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Migliorare il posizionamento su Google: l’importanza dei backlink di qualità

Nell’era digitale, ottenere visibilità su Google è cruciale per il successo online. Ma come fai a raggiungere le prime posizioni nei risultati di ricerca? Una delle chiavi per il successo è la link building, in particolare l’acquisizione di backlink di alta qualità. In questo articolo, esploreremo in profondità l’importanza dei backlink di qualità e come possono influenzare positivamente il tuo posizionamento su Google.

Cos’è un backlink di qualità: definizione e importanza

Un backlink di qualità è un link proveniente da un altro sito web autorevole e pertinente al tuo settore. Questi link sono come voti di fiducia da parte di altri siti verso il tuo. Google interpreta i backlink come segnali di autorevolezza e rilevanza, quindi quanto più alta è la qualità dei backlink, tanto migliore sarà il tuo ranking. I backlink di qualità aumentano la tua credibilità agli occhi di Google e degli utenti.

Come i backlink di qualità impattano il ranking su Google

I backlink influenzano notevolmente il ranking su Google. L’algoritmo di Google considera i backlink come uno dei fattori principali nella determinazione del posizionamento di una pagina. Quando ricevi backlink da siti autorevoli, Google interpreta la tua pagina come degna di essere posizionata più in alto nei risultati di ricerca, migliorando così la visibilità del tuo contenuto.

Differenza tra Backlink di Qualità e Backlink di basso valore

Non tutti i backlink sono uguali. Alcuni siti web possono offrire backlink di basso valore, come link da siti spammy o irrilevanti. Evitare questi backlink è fondamentale poiché possono avere un impatto negativo sulla tua SEO. I backlink di qualità provengono da fonti affidabili e rilevanti, e sono ottenuti in modo etico.

Come Ottenere Backlink di Qualità

Per ottenere backlink di qualità, è essenziale pianificare una strategia di link building solida. Ecco alcune strategie efficaci:

  • Outreach: Identifica siti web correlati al tuo settore e contatta i proprietari proponendo la condivisione del tuo contenuto.
  • Guest Blogging: Scrivi articoli di alta qualità come ospite su siti autorevoli nel tuo settore.
  • Creazione di Contenuti di Eccellenza: Produci contenuti informativi, originali e coinvolgenti che attirino naturalmente i backlink.

Evitare penalizzazioni: linee guida per una Link Building etica

Google punisce le pratiche di link building sleali. Per evitare penalizzazioni, evita l’acquisto di backlink, lo scambio reciproco di link o qualsiasi forma di spamming. Concentrati invece sulla costruzione di relazioni con altri siti e sulla creazione di contenuti di valore.

Misurare l’Effetto dei Backlink: Metriche Chiave

Monitorare l’effetto dei backlink è cruciale. Alcune metriche da tenere d’occhio includono il numero di backlink, l’autorevolezza del dominio di provenienza, l’incremento del traffico e le conversioni. Utilizza strumenti come Google Analytics per analizzare l’impatto dei tuoi sforzi di link building.

In conclusione, i backlink di qualità sono un elemento fondamentale per migliorare il posizionamento su Google. Costruire una strategia di link building efficace richiede tempo e sforzo, ma i risultati possono essere straordinari. Investi nella creazione di contenuti di valore e nella costruzione di relazioni nel tuo settore per ottenere backlink di alta qualità e migliorare il tuo ranking su Google.

Vorresti ricevere maggiori informazioni su questo tipo di strategia? Contattaci per richiedere un preventivo personalizzato in base alle tue esigenze.

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Influencer Marketing: i 7 tools per mettere a punto una campagna vincente

L’Influencer Marketing funziona… a patto che si sappia settarlo costruendo una campagna “accorta”: questi tools ti aiuteranno a farlo

Influencer Marketing, cos’è? Tralasciando le definizioni più salaci, è semplicemente quella strategia per cui, sfruttando il seguito di un cosiddetto “Influencer” sulla piattaforma Social di nostro interesse, l’Influencer diventa “Ambassador” del prodotto che vuoi sponsorizzare: questa strategia può portare concretamente al raggiungimento di diversi obiettivi, in primis la conoscenza del Brand (Brand Awareness) ampliando copertura e impressions, in secondo luogo all’aumento di traffico verso la tua landing page, in terzo (quello più auspicato) all’aumento delle conversioni.

