campagna consiste nella creazione dell’inserzione, definendo il formato, il Copy, le immagini e guarnendo tutto con una buona dose di creatività. Soffermandoci sulla scelta del formato, il Carosello di Facebook è uno dei formati che racchiude in se quasi tutto ciò che un inserzionista può chiedere. I contenuti visuali impreziositi da un buon storytelling sono i due ingredienti che ogni annuncio dovrebbe avere, ebbene le Carousel Ads riescono a combinare questi due elementi in maniera davvero efficace Attraverso un’inserzione in formato Carosello possiamo
  • Dettagliare le caratteristiche principali del nostro prodotto (o un’intera linea di prodotti)
  • Dare visibilità al nostro Brand
  • Mettere in risalto la promozione in atto
  • Possiamo comporre un’inserzione completa di copy, immagini ‘scrollabili’ e molto mobile-friendly (fino a 10), Titolo e didascalie per ogni immagine o video, link per ogni immagine o video (c’è da sbizzarrirsi!), Call to action in evidenza.
Serve altro?

Hai qualche domanda? Scrivici!

Desideri approfondire qualche argomento relativo all’utilizzo delle Facebook Ads e i vari strumenti messi a disposizione per le aziende? Commenta pure.
cover-fbm1-770x436-1

Promuovi la tua attività su Facebook? Ecco 4 buoni motivi per cui dovresti utilizzare Facebook Business Manager

Promuovi la tua attività su Facebook?

Ecco almeno 4 buoni motivi per cui dovresti utilizzare Facebook Business Manager

Tra le varie opinioni che aleggiano sull’efficacia di promuovere la propria attività su Facebook ormai se ne sono sentite tante. Complici le nuove restrizioni in ambito news feed e il conseguente calo della reach organica, alcuni “esperti” sostengono che promuovere la propria attività attraverso una fan page di Facebook non abbia più tanto senso. Mi trovo personalmente in disaccordo con tale corrente di pensiero. Trovo, al contrario, che Facebook continui a rappresentare il miglior social network orientato alla promozione di attività commerciali, grazie anche a strumenti quali Facebook Business Manager, strumento utile a gestire le Fan Page aziendali in maniera più professionale. Che argomenti tratteremo all’interno di questo articolo:
  • Perché è così importante fare Business su Facebook
  • Perché è importante investire (anche) in Facebook Ads
  • Come rendere la propria Fan Page più efficace
  • Lo strumento di monitoraggio su Facebook

1. Più autorevolezza agli occhi di ormai 1,8 Miliardi di potenziali acquirenti

1,8 Miliardi di utenti. Questa cifra potrebbe bastare per spiegare le potenzialità di Facebook. E considerando che le opportunità di fare business aumentano in maniera direttamente proporzionale all’autorevolezza della nostra azienda, capiamo bene quanto possa essere determinante rendere il nostro brand ben visibile e con una buona reputazione agli occhi di un’utenza in target anche su Facebook. Facebook Business Manager è lo strumento di Facebook che ci aiuta a gestire la nostra Fan Page Aziendale in maniera professionale dandoci la possibilità di gestire campagne da un account pubblicitario verso un pubblico target ben delineato; ci dà la possibilità collegare le fatture e altra documentazione al nostro profilo aziendale; abbiamo la possibilità inoltre di gestire più fan page di varie aziende attraverso un unico account. Creare un account Business Manager per la propria azienda o per l’azienda per cui gestiamo gli annunci pubblicitari, è semplice e completamente gratuito.

business_manager

2. Ecco perché dovreste spendere almeno 1 euro al giorno in Annunci Facebook

Con l’evoluzione delle funzionalità e strumenti di Facebook, promuovere la propria attività utilizzando gli Annunci Facebook è un’attività fortemente raccomandata per accrescere la propria Business Awareness sia in ambito B2B che B2C. Ecco perché: • Le Ads sono in grado di raggiungere un audience più ampia rispetto alla radio e la TV, agendo in qualsiasi paese • L’audience raggiunto è inoltre più specifico e non generico • Utilizzando Business Manager, disponiamo di uno strumento altamente sofisticato per la creazione di pubblici target, quasi alla pari di Google AdWords • Possiamo spendere anche appena 1 euro al giorno • Il costo per 1000 impressions tra gli strumenti di comunicazione è il più basso di sempre. Ovvero poco più di 21 cent per 1000 impressions, solo l’1% della media costi tramite TV. • E’ la maniera più immediata per poter raggiungere degli obiettivi a medio-breve termine ed è utile come attività legata al Local Marketing Non è uno scherzo

facebook-tv-radio

Sappiamo che è quasi impossibile vendere il proprio prodotto a chi non è neanche a conoscenza dell’esistenza del prodotto stesso. Con appena 1 euro giornaliero un’azienda è in grado di raggiunge mediamente 4000 utenti che non avrebbe mai comunque raggiunto. Rinuncereste a più Awareness rispetto ai competitors per un “risparmio” di 30 euro mensili? Non credo.

