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Link Building: da dove iniziare

Link building: di cosa si tratta?

Tra le diverse attività svolte in un’agenzia di digital marketing, quelle inerenti al lavoro off-site sono le più sottovalutate del settore: una di queste è la link building, che per essere efficace, richiede tempo e costanza, ma soprattutto pazienza ed attenzione.
Ma cos’è la link building?
Parliamo di un’attività SEO mirata a ottenere link di collegamento verso il nostro sito web, pagina di categoria o prodotto, da un altro sito (backlink). L’obiettivo è ottenere più traffico verso il proprio sito web o Ecommerce, e migliorare il posizionamento nella SERP di Google.
 

Tutta una questione di attributi e fonti

Per costruire backlink di qualità bisogna conoscere le varie tipologie di link esistenti, ad esempio:

  • link editoriali, costituiti da articoli mirati all’inserimento di collegamenti al proprio sito web. A loro volta, tali link possono essere richiesti (pubblico scelto in base alle proprie esigenze, quindi link di qualità) o non richiesti (di solito sono i più duraturi nel tempo e certificano un certo grado di notorietà del proprio brand);
  • link generati dagli utenti, come commenti su blog e forum, o directory non moderate. In questo caso si parla di collegamenti di bassa qualità, che hanno un peso inferiore rispetto a link di tipo editoriale.

Oltre a questa distinzione, i link sono categorizzati per attributo rel. Esso è utilizzato per descrivere la relazione tra la pagina del sito che ospita il nostro link e il link di destinazione posizionato:

  • rel=”follow”: si ottiene un passaggio di autorevolezza, dal sito web che ospita il backlink al sito di destinazione;
  • rel=”nofollow”: il sito web che ospita il backlink suggerisce al motore di ricerca di non trasferire la propria autorevolezza al sito di destinazione.
  • rel=”sponsored”: indica quali link costituiscono una pubblicità, un banner o un posizionamento a pagamento.

Gli attributi sono utilizzati dal motore di ricerca anche per distinguere i link principali da tener conto per il posizionamento nella SERP (link follow) dai cosiddetti “suggerimenti” (nofollow, sponsored e UGC).

 

Link building: come ottimizzare articoli già esistenti in rete?

Sono diverse le strategie di link building attuabili: la scelta di quella giusta per ciascuna azienda si basa sulle sue necessità, sulla sua cronologia e sul posizionamento SERP in un dato istante.

Un esempio è il caso di Fiore di Puglia, azienda per la quale seguiamo l’attività di digital marketing, produttrice di taralli pugliesi e affini, ci sta dimostrando come un sito web possa avere backlink di qualità in modo naturale.
Attraverso una ricerca approfondita e con l’ausilio di tool specifici, sono emersi articoli in cui l’azienda veniva menzionata, sia per premi vinti che per il lancio di nuovi prodotti, ma dove non erano presenti backlink. Ottime occasioni per collegare schede prodotto, news o l’homepage: in questo caso, l’obiettivo era inserire link all’interno di articoli già esistenti. Una volta raggiunto un accordo, il processo di link building inizia a prendere forma, ottenendo così i primi link editoriali, garanzia di qualità.
Successivamente, si procede con le fasi di analisi e monitoraggio attraverso strumenti di web analytics, valutando se il backlink inserito stia migliorando la posizione sulla SERP di Google. Si verifica anche l’efficacia della keyword scelta, a cui è stato ancorato il link di destinazione.
Per l’azienda in questione, la scelta è ricaduta sulla parola di brand “Fiore di Puglia”, puntando sul rafforzare il posizionamento e l’autorevolezza del brand.
In altri casi, invece, si è scelto di ancorare il backlink a keyword affiliate al marchio: si indirizza l’utente verso pagine di categoria o schede prodotto specifiche.

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Influencer marketing: come fare storytelling con gli influencer

Influencer e storytelling sono forse tra le parole più abusate del digital marketing – qualunque sia il settore in cui si sta lavorando, che sia un Ecommerce di cosmetici, o che si stia facendo un’analisi di mercato arredamento, o  si stia operando nel web marketing turistico. Eppure, quando mettete a punto la vostra tattica con trigger, definite la “strategia definitiva”per gestire l’Ecommerce, o affinate tool (e coltelli) da draghi delle vendite online, probabilmente dimenticate una parte molto importante dell’intero sistema: gli utenti.