L’influencer non è un testimonial come nel marketing vecchia maniera

Detto così sembra tutto facile e bello… ma la verità è molto più complessa. Intanto perché non bisogna considerare l’Influencer la versione “social” dei “testimonials” nel marketing vecchia maniera, quelli che prestando volto e, talvolta voce, declamavano le fantastiche proprietà del prodotto in TV, alla radio, sui giornali e sui cartelloni per strada. Non è la stessa cosa per due ragioni: perché in questo caso la sponsorizzazione è “statica”, segue un copione prefissato, francamente legato alla campagna di marketing in corso, ed è “passiva”, nel senso che tu, pubblico, puoi solo limitarti a guardare o sentire lo spot. Sui social è diverso, si crea un legame tra Influencer e Followers che prescinde dall’attività di influencing del primo, e sulla base di questo legame si può stimare la “fiducia” dei followers nel loro beniamino: è questo l’elemento importante, non la notorietà dell’Influencer o il numero dei suoi follower, bensì quanto è credibile e capace di generare interazioni basate sulla fiducia. Va da sé che la sua sponsorizzazione, sebbene debba seguire certe direttive precedentemente concordate (topic da trattare e keywords da usare, hashtag, ecc.) il modo con cui deciderà di interpretarle sarà suo (attraverso post, foto, articoli di blog, o stories), e sarà poi interattivo grazie alle reazioni dei followers.

Come fare Influencer Marketing: soldi e piattaforma giusta

Il primo problema da affrontare sono: i soldi. Ne servono e tanti, e visto che può valerne la pena (tanto per le grandi imprese quanto per le piccole) è il caso di strutturare la campagna talmente bene da rientrare nelle spese. Il secondo problema da affrontare è: quale può essere l’Influencer più adatto al tuo brand e al tuo prodotto? In questo, non va solo considerata la persona in sé, se è cioè attinente o meno al brand, ai valori cui esso è legato, ecc. ma soprattutto se i suoi followers sono attinenti all’obiettivo di marketing che la campagna si pone, e se la piattaforma che scegliamo è la più giusta per il messaggio da veicolare e la fetta di pubblico in target cui speriamo di arrivare: come abbiamo già detto, infatti, in un precedente articolo sul Social Media Marketing non tutte le piattaforme social, per quanto fantastiche e affollate possano sembrare, sono necessariamente adatte al nostro brand… vanno valutati diversi fattori. I dati demografici, infatti, cambiano da piattaforma a piattaforma, per questo servirebbe condurre una serie di ricerche prima di lanciare una campagna. Vediamo quali tools possono venirci in aiuto. followers-influencer-marketing-consigli

1 – Trovare l’Influencer giusto: Buzzsumo

Iniziamo subito col ribadire il concetto che: pensare che sborsare soldi per un Influencer con milioni di fan pensando che questo automaticamente ci aumenterà conversioni e, magari, anche fanbase è un’illusione che, se i soldi sono tanti, potrebbe rivelarsi amarissima. Di sicuro, supponendo di puntare su Instagram, non è affatto difficile trovare un Influencer – basta scrollare la home page per qualche minuto e ne troverai a dozzine – il difficile è vedere se va bene per il tuo brand. Quindi, dimentica il numero dei followers, e concentrati su quello di “Engagement”: Buzzsumo è un tool di Influencer Marketing che analizza i contenuti più popolari, risale agli autori, ed i maggiori Influencer che l’hanno condiviso. Soprattutto, puoi filtrare i contenuti in “target” filtrandoli per topic e località, e in base a ciò selezionare profili di Influencers in linea col tuo brand; infine, Buzzsumo ti procurerà una lista di persone influenti su Twitter che potrebbero considerare l’idea di condividere i tuoi contenuti, basandosi sul loro storico di contenuti. Al di là dell’Influencer Marketing, questo tool è utile anche per inserire contenuti ed idee, scoprire creatori di contenuti di qualità e studiare gli output dei tuoi competitors. Il risvolto della medaglia è che non è un servizio gratuito: dopo un periodo di prova di sette giorni, prevede diversi piani di pagamento che però, a fronte di programmare una spesa oculata per una Campagna studiata ad hoc, può risultare un utile investimento.

