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SEO On Page: declinare i verbi strizzando l’occhio a Google

Quando si parla di SEO On Page ci si riferisce all’ottimizzazione di tutti gli elementi che si trovano all’interno della pagina web di un sito: dai titoli alla meta descrizione, dall’URL ai testi, passando per descrizioni e didascalie dei contenuti multimediali, fino ad arrivare ai link interni, alla leggibilità e all’usabilità della pagina stessa.
Parola d’ordine keyword. Guidati dalle parole chiave è infatti possibile migliorare il posizionamento organico. Non è sufficiente però limitarsi a costruire contenuti che seguano le ormai note regole di una buona SEO. L’elemento cardine sta nel monitoraggio costante, ovvero in una serie di interventi nel lungo periodo che consentano di sfruttare la coda lunga dell’indicizzazione.

SEO On Page: l’importanza dei contenuti e dei tag

Tutto ruota attorno al “search intent”. L’intenzione di ricerca da parte degli utenti rappresenta il perno centrale nella costruzione di un contenuto caratterizzato da una SEO efficace. Conoscere il settore per cui si è chiamati a scrivere può certamente essere un vantaggio strategico. Un’analisi preliminare è dunque d’obbligo ma, al tempo stesso, è evidente come non si possa essere onniscienti, specie in ambiti particolarmente tecnici.
Google Search Console corre in nostro aiuto. Uno strumento gratuito dell’azienda di Mountain View, implementabile su qualsiasi dominio. Restituisce una panoramica completa di tutte le query di ricerca attraverso le quali gli utenti atterranno sulle pagine di un portale web dalla SERP. È in grado di analizzare non solo un sito web nella sua interezza, ma anche singoli URL. Manna dal cielo per costruire un testo attorno a keyword che abbiano un senso compiuto.
Tutto ciò non esclude la necessità di verificarne la presenza nella SERP e comprendere quali siano le parole chiave secondarie e correlate. In questa maniera il contenuto potrà attaccare frontalmente gli algoritmi di Google e scalare, gradualmente, i risultati dei motori di ricerca. La SEO On Page è una maratona, non una gara di velocità. Il tempo rappresenta una costante imprescindibile per ottenere risultati concreti.
Anche la struttura della pagina web è soggetta a miglioramenti e un ruolo importante è svolto dai tag SEO, come title e header, che permettono di organizzare le informazioni da fornire a utenti e motori di ricerca, così che siano scansionabili più facilmente. Le keyword principali dovranno quindi apparire in tag title, slug URL e titoli di pagina, mentre l’uso delle parole chiave correlate è consigliato negli header, ovvero negli H2, H3 o H4.

SEO On Page: la struttura tecnica e link building

Non si può prescindere dalla struttura tecnica del sito e dalle attività di link building. Un sito web che si carica lentamente, che non è responsive per i dispositivi mobili, dove le pagine non sono scansionabili dagli spider dei motori di ricerca e che non rispettano il protocollo HTTPS che garantisce la sicurezza delle transazioni, abbassano il posizionamento nella SERP.
I link sono cruciali per segnalare al motore di ricerca l’autorevolezza della pagina e, soprattutto, la sua collocazione all’interno dell’alberatura del portale. Guidano, infatti, l’utente e gli spider nei percorsi immaginati con la SEO tecnica. Per questo motivo, un broken link danneggia molto un qualsiasi sito web.
Della strategia di link building fanno parte anche le tecniche di backlink. In tal senso, vi invitiamo a recuperare il nostro approfondimento in merito. Si, questo è un link interno al blog di Socialware e fa parte della nostra strategia di link building.

SEO On Page: la user engagement e l’ottimizzazione nel tempo

La user engagement fa riferimento alle metriche da valutare per capire se la strategia SEO On Page applicata sia efficace o meno. Pagine per sessione, frequenza di rimbalzo, Click-Through Rate (CTR). Parametri che dipendono sia dai motori di ricerca che dal comportamento dell’utente, pane quotidiano per chi è chiamato a ottimizzare il posizionamento di una pagina web.
L’obiettivo è intervenire in ottica SEO per aumentare l’interazione e quindi l’engagement degli utenti sul sito web. Torna nuovamente al centro, dunque, il concetto di tempo. Tutti i parametri che fanno parte della user engagement devono essere tenuti sotto controllo con il passare dei giorni, delle settimane, dei mesi. Il comportamento degli utenti è la bussola per comprendere dove intervenire e come migliorare.
In questo caso Google Search Console, da solo, non basta. Se da una parte, infatti, l’oscillazione dei risultati può essere confrontata con le query di ricerca restituite dallo strumento di Big G, dall’altra è necessario avere una panoramica più ampia. Bisogna guardare ai diretti concorrenti, comprendere che tipo di competitività esiste sulle singole keyword, le parole chiave su cui si sono perse posizioni e quelle su cui ha senso investire del tempo per recuperarle.
Sono tanti gli strumenti da poter abbinare a Search Console e, tra questi, Sem Rush è certamente tra i più efficaci. L’azione combinata tra i due applicativi permette di non lavorare alla cieca o semplicemente seguendo l’intuito. Solo i numeri possono rendere efficace un’azione di SEO On Page.

