Modifiche-algoritmo-google1

Visibilità sui motori di ricerca. Google lancia EMD update

La scorsa settimana abbiamo parlato di un aggiornamento degli algoritmi di google che renderà difficile la vita di tutti i siti che fino ad ora hanno ottenuto visibilità sui motori di ricerca grazie alle keyword inserite nel nome del dominio.

Lo scorso 28 Settembre infatti, Matt Cutts ha annunciato con questo tweet un “aggiornamento minore”, un update che – ha aggiunto subito dopo –

dovrebbe impattare in modo rilevante sullo 0,6% delle query, che non ha a che vedere con il Panda o il Penguin, e che è stato subito battezzato EMD Update (dove EMD sta per exact-match domain).

In poche parole, questo nuovo ritocco algoritmico dovrebbe penalizzare i nomi a dominio con dentro parole chiave identiche a quelle che l’utente utilizza nelle Serp, e che sono stati acquistati col solo scopo di posizionarsi bene proprio per quelle specifiche keyword.

Cutts aveva già affrontato il tema a Marzo del 2011, ma, in questo anno e mezzo non è che sia successo granché, anzi: moltissimi SEO e webmaster hanno notato che in piena “fase Panda/Penguin” i domini con dentro le keyword si posizionavano ancora benissimo. Da qualche giorno, però, sembra che le cose stiano per cambiare.

Quindi, cosa mi consigli di fare?

Se possiedi già da tempo un exact-match domain ben posizionato, ma sei consapevole che il sito ha contenuti (e/o link in ingresso) di bassa qualità, è il momento di rimboccarsi le maniche: temo che più il dominio sia “a corrispondenza esatta”, con molte parole chiave e trattini (tipo miglior-motore-di-ricerca-italiano.com), con pochi contenuti (magari scopiazzati qua e là) e pochi backlink, più il rischio di essere spazzato via sia alto.

Pertanto il consiglio è scontato: lavora sempre pensando all’utente, rendi le pagine del sito utili e di valore per chi ci atterra sopra, scrivi contenuti di qualità, fai in modo di attrarre link, like, retweet, +1 spontanei, e se devi ancora scegliere un nuovo dominio mischia in modo intelligente parole chiave con brand (es.: SEOmoz.com è un notissimo brand nel panorama SEO internazionale, e include nel dominio la keyword SEO + 3 lettere che non costituiscono alcuna chiave rilevante).

Continuiamo la discussione su:
@thesocialware su twitter Facebook marketing e PMI: 8 consigli su come gestire una fanpage @Franceant su twitter Facebook marketing e PMI: 8 consigli su come gestire una fanpage

Fonte all’articolo

Modifiche-algoritmo-google1

Seo e visibilità online: il nome dei domini non sarà più rilevante

La Seo continua a cambiare, era già nell’aria da diverso tempo. Sembrano essere finiti i tempi in cui “esperti” di web marketing acquistavano domini con keyword specifiche al loro interno, con il solo obiettivo di ottenere maggior visibilità online sui motori di ricerca, scalando posizioni in maniera “anomala”.

Matt Cutts ha comunicato una nuova variazione negli algoritmi di Google. Sebbene sia presentata come “minore”, trattasi di una variazione destinata in realtà a farsi notare tanto a livello di SERP, quanto nei termini di iniziative di rastrellamento del traffico e scambio di link.

La comunicazione di Matt Cutts è avvenuta a mezzo tweet:
“Minor weather report: small upcoming Google algo change will reduce low-quality ‘exact-match’ domains in search results”.
Insomma: il nuovo algoritmo tenderà a non offrire alcun valore aggiunto ai siti il cui dominio risponde esattamente ad una specifica query. Il cambiamento andrà pertanto a penalizzare tutti quei siti il cui dominio è stato registrato ed utilizzato anzitutto con funzione strumentale, tentando di scalare le SERP su specifiche query così da lucrare in seguito sulla posizione conseguita. Ed i modi per lucrare sono ovviamente molti, alcuni dei quali basati su link spazzatura e pagine create al solo scopo di posizionare spazi su query appetibili. Coinvolte lo 0,6% delle query, un quantitativo insomma minore in termini assoluti, ma rilevante se riferito agli ambiti specifici nei quali il merito del posizionamento era inquinato da logiche parassite poco funzionati al reperimento delle informazioni cercate sul motore.

Chi produce contenuti di qualità, ricorda Matt Cutts, non dovrà ovviamente temere alcunché. Chi invece ha costruito sul proprio dominio la propria fortuna, probabilmente potrà attendersi repentine cadute nel traffico raccolto sul motore di ricerca. Così facendo Google scoraggia un fenomeno che sul motore crea parecchio rumore di fondo, portando su talune query risultati al di fuori del reale interesse dell’utente.

Continuiamo la discussione su:
@thesocialware su twitter Niente più bugie: Linkedin lancia Endorsements @Franceant su twitter Niente più bugie: Linkedin lancia Endorsements
Fonte all’articolo originale.