2 – Valutare la capacità di Influencing: Kred

Valutare l’effettiva capacità di Influencing può non essere semplice, giacché non ha niente a che fare con quanti followers il tuo Influencer ha, ma quanto sono interattivi i suoi followers e, vale a dire, quanto lui o lei è capace di “agganciarli” (Engagement). Pensaci: alcuni Influencer hanno milioni di followers ma hanno solo una manciata di interazioni (commenti, reazioni, condivisioni) ogni volta che postano; altri con 20.000 followers o giù di lì ispirano conversazioni virali o dibattiti. Kred ti aiuta a guardare oltre l’ingannevole dato dei follow, fornendo metriche come menzioni, commenti e condivisioni. In più Kred fornisce un punteggio, Outreach Score, che riflette quanto spesso il tuo Influencer re-twitta, risponde o cita altre persone. Va da sé che affinché la Campagna vada sul sicuro sarà meglio scommettere su qualcuno che posta regolarmente, incoraggia le interazioni, e che gode di un buon livello di “fedeltà” da parte dei suoi followers.

3 e 4 – Monitorare e stabilire le performance di riferimento: Agorapulse e Phlanx

people-2562072_1280 Ok, adesso hai trovato un bel po’ di Influencers che sembrano fantastici per la tua idea di Campagna; ma con quale di loro vale davvero la pena di lavorare? Una strada per scoprirlo è comparare le loro performances social e la qualità dePer gli Insights di Instagram puoi usare il calcolatore di engagement Phlanx: potrai così consultare qualunque profilo pubblico di Instagram e farti un’idea del loro tasso di engagement. Poi ripeti il processo per i restanti Influencers che stai studiando per vedere quanto il loro tasso di engagement è paragonabile a quello di un altro. In questo modo vedrai quanti followers hanno e la qualità dei followers stessi, quanto sono attivi, quanto engagement hanno, e com’è la qualità del loro engagement (ad es. le interazioni medie per tweet – più sono, meglio è). Preferibilmente, dovresti infatti scegliere gli Influencers con maggiore tasso di engagement anche se hanno meno followers.

5 – Buzzstream, ovvero collaborare con efficacia con gli Influencer

Abbiamo parlato di Buzzsumo, ma Buzzstream è un pò diverso. Di sicuro può aiutarti a stilare una lista di possibili Influencers proprio come Buzzsumo, ma ti aiuterà anche a gestire queste relazioni automaticamente salvando email e tweet, e settando dei reminders per seguire i contatti e i progetti nel tempo. In più BuzzStream ti aiuta ad ottenere una visione più approfondita delle campagne di Influencing, delle performance e anche il posizionamento di links, con rapporti completi personalizzabili. Se tutto questo ti sembra troppo complesso, non preoccuparti: BuzzStream è facile da usare e ti fornisce molti modelli per aiutarti a cominciare.

6 e 7 – Tool per misurare i risultati/ROI: Google Campaign URL Builder e Traackr

couple-2585754_1280 Misurare il ROI (Return of Investment) delle campagne di Influencer Marketing può essere alquanto complicato, e, viste le cifre in ballo, è fondamentale che il ritorno di investimento con margine di profitto ci sia. Talvolta il guadagno non è misurabile in aumento di conversioni (guadagno diretto quindi) ma piuttosto in numero di followers attratti per mezzo della campagna, che influiranno sulla fase di conversione successivamente. Campaign URL Builder di Google Analytics è un eccezionale tool che ti aiuterà ad aggiungere parametri all’URL, il migliore per tracciare le campagne all’interno di Analytics. In altri termini potrai vedere esattamente quanti click di traffico avrai ricevuto dall’account del tuo social Influencer: devi solo compilare con il mezzo di marketing, il nome e le parole delle campagna (es. keywords, se rilevanti) ed otterrai una nuova URL personalizzata auto-generata. Non potrebbe essere più semplice. Un altro tool da considerare è Traackr. Questa piattaforma online combina la ricerca di Influencers, la gestione e l’analisi, mettendoti quindi a disposizione un programma completo per gestire ogni aspetto delle tue campagne di Influencer Marketing. Traackr è particolarmente utile per aiutarti a costruire relazioni a lungo termine e con Influencers nella tua nicchia. Trova il tuo sostenitore di brand ideale filtrando per keyword, luogo, età, genere, affinità di brand e canale social, poi ti aiuta anche a gestire la campagna. La cosa grandiosa di Traackr è che analizza i dati in modo da attribuire a ciascun Influencer presente nel suo ampio database un punteggio basato su due parametri, Reach e Risonanza. Puoi star sicuro che in tal modo avrai una corretta misurazione.