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Come ottimizzare il tasso di conversione di un Ecommerce grazie alle schede prodotto

L’importanza delle schede prodotto

La diffusione dell’Ecommerce ha permesso alle aziende di poter migliorare la propria visibilità raggiungendo nuovi potenziali clienti. Tuttavia, ciò non è sufficiente se si vuole aumentare le vendite. Il processo di ottimizzazione di un Ecommerce è molto complesso ma spesso si sottovalutano elementi chiave come le schede prodotto, le quali si trovano in uno step decisivo ai fini delle conversioni.

Cosa sono le schede prodotto?

La scheda prodotto è una pagina di presentazione che contiene una serie di informazioni necessarie all’utente (descrizione, caratteristiche, schede tecniche, ecc). Rappresenta l’ultimo passaggio prima dell’avvio del processo di check out, ovvero di acquisto.
Esse sono molto importanti per un Ecommerce poiché, se ottimizzate al meglio, permettono al sito di ottenere visibilità sui motori di ricerca (SEO).
Per questo è necessario scrivere contenuti chiari, convincenti e facilmente comprensibili anche per i meno esperti del settore. Prima di iniziare però, è bene porsi alcune domande:

  • Perché un cliente vorrebbe acquistare questo prodotto?
  • Perché un cliente dovrebbe acquistare questo articolo invece di un altro simile? Cosa lo rende unico?
  • Quali vantaggi offre ai miei clienti?
  • Come posso informare gli utenti sull’utilizzo corretto?

7 consigli per creare una scheda prodotto in ottica SEO

1 – Contenuti descrittivi

Si intende il nome del prodotto, le caratteristiche tecniche, il prezzo e le eventuali offerte speciali o le informazioni sulla spedizione. Tali contenuti devono essere interessanti, concisi, attendibili e affidabili, poiché devono persuadere l’utente nell’acquisto del prodotto.

2 – Titolo

L’intestazione deve essere incisiva e catturare immediatamente l’attenzione del cliente, per invogliarlo nella successiva lettura del prodotto.

3 – Contenuti multimediali

Ci riferiamo in particolar modo alle foto e i video. Al pari dei contenuti descrittivi, offrono un’adeguata percezione del prodotto perché consentono di comprendere nello specifico tutte le caratteristiche. Tuttavia, è necessario inserire immagini di buona qualità e non limitarsi a un’unica foto, ma mostrare anche particolari dettagli. Per migliorare ulteriormente l’esperienza di navigazione si può anche optare per immagini a 360° che mostrano il prodotto in tutte le angolazioni o in brevi video.

4 – Uso delle keyword e ottimizzazione SEO

Un aspetto essenziale è la scelta e l’utilizzo corretto delle keyword, poste all’interno della scheda prodotto e posizionate in punti strategici come il titolo (h1) o il meta tag title (visibile solo sulla SERP di Google), i sottotitoli (h2). Particolarmente importante è l’utilizzo di parole chiave di coda lunga (long tail) nel corpo del testo.
Si tratta di elementi fondamentali per permettere a un sito ecommerce di posizionarsi tra le prime posizioni nella SERP.

5 – Attenzione agli errori grammaticali e di battitura

In particolar modo per siti Ecommerce che hanno un catalogo ampio spesso l’attività d’inserimento delle schede prodotto viene effettuata in maniera meccanica e dedicando poco tempo a eventuali revisioni. Di conseguenza si corre il rischio di commettere errori di distrazione o battitura. Suggeriamo di rileggere sempre i contenuti prima di pubblicarli.

6 – Non copiare le descrizioni del prodotto

Uno dei problemi ricorrenti quando si parla di schede prodotto è legato ai contenuti duplicati. Questo accade soprattutto per Ecommerce che rivendono prodotti di altri brand (un caso comune è nel settore dell’arredamento). I contenuti copiati o duplicati possono avere ripercussioni negative sulla SEO, per cui è importante personalizzare, ove possibile, ogni scheda prodotto. 

7 – Evidenziare Call to action ed elementi essenziali (usabilità)

Per facilitare il processo di acquisto dell’utente è molto importante che i bottoni di call to action (“Aggiungi al carrello” o “Richiedi un preventivo”) siano messi in evidenza e risaltino rispetto alle altre parti della pagina. Inoltre è importante far risaltare i cosiddetti USP (Unique Selling Proposition) per offrire maggior sicurezza al potenziale cliente. Ci riferiamo alle recensioni di altri clienti, alle spedizioni gratuite, resi e rimborsi, ecc
Le schede prodotto, dunque, rappresentano la soluzione strategica di un progetto Ecommerce, perciò è fondamentale realizzarle correttamente.

The question What's Your Online Marketing Strategy with words on a website screen stressing the importance of an effective plan to run your business online and achieve growth and success

10 novità Seo che cambieranno il modo di fare web Marketing

Le novità a cui Google ci sta abituando in questi ultimi tempi rendono imprescindibile per chiunque lavori nel mondo del Web marketing o della Seo, informarsi e interpretare ogni singolo aggiornamento, perché solo in questo modo si potranno ottenere risultati validi e duraturi nella propria strategia Seo. Per questa ragione consiglio sempre di “investire” un po’ di tempo ogni giorno nella lettura di siti web e fonti attendibili. Ad esempio oggi mi sono imbattuto in un articolo di Search Engine Land che parla di alcune novità importanti annunciate da Matt Cutts che coinvolgeranno praticamente tutti i consulenti seo e di Web marketing.