Anche gli utenti hanno le loro tattiche, tecniche e strategie

Non useranno magari tool e strumenti, ma gli utenti sanno decisamente riconoscerli e sanno anche come proteggersi. Ormai è un fatto: gli users hanno sviluppato i loro trust issues, cioè i loro metodi per verificare la veridicità di brand, prodotti e comportamenti online, e hanno sviluppato le proprie tecniche di difesa dall’online advertising. D’altronde, fondamentalmente le persone non fanno ricerche online per essere attaccati da offerte di Ecommerce di abbigliamento o di prodotti cosmetici o farmaceutici, ma ci si collega al web per perseguire i propri scopi personali. Surfare tra contenuti brandizzati, ignorando tutte le proposte e offerte non richieste, è un consapevole meccanismo di selezione naturale e attenzione verso ciò che è rilevante ai propri fini. Eppure anche in un panorama di pubblicità e call to action costanti, i brand e le aziende sopravvivono – anzi, fioriscono – intercettando il proprio target. La domanda quindi è: come rendere i propri contenuti davvero interessanti? Come stabilire quella connessioni brand-cliente che supera la mera ADV? Come si costruisce una relazione di fiducia per entrambe le parti? La risposta è semplice: raccontare una storia – esatto, fare storytelling. Ogni brand ne ha bisogno.

Come fare storytelling in modo credibile e coerente

Ci sono dei motivi per cui le storie funzionano. In un mondo sempre più carico di competitor ad ogni livello, la comunicazione di nessun brand o di nessun Ecommerce può limitarsi a ricalcare i soliti refrain: Noi siamo i migliori!/ Esistiamo dal lontano 19xx/ Compra da noi perché abbiamo i prezzi più bassi!. È tempo di cambiare musica. Non solo: bisogna specificare che generare traffico non significa generare direttamente engagement e conversioni. Aumentare le visite al tuo sito web non produce un diretto aumento delle vendite o dei lead. Gli utenti cercano ragioni per comprare il tuo prodotto: l’esperienza che rende rimarcabile il tuo servizio rispetto a quello degli altri; gli utenti ricercano la filosofia di vita che sostiene la tua azienda, i tuoi prodotti e servizi, per capire se sono interessati o meno. Ogni brand, ogni marchio, ogni azienda che vuole sopravvivere al mercato online può solo fare una cosa: raccontare la sua storia, trovare la sua idea distintiva, entrare in reale comunicazione con i propri utenti.

Impara a vendere attraverso la regola Show&Tell

L’influencer marketing è un’arte sottile e gli influencer possono essere armi potenti da maneggiare con la dovuta attenzione. I casi di storytelling di successo insegnano che, per avere una narrativa convincente e creare un legame brand-customer avvincente, bisogna puntare e risvegliare i valori profondi cui il brand si ispira. Questo è uno di motivi per cui molte agenzie di comunicazione e marketing delineano una personalità basata sui valori fondanti del proprio brand. Lo storytelling del brand non deve riguardare esclusivamente la promozione del brand, ma abbracciare la conoscenza e l’informazione dei suoi prodotti, valori, mission e vision. Delineare la comunicazione aziendale fondandosi  sui principi ispiratori è molto più saggio che basare la strategia di comunicazione basata sulle specifiche caratteristiche del prodotto. In questa cornice, individuare influencer che siano di reale supporto alla filosofia aziendale, che la rappresentino naturalmente o che sappiano reinterpretarla portandola ad un livello più ampio (o ad un nuovo target) significa fare jackpot. La regola dello Show&tell è proprio questa: mostrare e parlare del proprio prodotto, dei propri valori, della propria filosofia aziendale nel day by day, nel suo semplice svolgimento, meglio ancora se supportata da qualcuno che incarni quegli stessi valori e idee – e abbia numerosi follower sui social. Il must è quindi sell through show and tell ed è in quest’ottica che entra in gioco l’influencer marketing. L’influencer può essere il mezzo fisico che mostra e amplifica il tuo spettacolo.