3. Non solo Likes, ma più leads e campagne intelligenti

La maggior parte delle aziende hanno “scoperto” solo di recente le enormi potenzialità di fare business attraverso Facebook: “Oggi basta essere presenti su Facebook” (cit.). E’ Vero, ma bisogna focalizzarsi sul modo più efficace per fare anche business sul social network. Oggi non è più sufficiente avere una Fan Page “caccia-like” e delle esperienze da raccontare bene, ormai Facebook offre anche degli strumenti utili ad od ottenere più Leads e traffico da veicolare sul proprio sito. Le attività fondamentali in tal senso diventano essenzialmente due: gestire una pagina capace di generare Lead e ottimizzare gli annunci pubblicitari su Facebook. Come anticipato in un altro nostro recente articolo, la Fan page diventa il nostro biglietto da visita (uno dei tanti di cui disporre online), la vetrina del nostro shop ricco di contenuti testuali, immagini, ma anche offerte, prodotti e promozioni. Avendo come riferimento il nostro SEO playbook, ottimizzare ogni pagina, link, immagine, tab ed informazione della nostra pagina aziendale ci permetterebbe non solo di ottenere Like (a nessuno piace avere meno like della concorrenza, sia chiaro) ma anche di gestire uno strumento efficace per la nostra Lead generation. Ancora più interessante (tanto da meritare un capitolo a parte) risulta essere l’ottimizzazione delle Ads attraverso Facebook Business Manager, utilizzando strumenti quali Power Editor o l’Account pubblicitario. Grazie a Facebook Business Manager avremo la possibilità di ottimizzare al massimo le nostre campagne di advertising su Facebook, indirizzando gli annunci verso pubblici ben definiti e focalizzandoci sugli obiettivi prioritari dell’azienda. Riguardo questi ultimi, la cosa fondamentale è sempre quella di avere ben a mente il reale obiettivo per cui si sta costruendo un annuncio. E’ il primo passo per iniziare a costruire Ads utili al nostro business. In questo gli strumenti presenti nel Business Manager ci semplificano la vita, indirizzandoci già verso tre macro obiettivi
  • Awareness, con l’obiettivo di promuovere il proprio brand e massimizzare le impressions sui contenuti pubblicati;
  • Consideration con diversi micro obiettivi orientati più all’interazione degli utenti sui contenuti pubblicati;
  • Conversion con l’obiettivo di portare l’utenza a completare delle azioni su sito/i web.

campagna-business-manager

4. Facebook insights, grafici accurati e semplici

Facebook Insights è uno degli tra i più interessanti tra quelli recentemente rinnovati dal social network fondato da Mark Zuckerberg. Ciò che trovo estremamente positivo di questo strumento è la semplicità con la quale chiunque, anche i meno avvezzi, possono leggere dati e performance della propria pagina aziendale. Già la schermata di Overview viene data una buona panoramica sulle performance dei post pubblicati in un intervallo temporale che va dagli ultimi 7 agli ultimi 28 giorni. Tra tutti i tab proposti in panoramica, quelli che trovo molto interessanti sono i tab relativi alle Azioni complessive sulla pagina, ai Likes, alle Interazioni coi post e quello relativo alle persone che seguono la pagina. Tutti riportano un grafico con i volumi e trend relativi all’engagement generato dai contenuti organici e a pagamento. Naturalmente ogni report completo può essere scaricato attraverso un semplice click. Subito dopo, la pagina di Overview propone una tabella molto pratica sulla Reach dei 5 post più recenti con i dati relativi alla copertura organica e a pagamento, le interazioni complessive e i click sul post.

insights-facebook

Naturalmente per avere il polso reale delle performance è sempre meglio approfondire andando fare “digging” all’interno delle sezioni principali di Facebook Insights, come quelle relative alle Visualizzazioni, ai Dati delle persone che hanno interagito con la pagina o col Negozio associato alla Pagina.

Hai qualche domanda? Scrivici!

Desideri approfondire qualche argomento relativo all’utilizzo di Facebook Business manager, Facebook Ads e i vari strumenti messi a disposizione per le aziende? Commenta pure.
local-link-building-img-770x385-1

Local link building: cos’è e 8 consigli pratici

Cos’è la Local link building?

La local link building è quel segmento della strategia di marketing locale off-site che racchiude tutte le azioni di ottimizzazione per i motori di ricerca il cui obiettivo è promuovere un sito sul web attraverso la costruzione di una rete di link in entrata.