1- Google Penguin

Si prevede che la nuova generazione Penguin 2.0 verrà lanciata fra qualche settimana, e avrà un impatto maggiore e più profondo rispetto alla prima. Molte attività Seo che oggi sono “border line” subiranno penalizzazioni da questo nuovo aggiornamento.

2- Advertorial

Google ha già iniziato a perseguire chi fa un utilizzo intenso di siti Advertorial cioè quei siti creati ad hoc per gonfiare artificialmente i link in ingresso. Se questa pratica poteva essere redditizia qualche anno fa, beh oggi ha perso ogni tipo di utilità. Matt Cutts ha detto che Google prenderà presto una posizione forte nei loro confronti, penalizzandoli e facendoli perdere visibilità sui motori di ricerca.

3- Query spam

Query che, per loro natura, tendono ad essere spam che non erano ancora nel mirino dello “spam team” di Google, lo saranno nel prossimo futuro. Finalmente Matt Cutts ha annunciato che anche chi fa ricorso alle spam query avrà vita molto dura.

4- Link spammer

Sarà intensificato ancor di più il controllo verso i link spammer e saranno colpiti duramente i network di link.

5- Link analysis

Google sta sviluppando un sofisticato software per l’analisi dei link. L’obiettivo è far si che vengano “premiati” quei siti che fanno un lavoro pulito e trasparente (che è la base di una corretta strategia Seo) e che ottengono vantaggi in termini di visibilità esclusivamente per la qualità dei contenuti e dei servizi che offrono.

6- Hacked sites

L’azienda di Mountain view è sempre stata molto attenta nel controllare i siti attaccati dall’esterno, avvisando sia gli utenti che vogliono accedere con  l’avviso di “Sito malevolo” sia i webmaster all’interno del Webmaster tool. Cutts ha affermato che Google sta lavorando per migliorare ulteriormente l’individuazione di questi siti, e la comunicazione con i webmaster.

7- La chiave è l’authority

Come naturale conseguenza di quanto detto nei precedenti punti Google ha affermato che darà ancor più rilevanza ai siti autorevoli in determinati settori. Quando all’inizio dell’articolo parlavo dell’importanza di informarsi e mantenersi aggiornati, mi riferivo a questo! Google premia quei siti che sono in grado di offrire agli utenti contenuti o servizi unici.

8- Google Panda

Google è alla ricerca di modi per “ammorbidire” le penalizzazioni derivanti da Google Panda che in passato hanno avuto un forte impatto sui siti colpiti. Si sta infatti lavorando per inserire nuove metriche qualitative che permettano di rimuovere la penalizzazione ai siti che fanno un’attività Seo impeccabile.

9- In prima pagina su Google

Matt Cutts ha annunciato che Google vuole rendere i risultati della prima pagina del motore di ricerca più vari, cercando di ridurre al minimo la presenza di risultati provenienti da un singolo dominio. La situazione dovrebbe invece rimanere invariata cliccando sulla seconda pagina.

10- Google webmaster tool

Sarà migliorata anche l’esperienza degli utenti su Google Webmaster tool. L’obiettivo di Google è comunicare in maniera più efficiente con i singoli webmaster attraverso lo strumento dedicato.
La lettura finale che possiamo dare leggendo tutte queste novità che ci sono nell’aria è che, ancora una volta, Google vuol rendere il motore di ricerca sempre più preciso, quasi umano. L’attività Seo intesa nel senso “tradizionale” non esiste più, e la figura delle agenzie o del consulente Seo deve necessariamente evolversi e seguire le direzioni che il buon Matt Cutts ci indica.
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6 consigli per ottimizzare la vostra attività di Web Marketing

I consulenti SEO o chi lavora nel mondo del web marketing, saranno senz’altro d’accordo con me quando dico che uno dei più grandi problemi di oggi è la mancanza di tempo per ottimizzare al meglio la strategia SEO per il proprio sito o i siti web dei clienti.
Basta inoltre guardarsi intorno per capire che ormai la Seo è cambiata e che tutta una serie di tecniche di posizionamento e visibilità online utilizzate fino a qualche tempo fa sono ormai completamente inutili e rischiano di far perdere molto tempo a chi continua ad utilizzarle.
Ecco allora qualche consiglio che vi farà risparmiare tempo nella gestione di un progetto di web marketing:

1- Utilizzate (bene) la web analytics

Personalmente sono un maniaco della web analytics e del monitoraggio del traffico sul sito, Avinash Kaushik mi ha aperto tante porte (e anzi consiglio la lettura del suo blog e dei suoi libri). Ma Google analytics nasconde delle insidie davvero importanti, soprattutto per chi non conosce bene il funzionamento delle sue metriche. Innanzitutto non è necessario controllare ogni giorno il flusso di traffico sul sito in maniera spasmodica, in particolare modo se il numero dei visitatori non è molto elevato. Ok, una visita di 5-10 minuti ogni giorno ve la potete concedere (lo ammetto, lo faccio anche io), ma concentratevi su analisi approfondite dei trend ad esempio mese per mese e confrontateli con il periodo precedente (meglio se lo stesso mese del precedente anno). Inoltre non dimenticate che un vero esperto di web marketing sa che non è sufficiente fare delle analisi approfondite dei dati se poi non c’è una strategia di engagement dietro che vi permetta di far ritornare i visitatori sul vostro sito e far arrivare ogni giorno nuovi utenti che saprete già come conquistare.