Non dimenticarti mai di scrivere per i tuoi lettori

Questa che sembra una regola di un corso di scrittura creativa, è in realtà una validissima regola di digital marketing. Facciamo un passo indietro. Siamo sempre nella selva di internet. Gli utenti cercano informazioni all’interno di un bosco ricco di fiere acuminate assetate di clic. Il sito aziendale deve diventare il sito di riferimento per uno specifico topic o argomento di elezione.Questa regola vale per ogni tipo di strategia di marketing: vale per gli Ecommerce di elettronica, per il marketing farmaceutico, persino per il marketing degli agriturismi. wilton-cakes-blogUn esempio calzante in merito è dato dal case study di Wilton, il brand diventato punto di riferimento per il baking su misura. Il motivo è semplice: sul blog di Wilton troverete centinaia di contenuti interessanti e utili per il target tipo di Wilton. Ogni volta che l’appassionato di torte decorate ha un dubbio o ha bisogno di una ricetta stimolante va sul sito di Wilton per trovare ciò che gli serve – e lo trova. «Content is the king» è la regola aurea che mai bisogna dimenticarsi nel mondo digital. Il modo migliore per guadagnare credibilità e autorevolezza, oltre che per posizionarsi degnamente su internet, è pubblicare contenuti che rispondono ai bisogni dei tuoi lettori.  Individuare precisamente i bisogni del target, suddividendolo in tante buyer personas con differenti necessità e problemi, aiuta a centrare l’obiettivo riuscendo a soddisfare davvero le attese del pubblico. In un’era in cui i customers sono sempre più distratti e bombardati da pubblicità e contenuti di ogni tipo e forma, è chiaro che costruirsi la propria autorevolezza diventa strategico. Ma non basta solo cucire il proprio piano editoriale social sui desideri dei customers: bisogna anche scovare colui o colei che sappia dar forza e credibilità a quei contenuti.

Amplifica la storia del tuo marchio attraverso influencer

Esattamente come in ogni sistema sociale, ci sono persone che hanno più carisma e influenzano di più e meglio il giudizio, il comportamento e l’idee degli altri. Sui social e online, questo compito è svolto dagli influencer. In fondo, gli influencer sono degli storyteller: ognuno ha la propria storia, il proprio ruolo, il proprio personaggio. I buoni storyteller sono da sempre degli efficaci leader, che influenzano tramite le proprie storie e contenuti. Un brand dev’essere in grado di scovarli – ci sono vari tool atti a trovare l’influencer giusto per il brand – e di utilizzarli a proprio vantaggio. E scovare i creatori di contenuti di alta qualità che fanno già uso degli hashtag aziendali e magari sono già utilizzatori dei prodotti è il massimo.

Storytelling e influencer: binomio perfetto

Lo storytelling del marchio ha bisogno di uno storyteller e alcuni storyteller sono lo strumento più efficace di tutti. Gli influencer che adorano già il marchio, che ne sono già innamorati e sostenitori sono preziosissimi. Arruolarli per incrementare il successo del brand è importante per la propria strategia di influencer marketing. Innanzitutto, bisogna rintracciare gli influencer che già usano i prodotti o menzionano il brand e i suoi hashtag. Il passo successivo è analizzare le metriche di engagement. Inutile coinvolgere influencer-bot con migliaia di follower ma nessun commento: per raccontare una storia ci vuole un essere umano, capace di creare, condividere e commentare contenuti. Fondamentale è assicurarsi che il/ gli influencer selezionati condividano e rispecchino pienamente i valori del marchio e anche che usi un tone of voice simile o integrabile a quelli del brand. Importante è che anche la linea estetica e i contenuti visivi degli influencer corrispondano all’estetica generale del marchio. Se i contenuti prodotti dall’influencer stonano con il feed del brand, meglio pensarci due volte a coinvolgere quello specifico influencer. Allo stesso modo, ogni influncer dev’essere libero di interpretare e valorizzare il brand e i suoi prodotti nel modo che più gli è consono. Per questo individuare le “affinità elettive” tra brand e influencer adatti è un’operazione delicata e profonda.