Per rendere efficace una strategia di local marketing, le attività off-site hanno un ruolo fondamentale per la costruzione di una rete di collegamenti che valorizzi la local link building accrescendo la popolarità del nostro sito.
Prima dell’avvento del 2.0, quando il web non era fatto di relazioni e i social media non esistevano, Google riconosceva quali elementi determinanti ai fini dell’aumento della popolarità i link in entrata ovvero i link che da un sito terzo rimandavano al nostro. Per questa ragione l’attività di SEO off-site tendeva a coincidere con quella di link building. L’avvento delle community online, lo strapotere di Facebook e tutti gli altri social media hanno influito sul cambiamento dell’algoritmo di Google che oggi tiene in forte considerazione i fattori social ai fini del posizionamento.
In questo post c’è tutto ciò che serve per impostare una local link building di successo. A partire dalla definizione di local link building si discuterà sull’importanza delle attività SEO off-site, su come riconoscere un buon link, fino ad arrivare a consigli concreti sui quali basare una strategia da mettere subito in pratica per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Cosa troverai in questo articolo:

8 consigli per la tua local link building:

  1. Qualità
  2. Quantità
  3. Target
  4. Partnership
  5. Competitor
  6. Content
  7. Digital PR
  8. Eventi

local-link-building-img-2

Local link building: pertinenza e prossimità

Scopriamo gli elementi che fanno la differenza per la tua strategia off-site Local

L’avvento delle community online, lo strapotere di Facebook e tutti gli altri social media hanno influito sul cambiamento dell’algoritmo di Google che oggi tiene in forte considerazione i fattori social ai fini del posizionamento.
La local link building è una sottile eccezione e un backlink che può sembrare “inutile” nella classica link building, può avere considerevole valore in una campagna di local link building, a prescindere dall’authority o dal ranking del dominio che ce lo invia. Sono due gli elementi che fanno la differenza e sono:

  • la prossimità: è necessario chiedersi se un determinato link può essere rilevante nella propria località, nel proprio settore e nella propria nicchia di mercato;
  • la pertinenza: per scalare la SERP è molto importante che i collegamenti si riferiscano a una prospettiva locale e settoriale secondo il quartiere, la città o la provincia. Se i link sono “localmente” pertinenti apportano valore alla local link building.

A partire da questi due elementi, diventa chiaro che il nostro profilo di backlink si arricchirà nel momento in cui riusciamo a instaurare connessioni con attività, siti, blog e influencer appartenenti al nostro stesso settore o a nicchie di prodotti di mercato che ci rappresentano. Occorre evitare dunque siti che trattano argomenti non coerenti con il nostro ambito d’interesse, che siano inattivi da tanto tempo o con uno spam score alto. È sbagliato avere come obiettivo la quantità, ma bisogna sempre puntare alla qualità.

Come riconoscere un buon link

Qualità e autorevolezza del dominio sul territorio di riferimento

Per una local link building che contribuisca alla costruzione di una local SEO efficace, è molto importante monitorare la provenienza dei link valutandone la qualità. L’ottenimento di un link “buono” nasconde dietro di sé una lunga attività di strategia, scelte e decisioni. Ma la strategia deve partire da una domanda cruciale: quali sono i link utili, quelli che possono portare visibilità e visite al nostro sito e dunque popolarità?
Rispondere a questa domanda è molto complesso, soprattutto se consideriamo l’ambito locale, che differisce di molto da un ambito più ampio come quello nazionale. Il focus deve essere su qualità e autorevolezza dei domini di provenienza senza trascurare però la quantità di backlink sul territorio di riferimento. Cerchiamo dunque di capire come riconoscere un buon link.
Possiamo definire un link “buono” se:

  • produce traffico dal sito referral, ovvero dal sito su cui il link è pubblicato;
  • produce visibilità al nostro brand rendendolo riconoscibile, dunque popolare;
  • porta miglioramento alla nostra reputazione incrementando l’authority e l’affidabilità del nostro sito.

Si tratta di caratteristiche strettamente legate tra loro: i link esterni generano traffico da referral che influisce a sua volta positivamente sull’importanza del brand e della sua reputazione. In parole ancora più semplici, un buon link è quello che ci consente di far crescere la popolarità e l’authority del nostro sito.
Ma questo non è sufficiente. Nei prossimi paragrafi di questo articolo spiegheremo in che modo i link e le azioni off-site possono portarci i benefici sperati e su quali riferimenti creare la nostra strategia con 8 consigli per la tua local link building.

local-link-building-cos-e-img

Una local link building di successo non può prescindere dagli elementi che seguono:

1. Qualità

Nella realtà locale la prima cosa da fare è guardarsi intorno, analizzare l’ecosistema in cui la nostra attività è calata e fare una selezione. Community, riviste locali on line, directory, forum: queste sono alcune delle realtà in cui inserirci e provare a farci conoscere. Valutiamo con cura i siti che contengono un link verso il nostro sito. Non è necessaria una gran quantità di link, l’importante è che quelli che conducono al nostro sito siano proficui e di qualità. Non perdere mai di vista i backlink, non è detto che un backlink buono oggi lo sia in eterno. Potrebbe succedere che il sito che ce lo invia abbia a sua volta delle penalizzazioni oppure inizi a linkare altri siti in modo sconsiderato. È quindi importante monitorare con costanza l’authority e la popolarità dei siti che ci inviano link e la qualità delle pagine in cui viene citato il nostro sito web.