2- No all’acquisto di pacchetti di link!

Gli ultimi aggiornamenti all’algoritmo di Google l’hanno detto chiaramente. I siti che acquistano backlinks per migliorare il proprio posizionamento sul motore di ricerca, saranno penalizzati. E pensare che ci sono ancora agenzie che vendono pacchetti di 10.000 backlins! Per favore statene lontani! In molti credono ancora che questa sia la soluzione più semplice e meno costosa per guadagnare visibilità, ma è bene che sappiate che una volta che google penalizzerà il vostro sito, allora l’investimento da fare (tempo e denaro) per recuperare la situazione sarà difficilmente affrontabile per molti.

3- Keyword density e Meta-tag non sono la base dell’attività SEO

Una delle cose più ricorrenti che sento dire quando si parla di SEO e di ottimizzazione dei contenuti di un sito riguarda la keyword density e il corretto utilizzo dei meta-tag. C’è chi considera perfetta l’attività SEO quando un testo ha una keyword density intorno al 10%-15% e e i metatag zeppi di parole chiave. Io dico sempre, attenzione! Quando scrivete un testo, pensate prima di tutto ad essere attrattivi per gli utenti (alla fine dei conti sono loro che “utilizzano” i vostri contenuti o comprano i vostri prodotti). Solo in seguito pensate ad ottimizzare il testo (inserendo meta-tag, controllando la keyword density e ottimizzando le immagini) in modo da facilitare il lavoro dei motori di ricerca.

Per ottimizzare qualitativamente il vostro sito potete utilizzare lo strumento Sitechecker . Questo strumento vi aiuterà a fare un audit SEO di qualità e a monitorare costantemente il vostro sito. Sarete in grado di capire quanto è ottimizzato il vostro sito e di vedere tutti i problemi che devono essere risolti.

4- I siti di Article marketing e Directories non possono più aiutarvi

La vecchia scuola della SEO considerava di primaria importanza inserire i contenuti di un sito in directories e siti di article marketing, al fine di ottenere link in entrata sul proprio sito e nuovi visitatori. Beh come in ogni cosa, centinaia di migliaia di agenzie SEO o esperti di web marketing ne hanno approfittato, “drogando” così il sistema. Oggi questi canali sono quasi del tutto irrilevanti per la SEO e la visibilità di un sito, per 2 ragioni:
1 – i proprietari di queste directories per evitare la speculazione da parte di chi inseriva i contenuti hanno inserito il Rel=Nofollow per i link in uscita
2 – il famoso Panda, l’aggiornamento all’algoritmo di Google, ha praticamente reso ininfluente da un punto di vista SEO i risultati derivanti dall’utilizzo di questa tecnica
Allora, perché perdere tempo?

5- Non fatevi ossessionare dal posizionamento delle vostre keyword

È vero, uno dei principali obiettivi dei consulenti Seo o esperti in web marketing è posizionare le proprie keyword nella prima pagina di google. Tuttavia, è importante comprendere che il posizionamento su google è solo uno dei fattori che porterà risultati al vostro sito. Per convertire un utente in cliente è necessario considerare tanti altri elementi come ad esempio la navigabilità e l’usabilità del sito, la politica prezzi e la rapidità nelle spedizioni (nel caso di un ecommerce), la web reputation e i feedback lasciati da altri utenti, la capacità di infondere fiducia, ecc. Considerando tutto ciò diventerà più semplice capire che basare la propria strategia Seo e di marketing online solo sul posizionamento delle keyword, nella maggior parte dei casi porterà risultati deludenti

6- Non eccedete con l’attività Seo on-site

Un ultimo elemento da evitare nello svolgimento della vostra attività SEO riguarda l’eccessiva ottimizzazione delle pagine del vostro sito attraverso l’inserimento forzato di link interni da contenuti ininfluenti o posizionati in pagine poco visibili del vostro sito (es. un vecchio articolo del blog) che puntano a pagine importanti o contenuti nuovi. Ciò non significa che dovete smettere di compiere queste azioni o tutelarvi inserendo il “nofollow” dei link, semplicemente vi consiglio di utilizzare il buon senso, consapevoli del fatto che nella stragrande maggioranza dei casi google non ne terrà conto. Se invece pensate che un’azione del genere possa essere di utilità per i vostri utenti, allora fatelo senza problemi!
L’attività Seo evolve in modo rapido, e un buon consulente di web marketing dovrebbe sempre essere al passo con i tempi. Il mio consiglio quindi è di evitare di perdere tempo prezioso in attività Seo ormai obsolete che non solo non vi porteranno risultati ma rischieranno di farvi incorrere in pericolose penalizzazioni da parte dei motori di ricerca.
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Come cambia l'attività Seo con Knowledge graph?