Influencer Marketing per un Ecommerce di arredamento

Un esempio fortunato nel campo arredamento casa è l’attività di influencer marketing che Socialware sta svolgendo da Settembre 2019 con l’Ecommerce di arredamento ABITAREArreda con il progetto “Una stanza al Mese”.IMG_7318 In questo caso, sono state selezionate 4 igers differenti, ognuna con il suo stile, legate al mondo del design e arredamento casa. Si è chiesto loro di fare un acquisto dall’Ecommerce, scegliendo tra mobili e prodotti per arredare una stanza della propria casa. Attraverso la scelta del mobile, l’influencer può esprimere la propria personalità, declinandola in una serie di contenuti – post e stories – legati al brand, che viene chiamato in gioco attraverso questi contenuti ingaggianti. Ogni influencer racconta la propria storia, che diventa anche la storia del brand, reinterpretata e rielaborata, pane per gli utenti che possono ritrovarsi in queste dimensioni narrative. (Per chi volesse seguire le vicissitudini di questo progetto di influencer marketing, consigliamo di seguire l’hashtag #UnaStanzaAlMese)

In conclusione…

Lo scopo finale è quello di creare una storia il più possibile autentica e reale, vicina al proprio target, in cui ci si possa immedesimare o immaginare, che faccia sognare o pensare, e che sia amplificata e sostenuta dai più interessanti creatori di contenuti dell’epoca moderna: gli influencer.
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Cosa significa fare link building nel 2019

A cosa servono oggi i backlink? Qualche mossa vincente per ottenere quelli giusti

I backlink sono uno dei fattori che più influenza la classificazione organica di Google, pertanto la creazione e la gestione di un profilo backlink di successo è una delle maggiori preoccupazioni per i SEO.
La link building oggi poi, si sta evolvendo, nonostante siano ancora tanti, quelli che continuano a lavorare “old style” facendo danni ai propri siti web e a quelli dei propri clienti.
Nel 2019 fare link building significa servirsi di uno dei più potenti strumenti per ottimizzare il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca. Bisogna però saperlo fare bene!
Ti suggerisco quindi i principali tips da seguire ogni volta che ti approcci a questa attività:

  1. Ancore Brand: oggi è assolutamente indispensabile lavorare sul brand del proprio sito. Evitare quindi anchor text troppo commerciali e variarle di continuo deve essere il tuo pane quotidiano.
  2. Scelta dei siti: bisogna ricevere sempre e solo link da siti credibili. Devi evitare in maniera categorica contenitori di guest post e pieni zeppi di link ma devi puntare a siti con traffico reale e una linea editoriale seria. La tua regola deve essere alternare siti generalisti, siti verticali (del tuo stesso settore) e testate giornalistiche così da avere un profilo link credibile e solido.
  3. Costanza: l’attività di link building deve essere svolta con costanza. Un lavoro fatto bene sul lungo periodo, porta i risultati migliori.
  4. Pagine di destinazione: è necessario scegliere con cura la pagine obiettivo del proprio sito su cui far arrivare il link. Vanno identificate con attenzione, analizzando il mercato, le conversioni, le query e la struttura di linking interna del sito web.

Da quando ho iniziato a fare questo lavoro ho raccolto molti suggerimenti e fatto tante esperienze, che oggi ritengo assolutamente preziose per svolgere le mie attività quotidiane di link building.
Ecco una serie di mosse vincenti per tutti coloro che operano nel settore della SEO Off-site:

  1. Controlla periodicamente i backlink che ricevi attraverso strumenti pregiati come Semrush o Seozoom. Io utilizzo Semrush, pertanto vi mostrerò nello specifico tutte le operazioni che faccio utilizzando questo strumento. Il mio consiglio è di fare questo check ogni due settimane, dal momento che è il periodo di tempo impiegato da Google per indicizzare i nuovi link. La prima cosa da fare quindi è visionare il profilo Backlink del tuo progetto su Semrush, usare il filtro “Nuovi” e come opzione selezionare solo il tipo “Follow,” per avere modo di tracciare subito i backlink più preziosi. Organizza questi dati con la quantità di traffico referral indicata da Google Analytics e invia un bel report al tuo capo o al tuo cliente per dimostrargli che stai facendo un ottimo lavoro. Se poi vuoi andare ancora più a fondo e procedere con un lavoro certosino, rimanendo nel profilo backlink scegli l’ordine crescente per punteggio di fiducia, nella colonna a sinistra. Se trovi un link sospetto, non disperare, aggiungilo all’elenco rifiuta con un solo click. Consulta infine i backlink “Persi” dal tuo profilo, aggiungi il filtro “Follow” e seleziona poi l’ordine crescente nel “Punteggio di fiducia”. Operando in questa maniera potrai verificare i backlink persi da domini attendibili.
  2. Spiare un po’ i tuoi concorrenti fa bene alla tua salute lavorativa e a quella del tuo cliente! Digita il loro dominio su Semrush e analizza il loro profilo backlink. Potresti anche servirti di quei competitor menzionati da Semrush, ma potresti trovare grandi colossi come Amazon, Wikipedia e altri. Quindi il mio consiglio è di analizzare un competitor alla volta e verificare se possiede qualche backlink interessante che potresti ricevere anche tu. Creati una lista di siti e analizzali uno per volta su Semrush valutando il posizionamento organico, il numero di domini di riferimento e il Backlink audit tool, tramite il quale potrai verificare l’eventuale presenza di link tossici e quindi quanto effettivamente sia positivo o no ricevere backlink da quei domini.
  3. Trova idee che impreziosiscano i tuoi contenuti e rendano il tuo investimento! Oltre a guardare i trend topic sui vari social di riferimento a seconda del settore in questione, anche in questo caso potresti servirti dei tuoi rivali. Dopo aver inserito il domino di un tuo rivale su Semrush, nel report Pagine indicizzate, puoi trovare idee per strutturare contenuti in grado di attirare “backlink naturali”. Potresti renderti conto che ci sono tepic redditizi a cui non avevi mai pensato e che potranno essere di riferimento per la tua content strategy.
  4. Acquisisci backlink naturali e fai in modo che Google si innamori di te: oltre a creare contenuti interessanti che possano davvero coinvolgere il tuo pubblico, riduci drasticamente il numero di ancore commerciali e aumenta il numero di ancore brand o composte (mix tra nome del brand e testo aggiuntivo).
  5. Infine controlla lo stato di salute dei tuoi backlink attraverso uno strumento chiamato Backlink audit Tool. Una volta impostato saranno automaticamente raccolti tutti i backlink raccolti dal database di Semrush e dalla Search Console di Google. Potrai quindi verificarli e decidere o di metterti in contatto con i proprietari dei siti web chiedendo loro di rimuovere il link, aggiungere il link ad una lista Disavow o mantenere il link se non sembre essere dannoso.

Per il momento penso possa bastare….alla prossima puntata!

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Digital pr: individua gli influencer giusti per la moda