Infine…

Allora, abbiamo visto sette tools da aggiungere al tuo arsenale di digital marketing. Con questi tools di Influencer Marketing a tua disposizione, non avrai scuse: settare una campagna di Influencer Marketing perfetta sarà un gioco da ragazzi, così come far lievitare la fanbase del tuo brand con successo. Ora, tutto ciò su cui devi focalizzarti è rendere la tua campagna esteticamente accattivante… e mantenere costante il dialogo con l’influencer. E ora un ultimo consiglio spassionato: non sarebbe sbagliato dargli qualche imbeccata nel brief sui contenuti. Fallo con tatto, ma fallo: non dare mai niente per scontato, specie quel che dirà e come lo dirà. Buona campagna di Influencer Marketing!
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Email Marketing Automation: perché è così importante

Email marketing automation: cos’è e come migliora le tue attività

Ottimizza i tempi di realizzazione e massimizza i risultati con il marketing automation per l’email

Più che una parola chiave, è ormai da tempo una vera parola d’ordine in ogni digital strategy. Parliamo di marketing automation e di come può accrescere il rendimento delle attività, migliorare le conversioni e fidelizzare i tuoi clienti. Elaborare automatismi è ormai uno standard nella pianificazione di quasi tutti i segmenti che compongono una strategy. Si tratta di un’opportunità che presenta numerosi vantaggi operativi, con ottimi risultati in termini di conversioni e fidelizzazione. Pur essendo il canale digital più longevo, anche l’email marketing permette la programmazione e la gestione di campagne automatizzate in modo semplice e induttivo, basate su precise manifestazioni di interesse degli utenti. Ma andiamo con ordine.

Cos’è l’email marketing automation?

Quando parliamo di email marketing automation ci riferiamo a tutti quei processi che prevedono l’invio di email in modo completamente automatico solo in seguito al verificarsi di precise condizioni. Si tratta di contenuti statici o dinamici che vengono inviati solo se l’utente compie un’azione ben precisa come l’iscrizione alla newsletter, l’abbandono del carrello, l’apertura dell’email precedente, clic su un link e altro ancora. Tali azioni si chiamano trigger e sono fondamentali per il funzionamento dell’automazione. Quello dell’automazione applicata alla strategia di email marketing è un processo apparentemente semplice che richiede però molta attenzione nella fase iniziale. Per fare email marketing automation è importante la fase di produzione dei contenuti che dovranno essere perfettamente coerenti con la strategia complessiva e con il processo d’acquisto dell’utente. Non basta impostare i trigger giusti ma è necessario valutare con attenzione le azioni dell’utente in relazione ai tuoi obiettivi di business. Email Marketing Automation

Come l’email marketing automation migliora la tua attività?

L’automazione è un processo basato da sempre su un principio molto semplice: ottimizzare l’operatività aumentando il rendimento. Anche nell’email marketing è valido lo stesso obiettivo. Grazie alla possibilità di inviare contenuti pertinenti e automatici alle persone giuste, è possibile non solo fidelizzarle rispettando le loro manifestazioni di interesse ma anche risparmiare tempo nella produzione dei contenuti, in questo caso delle newsletter da inviare. Le campagne automatizzate possono essere di diverse tipologie e con differenti finalità. Facendo un elenco delle principali campagne da mettere in pratica possiamo distinguerle in:

Email di benvenuto, contenuti premium o codici sconto

Si tratta del primo contatto successivo all’iscrizione dell’utente alla newsletter. È il momento di più alto interesse dell’utente che in quel momento ci comunica la sua volontà nel ricevere informazioni e aggiornamenti legati al nostro brand. È quindi il momento più adatto per offrirgli un contenuto speciale in cambio di quella che è a tutti gli effetti una manifestazione di fiducia. Si può dunque pianificare un invio automatico di un messaggio contenente informazioni utili, oppure un codice sconto dedicato ai nuovi iscritti, o un contenuto premium inerente ai prodotti o ai servizi proposti.