L’attività Seo, come ripetiamo ormai da tempo, è cambiata. Google ci ha abituati alle continue modifiche ai suoi algoritmi, capaci di seminare il panico tra esperti Seo del mondo che utilizzano tecniche “standard” per aumentare la visibilità sui motori di ricerca. Basti ricordare gli ultimi aggiornamenti, cioè Penguin e Panda, che mettevano chiaramente in risalto l’importanza dei contenuti di qualità in una strategia Seo. In realtà, tutte queste modifiche non fanno altro che premiare il lavoro di chi fa Seo in modo pulito e senza ricorrere a tecniche “border line”.
Google ha annunciato in questi giorni l’introduzione di Knowledge Graph (a breve anche in Italia), uno strumento in grado di rendere più intelligenti i risultati delle nostre ricerche attraverso la combinazione di dati correlati alle nostre query di ricerca e all’utilizzo effettuato dagli utenti di Google stesso. Non si tratta proprio di una novità, anzi, Knowledge Graph è in linea con l’obiettivo di Google di rendere sempre più “umano” il comportamento del motore di ricerca per offrire risultati di maggior qualità agli utenti.
Per prepararsi al lancio Google ha “studiato” oltre 570 milioni di query e 18 miliardi di relazioni… Diciamo che come campione va più che bene! Knowledge Graph trasforma di fatto il concetto di semplice motore di ricerca, basato sulla corrispondenza di parole chiavi alle interrogazioni dell’utente, in quello di motore di ricerca intelligente con un’operazione che, come detto prima, è un ulteriore segnale della fine dell’epoca della SEO vecchio stile.
Su SearchEngineLand Danny Sullivan ha riassunto molto bene come grazie a questa implementazione ora Google sia in grado di offrire non solo link, ma direttamente risposte alle nostre domande. Come? Be’, per esempio se scriviamo la query di ricerca “Bari”, Google ora sa che Bari può essere una città, la città di San Nicola, una squadra di calcio e che a Bari c’è un’università, quindi ci indirizza in una di queste direzioni. Come si può vedere cliccando qui, le risposte di Google si trovano nella parte destra dello schermo.
Cosa possiamo imparare quindi da Google Knowledge Graph? Fino ad oggi abbiamo sempre predicato, nella fase di scrittura e ottimizzazione dei contenuti di una strategia Seo e di visibilità, di ragionare in 2 direzioni:
– User friendly, rivolti a catturare l’attenzione degli utenti (interessanti, unici, aggiornati, insomma contenuti di qualità…)
– Search engine friendly (facendo attenzione ad utilizzare le tecniche di base per spingere in modo coerente il proprio sito sui motori di ricerca)
Adesso invece, l’ago della bilancia si sposta verso la prima direzione, perché è proprio Google che sta imparando a “comportarsi” come un umano, quindi il nostro consiglio è di creare contenuti che siano per prima cosa rivolti agli utenti, cioè alle persone.
Al momento Google riconosce “oggetti” come recensioni, persone, prodotti, aziende, ricette, eventi, musica e video. Se un sito contiene uno di questi prodotti, è “eleggibile” per gli “ulteriori risultati” di Google e alla lunga dovrebbe trarre vantaggio da questo.
Insomma, con knowledge graph cresce l’importanza del contesto e del contenuto e cala quella delle keyword. Google ormai è intransigente con tutti quanti utilizzano tecniche automatiche nelle loro strategie Seo e di visibilità online.
Crediamo sia arrivato il momento di cambiare completamente il punto di vista: una strategia Seo e di comunicazione online difficilmente può essere esternalizzata, in quanto il requisito di base, cioè offrire contenuti unici può essere soddisfatto solo a partire da chi conosce alla perfezione la propria azienda/brand, deve partire cioè dalle persone che lavorano per la stessa azienda. Mai come oggi possiamo dire che Comunicazione interna e Comunicazione online (esterna) sono sempre più vicine, e l’una non può prescindere dall’altra.
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@thesocialware su twitter Attività Seo e il rischio di penalizzazioni di Google @Franceant su twitter Attività Seo e il rischio di penalizzazioni di Google

 

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Visibilità sui motori di ricerca. Google lancia EMD update

La scorsa settimana abbiamo parlato di un aggiornamento degli algoritmi di google che renderà difficile la vita di tutti i siti che fino ad ora hanno ottenuto visibilità sui motori di ricerca grazie alle keyword inserite nel nome del dominio.

Lo scorso 28 Settembre infatti, Matt Cutts ha annunciato con questo tweet un “aggiornamento minore”, un update che – ha aggiunto subito dopo –

dovrebbe impattare in modo rilevante sullo 0,6% delle query, che non ha a che vedere con il Panda o il Penguin, e che è stato subito battezzato EMD Update (dove EMD sta per exact-match domain).