Digital pr: individua gli influencer giusti per la moda

Come costruire una strategia di digital pr e quali influencer coinvolgere

L’influenza e il passaparola in qualsiasi epoca storica hanno rappresentato delle vere e proprie valute nell’economia. Sembra quasi banale quindi che oggi l’influenza detti le regole dell’economia digitale, soprattutto se la sfera di appartenenza è la moda.
Il mercato e qui interpelliamo anche l’offline, si aspetta che i brand parlino tramite blogger e influencer, creando così un canale diretto tra consumatori e venditori.
I dati dimostrano che ricorrere alle Digital PR incrementa di circa 5,2 volte l’efficacia della propria campagna marketing e, quindi, influenza concretamente anche le scelte d’acquisto dei consumatori.
Il numero di follower sommato alla capacità di creare engagement e all’autorevolezza, rappresenta una leva di immenso valore all’interno di una strategia di digital marketing. Grazie a contenuti di qualità creati dal brand insieme a blogger e influencer, si amplifica non solo la reputazione ma anche l’audience e soprattutto il fatturato dei negozi di abbigliamento e accessori.
I brand possono e devono servirsi degli influencer per coinvolgere le community, creare conversazioni, orientare le scelte e migliorare la reputazione digitale di un business.
Gli influencer si concentrano ormai in tutte le piazze del web: Instagram, Facebook, Youtube, 21button, Twitter, Blog. Ma esattamente qual è il loro ruolo in una campagna di digital marketing?
A metà strada tra brand ambassador e consumatori, gli influencer sono delle web celebrities che grazie alla loro capacità di raccontare la normalità, diventano depositari di consigli, saperi e ispirazione.
Ma vediamo passo passo come strutturare una strategia di Influencer Marketing customizzata.

La strategia vincente per una campagna di Digital PR

Quando si pianifica una campagna di Influencer marketing si parte da una scrematura iniziale fondata sul numero di follower che deve corrispondere a un valore commerciale.
Tuttavia la fama, se così vogliamo definirla, è solo una delle tante armi vincenti degli influencer. La verità che sotterra ogni altra analisi e dato numerico è che la forza trainante degli influencer deriva dal fatto che sono percepiti come persone normali. Pertanto viene facile, se non addirittura naturale per i consumatori immedesimarsi in loro e seguire i loro consigli di tendenza.
Oggi infatti possiamo distinguere tre tipi di influencer, in base al loro seguito: ci sono i megainfluencer, che hanno più di 500 mila followers; i normali influencer che hanno tra i 100mila e i 500mila; i microinfluencer, che ne hanno tra i 10mila e i 100mila. Negli ultimi anni, però, si sta sviluppando una nuova categoria, molto diversa da quelle sopra citate, ovvero i nanoinfluencer, con meno di 10mila followers ma in grado nella loro piccola community di trasformare il modo in cui le aziende fanno marketing sui social network.
Non a caso, infatti i più addentrati nel settore selezionano all’interno di una studiata campagna di digital PR anche un buon numero di nanoinfluencer, praticamente a costo zero.
Oggi per pianificare una campagna di Digital PR bisogna prevedere un budget come quello che si decide di spendere per le campagne advertising su Google o su FB e IG.
Una volta stimato il budget da destinare a questa attività devi procedere per gradi.
Poniamo che il budget stanziato dal cliente sia di 2000 euro e capiamo passo dopo passo cosa fare. L’ideale con un budget del genere, sarebbe ingaggiare 5 influencer da pagare e 7/10 con i quali intraprendere una collaborazione basata sullo “scambio merce”.
Analizziamo ora le diverse fasi:
L’ideale sarebbe ingaggiare influencer che abbiano un seguito sia sui loro canali social ma anche sui loro blog. La potenza della link building seppur passa in secondo piano, in certi settori merceologici, come quello dell’abbigliamento, ha sempre un valore fondamentale per Google.