Contenuti informativi distribuiti su più invii

Se nel caso precedente l’obiettivo è offrire un contenuto dedicato a chi si è appena iscritto, assecondando il suo alto livello di interesse verso il nostro brand, in questa seconda possibilità di automazione l’obiettivo è quello di fare in modo che l’utente si ricordi di noi. Per fare ciò è possibile progettare un workflow di contenuti coerenti e organizzati in base ad un determinato obiettivo. Se desideriamo far conosce i nostri prodotti o servizi, l’ambito nel quale questi possono essere utilizzati e come, oppure presentare la nostra azienda, possiamo pianificare un invio di più messaggi con contenuti correlati. Questa possibilità ci permette di fissare con l’utente un appuntamento fisso attraverso il quale guidarlo nella scelta fidelizzandolo.

Abbandono del carrello

Ricontattare l’utente che è ad un passo dall’acquisto è un’opportunità da non sprecare. Pianificare un invio automatizzato verso chi ha inserito dei prodotti nel carrello ma non ha concluso l’acquisto è molto importante per il raggiungimento dell’obiettivo principale di un Ecommerce. È quindi importante ricontattare l’utente dopo qualche giorno con l’obiettivo di ricordargli quali prodotti ha lasciato nel carrello e invitandolo a concludere l’acquisto. Non sempre gli utenti abbandonano per disinteresse e ricontattarli vuol dire andare incontro a una concreta manifestazione di attenzione verso i prodotti selezionati.

Email personalizzate in una data specifica del calendario

Una delle più classiche email automatizzate è di certo quella personalizzata da inviare il giorno del compleanno dell’utente. Si tratta di un’abitudine ormai consolidata che però può non essere associata al solo giorno del compleanno. Ogni brand e alcune tipologie di prodotti possono far riferimento a date specifiche o avvenimenti importanti legati alla vita dell’utente. È quindi possibile pianificare un invio automatico se si desidera associare ad un determinato evento il valore del brand. Email Marketing Automation Grazie all’email marketing automation è possibile raggiungere i tuoi utenti con messaggi pertinenti che soddisfano le loro aspettative. A partire da chiare manifestazioni di interesse e da una segmentazione accurata del database sarà semplice inviare messaggi personalizzati e con intervalli temporali stabiliti in base a precisi obiettivi di business. E quindi sì, se ti stai chiedendo se è davvero importante l’automazione nell’email marketing, la risposta è assolutamente sì.
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Digital pr: individua gli influencer giusti per la moda

Digital pr: individua gli influencer giusti per la moda

Come costruire una strategia di digital pr e quali influencer coinvolgere

L’influenza e il passaparola in qualsiasi epoca storica hanno rappresentato delle vere e proprie valute nell’economia. Sembra quasi banale quindi che oggi l’influenza detti le regole dell’economia digitale, soprattutto se la sfera di appartenenza è la moda.
Il mercato e qui interpelliamo anche l’offline, si aspetta che i brand parlino tramite blogger e influencer, creando così un canale diretto tra consumatori e venditori.
I dati dimostrano che ricorrere alle Digital PR incrementa di circa 5,2 volte l’efficacia della propria campagna marketing e, quindi, influenza concretamente anche le scelte d’acquisto dei consumatori.
Il numero di follower sommato alla capacità di creare engagement e all’autorevolezza, rappresenta una leva di immenso valore all’interno di una strategia di digital marketing. Grazie a contenuti di qualità creati dal brand insieme a blogger e influencer, si amplifica non solo la reputazione ma anche l’audience e soprattutto il fatturato dei negozi di abbigliamento e accessori.
I brand possono e devono servirsi degli influencer per coinvolgere le community, creare conversazioni, orientare le scelte e migliorare la reputazione digitale di un business.
Gli influencer si concentrano ormai in tutte le piazze del web: Instagram, Facebook, Youtube, 21button, Twitter, Blog. Ma esattamente qual è il loro ruolo in una campagna di digital marketing?
A metà strada tra brand ambassador e consumatori, gli influencer sono delle web celebrities che grazie alla loro capacità di raccontare la normalità, diventano depositari di consigli, saperi e ispirazione.
Ma vediamo passo passo come strutturare una strategia di Influencer Marketing customizzata.