In poche parole, questo nuovo ritocco algoritmico dovrebbe penalizzare i nomi a dominio con dentro parole chiave identiche a quelle che l’utente utilizza nelle Serp, e che sono stati acquistati col solo scopo di posizionarsi bene proprio per quelle specifiche keyword.

Cutts aveva già affrontato il tema a Marzo del 2011, ma, in questo anno e mezzo non è che sia successo granché, anzi: moltissimi SEO e webmaster hanno notato che in piena “fase Panda/Penguin” i domini con dentro le keyword si posizionavano ancora benissimo. Da qualche giorno, però, sembra che le cose stiano per cambiare.

Quindi, cosa mi consigli di fare?

Se possiedi già da tempo un exact-match domain ben posizionato, ma sei consapevole che il sito ha contenuti (e/o link in ingresso) di bassa qualità, è il momento di rimboccarsi le maniche: temo che più il dominio sia “a corrispondenza esatta”, con molte parole chiave e trattini (tipo miglior-motore-di-ricerca-italiano.com), con pochi contenuti (magari scopiazzati qua e là) e pochi backlink, più il rischio di essere spazzato via sia alto.

Pertanto il consiglio è scontato: lavora sempre pensando all’utente, rendi le pagine del sito utili e di valore per chi ci atterra sopra, scrivi contenuti di qualità, fai in modo di attrarre link, like, retweet, +1 spontanei, e se devi ancora scegliere un nuovo dominio mischia in modo intelligente parole chiave con brand (es.: SEOmoz.com è un notissimo brand nel panorama SEO internazionale, e include nel dominio la keyword SEO + 3 lettere che non costituiscono alcuna chiave rilevante).

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@thesocialware su twitter Facebook marketing e PMI: 8 consigli su come gestire una fanpage @Franceant su twitter Facebook marketing e PMI: 8 consigli su come gestire una fanpage

Fonte all’articolo

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Il Seo Copywriter, un professionista del web

Prima ancora di rivolgersi ad un’agenzia che si occupi di creare il tuo sito web, bisogna ragionare a lungo sui contenuti che intendi promuovere. E’ un dato di fatto che la massa di informazioni attualmente rintracciabile sul web è talmente copiosa che, a prescindere dalla qualità di quanto viene pubblicato, spesso per ottenere visibilità online è necessario ricorrere all’opera di professionisti del settore, i SEO Copywriter.  Dietro questa sigla si cela l’attività degli specialisti in ottimizzazione dei motori di ricerca (Search Engine Optimizer), il cui lavoro fa in modo di garantire un buon posizionamento delle pagine web nei motori di ricerca che facilitano gli utenti nella ricerca delle informazioni desiderate.

Che cosa fa, e come

Il SEO Copywriter è padrone delle tecniche di scrittura più idonee per inserire in  una pagina web testi chiari e originali che, contemporaneamente, attraggano gli utenti e contengano parole chiave utilizzabili dai motori di ricerca per facilitare l’indicizzazione della pagina web nei motori di ricerca e ottenere un elevato rank (posizionamento).

Un buon SEO Copywriter è in grado di comunicare con efficacia il proprio messaggio agli utenti; di facilitarli e predisporli ad una successiva azione (approfondimenti, altre ricerche, inviare una mail, fare un ordine); infine, di comunicare ai motori di ricerca il significato del testo, delle immagini e dei video, sottolineando i concetti principali.

Oltre al testo visibile, è necessario ottimizzare anche altri elementi della pagina per i termini target di ricerca, in particolare i tag Title, Description e Keywords, headings e testo alternativo, per adeguarsi agli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca.

I limiti dell’attività

Il prodotto del lavoro di un SEO Copywriter è spesso idoneo per le esigenze di un motore di ricerca, ma non necessariamente per tutti. Anche per lo stesso motore, al cambiamento dell’algoritmo – per il costante adeguamento promosso dagli sviluppatori alle mutevoli condizioni del web – il match di ciascuna pagina potrebbe cambiare.  Infatti, se una pagina scende o sale nei risultati di ricerca organica di Google, ciò dipende dai cambiamenti che sono stati apportati al motore.

La tecnica funziona correttamente solo per i termini di ricerca che non sono particolarmente competitivi; ad esempio è poco efficace per i siti relativi ai casinò, al sesso, alle assicurazioni, alla salute e agli alberghi, dove la competizione è altissima.

Alcuni siti, per la loro struttura, sono meno facilmente modificabili in quanto perderebbero il loro naturale appeal. Infine, il costo dell’attività di un buon SEO Copywriter è elevato.

In sostanza, questa tecnica è utile per la propria attività Seo quando non ci sono molti termini di ricerca per indirizzare; questi non sono molto competitivi; non ci sono problemi economici (bisogna scrivere molto…); non si mette il testo nelle pagine senza volerlo modificare nel tempo.

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Organizzare una strategia di Link building. Da dove iniziare?

Una delle fasi più importanti nell’attività Seo e di visibilità di un sito, è l’organizzazione di una strategia di link building adeguata.

Il modo ideale per iniziare una campagna di link building è svolgere un’accurata analisi di partenza sulla situazione iniziale del sito su cui si opererà, e sulla situazione del mercato e dei competitors.