  1. Prima di tutto devi analizzare esattamente il target che vuoi colpire e dal quale con assoluta probabilità otterrai delle conversioni in termini di vendite. Dove si concentra principalmente? A che ora si connette sui social? che interessi ha? è principalmente maschile, femminile o eterogeneo? da dove proviene? segue i tuoi competitor?
  2. Una volta definito il target il consiglio che ti do è quello di farti guidare dai tool e procedere alla ricerca. Io ti suggerisco una serie di tool gratuiti dai quali iniziare, ma se vorrai fare un lavoro con i fiocchi dovrai anche pensare di fare degli abbonamenti annuali. Tra i tool gratuiti con i quali incominciare a prendere confidenza ti consiglio Influgramer, Influence.co ma anche i tuoi stessi canali social, Instagram e facebook e il massimo conoscitore di tutte le domande e le risposte, il signor Google. Sui primi tool potrai fare una ricerca mirata a seconda della categoria di appartenenza, in questo caso la moda, il numero di follower e likes, l’età, la geografia del territorio. Attraverso i tuoi canali invece potrai fare delle ricerche mirate tramite hashtag o digitando direttamente i nomi degli influencer e verificare il loro seguito, la qualità dei loro contenuti e il livello di engagement. Su Google potrai digitare delle parole chiave di riferimento e otterrai una serie di risultati interessanti dai quali partire e iniziare a fare delle valutazioni. Per un lavoro perfetto l’ideale sarebbe che tu potessi utilizzare strumenti come Klear per analizzare la qualità e la potenza degli influencer nei loro canali e Semrush per verificare quello che fanno i tuoi competitor, guardare i loro backlink e analizzare chi parla di loro.
  3. Una volta che hai raccolto le idee e i nomi bisogna mettersi all’opera. Il mio suggerimento è quello di creare un file excel e segnare le voci fondamentali: Nome e cognome, canale IG con numero di follower, FB con numero di mi piace, Youtube con numero di iscritti, Twitter con numero di follower, Blog, contatto email e numero di telefono. Questo file vedrai che col tempo diventerà il tuo pane quotidiano e la risorsa principale del tuo lavoro e col tempo capirai come migliorarlo e addomesticarlo a seconda delle tue esigenze.
  4. Adesso è arrivato il momento del contatto. Preparati un contenuto per email evergreen da modificare a seconda delle esigenze. Dedica qualche riga a presentarti e a presentare l’azienda per la quale lavori, senza mai essere remissivo, piuttosto decanta e dai valore al brand per il quale andrai a fare la proposta di collaborazione. A seconda poi che si tratti di un normale influencer o un nanoinfluencer, cambia i toni e la formula della proposta di collaborazione. Nel primo caso chiederai di conoscere le sue quotazioni, nel secondo caso proporrai lo scambio merce.
  5. Finalmente stai ricevendo le prime risposte! Ecco che capiterà sicuramente di incorrere in risposte negative oppure da parte di agenzie che gestiscono le comunicazioni con le web celebrities di riferimento. I prezzi potrebbero essere piuttosto alti, ma non è sempre così, non solo perché molti influencer si autogestiscono e quindi potrai interloquire direttamente con loro ma anche perché l’arma della contrattazione deve sempre essere tua complice. Bisogna solo capire in che momento preciso interpellarla. L’ideale sarebbe che tu colga l’occasione per intraprendere una relazione di fiducia e stima lavorativa, in modo tale da riconoscere in loro non solo il ruolo che hanno, ma fare anche in maniera tale che lo riconoscano in te. Per loro rappresenti lavoro e ben volentieri accetterebbero delle controproposte economiche se tu fossi in grado di prometterli altro lavoro futuro.
  6. E’ fatta! Sei riuscito ad ingaggiarne tanti/e quanti/e te ne eri prefissato. Adesso è il momento di dare loro il brief esatto del messaggio da comunicare. Non sottovalutare mai questo momento, devono essere guidati passo passo e dire e mostrare precisamente quello che tu vuoi che dicano e mostrino. Dovrai concordare il numero esatto di post/tweet/stories/articolo di blog/video e/o mentions su youtube e le date e ore di pubblicazione, in modo così da verificare che tutto venga effettuato entro le scadenze previste.
  7. Ora non ti resta che monitorare la campagna e tracciare attraverso Analytics da dove arrivano le principali vendite, nel caso in cui abbiate affidato agli influencer dei codici sconto, quanti ordini arrivano tramite loro, se aumentano il numero di iscritti e follower ai canali del brand per cui state lavorando, se migliora il livello di engagement.
  8. Alla fine della campagna i dati e i numeri ti serviranno a capire quanto è stato buono il lavoro che hai fatto. Se i risultati ottenuti saranno positivi, il cliente nella maggior parte dei casi sarà disposto per la successiva campagna ad affidarti altro budget!

Aggiornati sempre e non sottovalutare mai nulla, ogni forma di conoscenza è potere!
Lavora a stretto contatto con il Social media manager ammenoché non sei già tu e impara ad utilizzare strumenti come Search Console e Analytics per il monitoraggio dei dati. Un buon lavoro deve essere sempre testimoniato dai numeri.