2. Quantità

Inserire i contatti dell’azienda nelle directory locali, in siti di nicchia e associazioni di imprese, sempre in un’ottica local SEO può portare indubbi vantaggi. In più directory si è presenti sul web, più gli utenti possono raggiungerci con facilità.

3. Target

L’authority di un sito è tra i primi 3 fattori in ordine di importanza ai fini del ranking e quindi considerarla nella nostra strategia è importante. Tuttavia, dobbiamo valutare innanzitutto quanto e dove il nostro target di riferimento è presente e attivo. Il nostro target esiste e dobbiamo inseguirlo. Anche se questo significa raggiungerlo su un sito con bassa authority, ma con molto traffico.

4. Partnership

Ogni attività local ha delle partnership con fornitori o aziende affini. Ogni partner, a sua volta, potrebbe avere collegamenti interessanti da cui poter attingere e intessere così una rete. In ambito local SEO, bisogna fare leva soprattutto sulle collaborazioni con imprese locali dello stesso settore, con aziende presenti nello stesso edificio o con membri della stessa associazione d’impresa. È il modo migliore per aumentare la possibilità di raggiungere i potenziali clienti locali che stanno cercando in rete determinate attività.

5. Competitor

È importante tenere in considerazione il contesto in cui la nostra attività è calata. E in questo contesto un ruolo fondamentale è rappresentato dalla concorrenza. Analizzare i nostri competitor può portarci numerosi vantaggi. Innanzitutto può aiutarci a comprendere le sue mosse, “copiarlo” e magari anche anticiparlo. Ma soprattutto può aiutarci a prendere spunto su cosa fare.

6. Content

È l’elemento fondamentale per una buona link strategy. Se non abbiamo qualcosa di interessante da dire, difficilmente qualcuno sarà disposto a condividerla. Il nostro consiglio è di non fare attività di blogging se non si ha qualcosa di veramente originale e unico da dire. Piuttosto che parlare dei trend del momento oppure delle breaking news provate a creare contenuti di nicchia.

7. Digital PR

L’attività di digital PR viene svolta con il fine principale di creare relazioni forti e durature con amministratori di altri siti, blogger, influencer e opinion leader e far sí che essi parlino di voi, dei vostri prodotti o servizi. Anche la link building ha lo stesso obiettivo dell’attività di relazioni pubbliche online, con l’unica differenza che mentre la prima è caratterizzata da un rapporto più freddo e distaccato, l’approccio di PR online è necessariamente più umano. Sconsigliamo di effettuare ogni azione con il solo fine di promuovere il brand o i prodotti; spostare il focus e le conversazioni anche al di fuori del semplice lato professionale, inoltre, può portarvi a costruire delle relazioni importanti.

8. Eventi

Per un’attività local gli eventi possono essere l’elemento più strategico in assoluto. Sono il momento in cui online e offline convergono e in cui possono nascere le migliori relazioni. Ogni evento di settore deve essere adeguatamente documentato e magari raccontato in tempo reale attraverso i social media. Organizzare un evento invece richiede molto più sforzo, ma se ben fatto i ritorni possono essere notevoli. Portare persone nella vostra azienda è una grandissima opportunità per costruire le migliori relazioni di lungo periodo, promuovere il brand e far provare i vostri prodotti.

Attività come queste vi aiuteranno nel posizionamento del vostro brand sia online che nella community locale.

TUTTI I SEGRETI DELLA LOCAL SEO NEL LIBRO LOCAL MARKETING DI FRANCESCO ANTONACCI E CRISTIANO CARRIERO. ORDINALO SUBITO!

local-marketing-libro-francesco-antonacci-cristiano-carriero

Hai ancora dei dubbi su cos’è la local link building?

In questo articolo abbiamo introdotto uno dei temi più rilevanti tra gli ambiti che compongono una strategia di Local Marketing. L’importanza delle azioni off-site e la costruzione di collegamenti di qualità rendono la local link building uno dei segmenti più interessanti della Local SEO strategy, oltre ad essere un’attività in continuo aggiornamento.
Hai già iniziato a pianificare la tua local link strategy? Stai portando avanti azioni di local link building per il tuo negozio? Discutiamone insieme nei commenti.