Quando parlo di situazione iniziale, mi riferisco alla tipologia e qualità di link in entrata: che tipo di link sono? Quali Anchor text sono associati? In che posizione della pagina è posto il link? Il sito di provenienza è di qualità ed è pertinente con l’argomento trattato? Quale page rank ha? La pagina specifica dell’articolo è indicizzata?

Per rispondere a queste domande, vi consiglio di far riferimento ad alcuni tool, primo su tutti Open site Explorer uno strumento molto performante, capace di mettere a nudo la struttura Seo del vostro sito. Link detective, che vi permetterà di avere una panoramica dettagliata sulla strategia di link building e sulla tipologia e qualità di link in entrata. Advanced Web ranking, utilissimo per monitorare costantemente l’evoluzione della vostra strategia Seo e di visibilità online, l’evoluzione del posizionamento delle vostre keyword, e tenere d’occhio lo stato dei link in entrata. Infine, gli strumenti Google Webmaster tool e Google analytics imprescindibili per verificare lo stato di tutta la strategia di marketing online e creare la relativa reportistica.

Una volta terminata la fase di analisi “interna” è il momento di guardare all’esterno e cercare di capire come si comportano i vostri competitors e quali spunti prendere dal mercato di riferimento. Per fare ciò, bisogna comportarsi in maniera simile a quanto appena descritto per l’analisi interna del sito. I risultati possono essere sorprendenti. Potreste approfittare dei loro errori oppure prendere spunto da alcuni elementi di vostro interesse e che allo stato attuale non utilizzate.

Tali spunti possono essere diretti, quando ad esempio “scoprite” dei siti che possono essere potenzialmente importanti per ottenere link in entrata, ma possono anche essere indiretti, se ad esempio vi rendete conto che il vostro concorrente punta su alcune nicchie di mercato a voi sconosciute fino ad ora. Potrebbe inoltre accadere che, a seguito dello studio dei vostri concorrenti, non emerga nulla di interessante. Vuol dire che la vostra strategia Seo è ben studiata e che state andando nella giusta direzione! Il punto cruciale in questa fase è l’individuazione dei vostri reali competitors, che non necessariamente devono essere aziende che lavorano nel vostro stesso settore.

Il tempo stimato per questo lavoro è orientativamente di 20-25 giorni. Una volta ottenuto il panorama completo della situazione potete passare alla fase di pianificazione della strategia. Attenzione però a non basare tutto il vostro piano d’azione sull’analisi dei competitors. Non è detto che ciò che sia stato efficace per la loro strategia debba funzionare anche sul vostro sito.

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SEO & Link Building: I Consigli degli esperti

E’ morta la SEO? Nel senso: serve ancora fare qualcosa per ottimizzare un sito secondo i principi della SEO, o è meglio preoccuparsi di creare contenuti davvero validi invece che perdersi in mille tattiche?

Giorgio Tave è un importante riferimento per chi fa SEO e sopratutto per chi fa della SEO la sua professione. Il suo forum è consultato da decine di migliaia di operatori del settore. Ecco tutte le sue risposte e suggerimenti.

E’ morta la seo?

Non è vero che l’attività Seo è morta, semplicemente si sta evolvendo. Chi è un po’ fuori da questo settore pensa che sia morta. Questa è la sua caratteristica principale: purtroppo sta diventando sempre più complesso.

Link building: suggerimenti?

Ultimamente sono cambiati gli algoritmi di Google che si occupano della valutazione del link. Tutti i contenuti generati di scarsa qualità che portavano un link, tipo i comunicati stampa fatti male, gli article marketing fatti per ottenere solo un link stanno venendo penalizzati sempre di più.

Il consiglio è di puntare sulla creazione di contenuti, non attraverso tecniche per aumentare la link popularity. Ad esempio creare una strategia corretta per diffondere un ebook, che contenga dei link.

Video Seo, consigli?

Ci sono tutta una serie di tecniche legate ai video che migliorano la visibilità online del video all’interno delle ricerche di Google. Ad esempio, una di queste tecniche è fornire i sottotitoli del video in formato corretto a Google anche in Italiano, perché permette di fare apparire il video in tutte le ricerche con le parole che vengono inserite nei sottotitoli. Se faccio un video con un titolo di quattro, cinque parole, magari uscirà nei risultati di ricerca solo per quelle parole. Se invece fornisco il formato corretto dei sottotitoli a Google, posso espandere le parole con cui appare questo video nelle ricerche e quindi aumentare la visibilità del video.

Facebook e twitter bastano per una strategia di social media marketing?

Facebook e Twitter non bastano assolutamente. Twitter è il mio social preferito: è quello dove mi trovo meglio e dove condivido più informazioni. Facebook lo uso pochissimo. E’ scorretto dire: “Quel social vale”, oppure: “Questo social network non vale più”, ma bisogna vedere la strategia e gli obiettivi che ci sono dietro ed utilizzare i social in modo corretto.

Google+ serve?

Purtroppo di Google+ non se ne può fare a meno. Google lo sta integrando sempre di più, ci sta investendo tanto. Tra un po’, quando arriverà Google Plus Search in Italia, influenzerà le ricerche degli italiani, per quanto riguarda le ricerche sociali.