La strategia vincente per una campagna di Digital PR

Quando si pianifica una campagna di Influencer marketing si parte da una scrematura iniziale fondata sul numero di follower che deve corrispondere a un valore commerciale.
Tuttavia la fama, se così vogliamo definirla, è solo una delle tante armi vincenti degli influencer. La verità che sotterra ogni altra analisi e dato numerico è che la forza trainante degli influencer deriva dal fatto che sono percepiti come persone normali. Pertanto viene facile, se non addirittura naturale per i consumatori immedesimarsi in loro e seguire i loro consigli di tendenza.
Oggi infatti possiamo distinguere tre tipi di influencer, in base al loro seguito: ci sono i megainfluencer, che hanno più di 500 mila followers; i normali influencer che hanno tra i 100mila e i 500mila; i microinfluencer, che ne hanno tra i 10mila e i 100mila. Negli ultimi anni, però, si sta sviluppando una nuova categoria, molto diversa da quelle sopra citate, ovvero i nanoinfluencer, con meno di 10mila followers ma in grado nella loro piccola community di trasformare il modo in cui le aziende fanno marketing sui social network.
Non a caso, infatti i più addentrati nel settore selezionano all’interno di una studiata campagna di digital PR anche un buon numero di nanoinfluencer, praticamente a costo zero.
Oggi per pianificare una campagna di Digital PR bisogna prevedere un budget come quello che si decide di spendere per le campagne advertising su Google o su FB e IG.
Una volta stimato il budget da destinare a questa attività devi procedere per gradi.
Poniamo che il budget stanziato dal cliente sia di 2000 euro e capiamo passo dopo passo cosa fare. L’ideale con un budget del genere, sarebbe ingaggiare 5 influencer da pagare e 7/10 con i quali intraprendere una collaborazione basata sullo “scambio merce”.
Analizziamo ora le diverse fasi:
L’ideale sarebbe ingaggiare influencer che abbiano un seguito sia sui loro canali social ma anche sui loro blog. La potenza della link building seppur passa in secondo piano, in certi settori merceologici, come quello dell’abbigliamento, ha sempre un valore fondamentale per Google.