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Fonte: www.masternewmedia.org

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5 consigli per ottenere visibilità ai tempi di Google Penguin

L’evoluzione dei canali di comunicazione online ha portato radicali cambiamenti nel modo di approcciarsi al web da parte delle aziende. Il web marketing e il social media marketing oggi sono 2 strade tortuose e difficili da percorrere, ma al tempo stesso necessarie per ogni azienda che voglia aumentare la propria visibilità in rete.

Se per una grande azienda il problema è risolvibile investendo del budget in risorse umane, per il 98% delle piccole e medie imprese è sempre più difficile fare attività Seo e di social media marketing al proprio interno.

Questo problema sta venendo sempre più a galla nell’ultimo periodo, a causa dell’ormai famoso zoo di Google e gli aggiornamenti Penguin e Panda. Incappare in penalizzazioni, soprattutto per siti come gli ecommerce, il cui core business è il web e per i quali la visibilità è tutto, può significare perdere nel giro di poche ore, dal 50 al 70% del traffico sul proprio sito. Una catastrofe!

Prima di lanciarvi in pericolose avventure per ottenere visibilità chiedete consigli agli esperti.

Da parte nostra proviamo ad aiutarvi con alcuni piccoli accorgimenti da seguire per evitare di incorrere in pericolosissime penalizzazioni.

Il link building tradizionale non esiste più

Fino a qualche tempo fa una delle pratiche più (ab)usate per aumentare la popolarità di un sito era quella dell’acquisto massivo di link in entrata con le keyword principali nell’anchor text. Io personalmente non ho mai creduto ai vantaggi di lungo termine derivanti da attività Seo di questo genere perché sono sempre state al limite della regolarità. Oggi quel limite della regolarità si è trasformato in irregolarità e Google ha iniziato a penalizzare tantissimi siti che hanno fatto ricorso a queste tecniche, generando il panico nel mondo Seo.

Meglio l’article marketing

certo, acquistare un link è cosa facile perché non è necessario nessuno sforzo mentale o creativo per farlo, basta avere budget. Guadagnarsi un link è diverso, e ingegnarsi e offrire valore a volte può non bastare, soprattutto per siti di recente costruzione. Il consiglio allora è quello di ricorrere alla pratica dell’article marketing, attività seo molto più pulita rispetto alla precedente. Lo sforzo creativo che bisogna fare è quello di creare contenuti originali (anche con qualche keyword nell’anchor text) e proporli a siti affidabili di article marketing. Il risultato si vedrà più a lungo termine ma, durerà nel tempo.

Freshness e aggiornamento dei contenuti

una delle cose che Google apprezza e sta premiando è l’aggiornamento costante dei contenuti di un sito. Questo è un fattore determinante che può davvero fare la differenza. Qualunque sia il vostro settore cercate il modo di “specializzarvi” su alcuni argomenti, e pubblicate notizie che possano catturare l’attenzione della vostra nicchia di riferimento. Anche in questo caso i risultati probabilmente tarderanno ad arrivare ma creeranno una base solida su cui lavorare e investire in futuro.

La visibilità online non dipende dal numero di visite, ma dalla qualità

C’è solo una cosa che vi può aiutare, la web analytics! Per capire in che direzione va la vostra strategia di web marketing è fondamentale conoscere almeno le principali funzioni di Google analytics. Capire come arrivano gli utenti sul vostro sito, quanto si fermano e quante pagine visitano è la base per la costruzione di una solida strategia. Puntate a catturare l’attenzione di una nicchia e cercate di guadagnare la fedeltà dei vostri utenti.

Social media marketing, si o no?

Non è detto che facebook o twitter siano fondamentali per la vostra strategia e per i vostri obiettivi. Dimenticate la frase “ormai sui social media ci devi essere”! Una corretta attività di social media marketing o di facebook marketing richiede tempo e risorse e non sempre porta i frutti sperati né a livello di conversioni, né tanto meno a livello di miglioramento della propria immagine e web reputation. Prima di lanciarvi   completamente ed investire risorse (umane ed economiche) nel mondo dei Social media fate dei test, e prendetevi il vostro tempo, senza avere fretta. Un periodo di prova di 5-6 mesi vi aiuterà a capire se l’impegno di essere presente su Twitter e Facebook vi porta benefici. Altrimenti sondate altri canali, il web ne è pieno!

Il mio consiglio

Non abbiate fretta, ma procedete per step e non considerate una campagna di visibilità e web marketing un fallimento se i risultati tardano ad arrivare. Crearsi un nome e un’immagine sul web in maniera pulita, e raggiungere i propri obiettivi, richiede tempo. Ricordate inoltre che fare web marketing in casa oggi è (quasi) impossibile. Le variabili da calcolare sono infinite, lo studio e l’aggiornamento devono essere all’ordine del giorno. Affidatevi ad esperti di web marketing, è questo l’investimento più intelligente che potete fare.

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@thesocialware su twitter Attività Seo e il rischio di penalizzazioni di Google @Franceant su twitter Attività Seo e il rischio di penalizzazioni di Google