  1. Prima di tutto devi analizzare esattamente il target che vuoi colpire e dal quale con assoluta probabilità otterrai delle conversioni in termini di vendite. Dove si concentra principalmente? A che ora si connette sui social? che interessi ha? è principalmente maschile, femminile o eterogeneo? da dove proviene? segue i tuoi competitor?
  2. Una volta definito il target il consiglio che ti do è quello di farti guidare dai tool e procedere alla ricerca. Io ti suggerisco una serie di tool gratuiti dai quali iniziare, ma se vorrai fare un lavoro con i fiocchi dovrai anche pensare di fare degli abbonamenti annuali. Tra i tool gratuiti con i quali incominciare a prendere confidenza ti consiglio Influgramer, Influence.co ma anche i tuoi stessi canali social, Instagram e facebook e il massimo conoscitore di tutte le domande e le risposte, il signor Google. Sui primi tool potrai fare una ricerca mirata a seconda della categoria di appartenenza, in questo caso la moda, il numero di follower e likes, l’età, la geografia del territorio. Attraverso i tuoi canali invece potrai fare delle ricerche mirate tramite hashtag o digitando direttamente i nomi degli influencer e verificare il loro seguito, la qualità dei loro contenuti e il livello di engagement. Su Google potrai digitare delle parole chiave di riferimento e otterrai una serie di risultati interessanti dai quali partire e iniziare a fare delle valutazioni. Per un lavoro perfetto l’ideale sarebbe che tu potessi utilizzare strumenti come Klear per analizzare la qualità e la potenza degli influencer nei loro canali e Semrush per verificare quello che fanno i tuoi competitor, guardare i loro backlink e analizzare chi parla di loro.
  3. Una volta che hai raccolto le idee e i nomi bisogna mettersi all’opera. Il mio suggerimento è quello di creare un file excel e segnare le voci fondamentali: Nome e cognome, canale IG con numero di follower, FB con numero di mi piace, Youtube con numero di iscritti, Twitter con numero di follower, Blog, contatto email e numero di telefono. Questo file vedrai che col tempo diventerà il tuo pane quotidiano e la risorsa principale del tuo lavoro e col tempo capirai come migliorarlo e addomesticarlo a seconda delle tue esigenze.
  4. Adesso è arrivato il momento del contatto. Preparati un contenuto per email evergreen da modificare a seconda delle esigenze. Dedica qualche riga a presentarti e a presentare l’azienda per la quale lavori, senza mai essere remissivo, piuttosto decanta e dai valore al brand per il quale andrai a fare la proposta di collaborazione. A seconda poi che si tratti di un normale influencer o un nanoinfluencer, cambia i toni e la formula della proposta di collaborazione. Nel primo caso chiederai di conoscere le sue quotazioni, nel secondo caso proporrai lo scambio merce.
  5. Finalmente stai ricevendo le prime risposte! Ecco che capiterà sicuramente di incorrere in risposte negative oppure da parte di agenzie che gestiscono le comunicazioni con le web celebrities di riferimento. I prezzi potrebbero essere piuttosto alti, ma non è sempre così, non solo perché molti influencer si autogestiscono e quindi potrai interloquire direttamente con loro ma anche perché l’arma della contrattazione deve sempre essere tua complice. Bisogna solo capire in che momento preciso interpellarla. L’ideale sarebbe che tu colga l’occasione per intraprendere una relazione di fiducia e stima lavorativa, in modo tale da riconoscere in loro non solo il ruolo che hanno, ma fare anche in maniera tale che lo riconoscano in te. Per loro rappresenti lavoro e ben volentieri accetterebbero delle controproposte economiche se tu fossi in grado di prometterli altro lavoro futuro.
  6. E’ fatta! Sei riuscito ad ingaggiarne tanti/e quanti/e te ne eri prefissato. Adesso è il momento di dare loro il brief esatto del messaggio da comunicare. Non sottovalutare mai questo momento, devono essere guidati passo passo e dire e mostrare precisamente quello che tu vuoi che dicano e mostrino. Dovrai concordare il numero esatto di post/tweet/stories/articolo di blog/video e/o mentions su youtube e le date e ore di pubblicazione, in modo così da verificare che tutto venga effettuato entro le scadenze previste.
  7. Ora non ti resta che monitorare la campagna e tracciare attraverso Analytics da dove arrivano le principali vendite, nel caso in cui abbiate affidato agli influencer dei codici sconto, quanti ordini arrivano tramite loro, se aumentano il numero di iscritti e follower ai canali del brand per cui state lavorando, se migliora il livello di engagement.
  8. Alla fine della campagna i dati e i numeri ti serviranno a capire quanto è stato buono il lavoro che hai fatto. Se i risultati ottenuti saranno positivi, il cliente nella maggior parte dei casi sarà disposto per la successiva campagna ad affidarti altro budget!

Aggiornati sempre e non sottovalutare mai nulla, ogni forma di conoscenza è potere!
Lavora a stretto contatto con il Social media manager ammenoché non sei già tu e impara ad utilizzare strumenti come Search Console e Analytics per il monitoraggio dei dati. Un buon lavoro deve essere sempre testimoniato dai numeri.

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7 Lezioni di Content Marketing che ci ha insegnato Star Wars

Branding, Storytelling e Content Marketing

7 strategie suggerite da Star Wars – Il Risveglio della Forza

Dopo aver parlato dei Trend di Web marketing del 2016, vogliamo approfondire l’argomento Content Marketing. Le aziende che si occupano di Digital PR e Content Marketing possono imparare molto dalla promozione dell’ultimo film di Star Wars. Le strategie utilizzate in casa Disney hanno contribuito molto al successo del film più visto del 2015. Ci piace pensare a Star Wars: Episodio VII come al “risveglio della forza” nell’ambito delle pubbliche relazioni e del marketing dei contenuti.

La potenza Disney è sicuramente un vantaggio che altri brand non hanno: Disney possiede una miriade di reti televisive e radiofoniche americane (tra cui ABC e ESPN) utilizzate per la promozione oltreoceano con ottimi risultati. Ma tante sono state le strategie utilizzate in tutto il mondo, da cui anche il più esperto Content Marketer e Digital PR può imparare.

Le 7 strategie di Content Marketing imparate da Star Wars – Il Risveglio della Forza.

  1. Impegnarsi con lo Storytelling.
    Si sa, una buona trama con personaggi interessanti, emozioni e pericoli attrae e coinvolge un pubblico molto ampio. Nello sviluppo di strategie di PR e Content Marketing, bisogna considerare che un progetto funziona bene se “ambientato” in un contesto avvincente con richiami emotivi.
  2. Impiegare diversi tipi di contenuti.
    La maggior parte dei marketers si concentra su testi e immagini. Disney ha commercializzato il film anche attraverso audio, videogiochi e applicazioni. Ad esempio, la Disney ha rilasciato un Infinity Playset a tema Star Wars sulla sua piattaforma di gioco interattiva, il giorno stesso in cui è uscito il film. Anche se è certamente più facile per la Disney fare promozione con contenuti e risorse audio/video dai film prodotti, i marketers possono seguire il suo esempio per raggiungere un pubblico nuovo, testando nuove forme di contenuti (invece di utilizzare sempre e solo i blog standard e i social media).
  3. Lavorare con i partner.
    La maggior parte dei Content Marketers si concentrano sui media di loro proprietà, quando potrebbero espandere notevolmente la loro portata attraverso delle partnership. Ad esempio la collaborazione tra Disney e Google ha coinvolto i fan in un’applicazione basata sulla realtà virtuale. Sul blog Disney si legge che l’applicazione “incoraggia i fan di Star Wars a scegliere il Lato Oscuro o la Luce per personalizzare la loro esperienza su Google.”
  4. Riciclare i contenuti.
    L’ultimo episodio di Star Wars è molto simile al film originale (episodio IV). Entrambi hanno un protagonista che vive su un pianeta deserto, un messaggio importante memorizzato in un droide, una schiera di cattivi che cerca quel messaggio, antagonisti mascherati e vestiti di nero, un pianeta/arma di distruzione e un gruppo di buoni che cerca di distruggere quell’arma. I fan hanno amato il film nonostante i parallelismi, anzi: forse questo è considerato il pregio maggiore, quasi un tributo. Quindi la lezione per i Content Marketers è che al pubblico non importa se un contenuto è riciclato, a patto che sia divertente e coinvolgente.
  5. Rispondere alle domande.
    Nei mesi prima della sua uscita, Disney ha risposto a molte domande dei fan sul film e sui suoi personaggi. Anche i brand possono coinvolgere il loro pubblico rispondendo alle domande. Spesso questo si traduce in creazione di contenuti che aiutano gli utenti a svolgere un’attività o a prendere una decisione. Anche degli articoli sul fai-da-te o delle mini guide su come scegliere i regali di Natale possono attrarre e stimolare il lettore ad approfondire e cercare ulteriori informazioni. Fermo restando che anche una semplice occhiata “dietro le quinte” affascina sempre una grande fetta di pubblico.
  6. “Keep it simple”.
    Il Risveglio delle Forza ha una trama semplice: buoni contro cattivi. Ciò dimostra che i migliori contenuti vengono da idee semplici e rilevanti, e che i consumatori sono più propensi a sostenere un progetto o un brand, se riescono a comprenderlo facilmente.
    Se il tuo Ecommerce vende piscine da giardino, non parlare soltanto delle caratteristiche, ma anche di tutti i giochi che i bambini possono fare in piscina, oppure proponi delle ispirazioni di arredo per il giardino.
  7. Rimanere coerenti.
    I film di Star Wars mantengono un insieme coerente di regole sulla tecnologia, la fisica, la storia e l’estetica. Il pubblico distingue facilmente Star Wars da Star Trek proprio grazie a queste differenze. I migliori brand costantemente si distaccano dalla concorrenza: loghi e stili sono coerenti su ogni canale di marketing.

Star Wars offre molte lezioni di Content Marketing; sebbene la maggior parte dei brand non ha lo stesso potere di marketing della Disney, molte delle sue strategie e tecniche di marketing sono applicabili su scala minore.

Secondo te quali altre lezioni di Content Marketing si possono imparare da Star Wars?