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Migliorare il posizionamento su Google: l’importanza dei backlink di qualità

Nell’era digitale, ottenere visibilità su Google è cruciale per il successo online. Ma come fai a raggiungere le prime posizioni nei risultati di ricerca? Una delle chiavi per il successo è la link building, in particolare l’acquisizione di backlink di alta qualità. In questo articolo, esploreremo in profondità l’importanza dei backlink di qualità e come possono influenzare positivamente il tuo posizionamento su Google.

Cos’è un backlink di qualità: definizione e importanza

Un backlink di qualità è un link proveniente da un altro sito web autorevole e pertinente al tuo settore. Questi link sono come voti di fiducia da parte di altri siti verso il tuo. Google interpreta i backlink come segnali di autorevolezza e rilevanza, quindi quanto più alta è la qualità dei backlink, tanto migliore sarà il tuo ranking. I backlink di qualità aumentano la tua credibilità agli occhi di Google e degli utenti.

Come i backlink di qualità impattano il ranking su Google

I backlink influenzano notevolmente il ranking su Google. L’algoritmo di Google considera i backlink come uno dei fattori principali nella determinazione del posizionamento di una pagina. Quando ricevi backlink da siti autorevoli, Google interpreta la tua pagina come degna di essere posizionata più in alto nei risultati di ricerca, migliorando così la visibilità del tuo contenuto.

Differenza tra Backlink di Qualità e Backlink di basso valore

Non tutti i backlink sono uguali. Alcuni siti web possono offrire backlink di basso valore, come link da siti spammy o irrilevanti. Evitare questi backlink è fondamentale poiché possono avere un impatto negativo sulla tua SEO. I backlink di qualità provengono da fonti affidabili e rilevanti, e sono ottenuti in modo etico.

Come Ottenere Backlink di Qualità

Per ottenere backlink di qualità, è essenziale pianificare una strategia di link building solida. Ecco alcune strategie efficaci:

  • Outreach: Identifica siti web correlati al tuo settore e contatta i proprietari proponendo la condivisione del tuo contenuto.
  • Guest Blogging: Scrivi articoli di alta qualità come ospite su siti autorevoli nel tuo settore.
  • Creazione di Contenuti di Eccellenza: Produci contenuti informativi, originali e coinvolgenti che attirino naturalmente i backlink.

Evitare penalizzazioni: linee guida per una Link Building etica

Google punisce le pratiche di link building sleali. Per evitare penalizzazioni, evita l’acquisto di backlink, lo scambio reciproco di link o qualsiasi forma di spamming. Concentrati invece sulla costruzione di relazioni con altri siti e sulla creazione di contenuti di valore.

Misurare l’Effetto dei Backlink: Metriche Chiave

Monitorare l’effetto dei backlink è cruciale. Alcune metriche da tenere d’occhio includono il numero di backlink, l’autorevolezza del dominio di provenienza, l’incremento del traffico e le conversioni. Utilizza strumenti come Google Analytics per analizzare l’impatto dei tuoi sforzi di link building.

In conclusione, i backlink di qualità sono un elemento fondamentale per migliorare il posizionamento su Google. Costruire una strategia di link building efficace richiede tempo e sforzo, ma i risultati possono essere straordinari. Investi nella creazione di contenuti di valore e nella costruzione di relazioni nel tuo settore per ottenere backlink di alta qualità e migliorare il tuo ranking su Google.

Vorresti ricevere maggiori informazioni su questo tipo di strategia? Contattaci per richiedere un preventivo personalizzato in base alle tue esigenze.

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Link Building: da dove iniziare

Link building: di cosa si tratta?

Tra le diverse attività svolte in un’agenzia di digital marketing, quelle inerenti al lavoro off-site sono le più sottovalutate del settore: una di queste è la link building, che per essere efficace, richiede tempo e costanza, ma soprattutto pazienza ed attenzione.
Ma cos’è la link building?
Parliamo di un’attività SEO mirata a ottenere link di collegamento verso il nostro sito web, pagina di categoria o prodotto, da un altro sito (backlink). L’obiettivo è ottenere più traffico verso il proprio sito web o Ecommerce, e migliorare il posizionamento nella SERP di Google.
 

Tutta una questione di attributi e fonti

Per costruire backlink di qualità bisogna conoscere le varie tipologie di link esistenti, ad esempio:

  • link editoriali, costituiti da articoli mirati all’inserimento di collegamenti al proprio sito web. A loro volta, tali link possono essere richiesti (pubblico scelto in base alle proprie esigenze, quindi link di qualità) o non richiesti (di solito sono i più duraturi nel tempo e certificano un certo grado di notorietà del proprio brand);
  • link generati dagli utenti, come commenti su blog e forum, o directory non moderate. In questo caso si parla di collegamenti di bassa qualità, che hanno un peso inferiore rispetto a link di tipo editoriale.

Oltre a questa distinzione, i link sono categorizzati per attributo rel. Esso è utilizzato per descrivere la relazione tra la pagina del sito che ospita il nostro link e il link di destinazione posizionato:

  • rel=”follow”: si ottiene un passaggio di autorevolezza, dal sito web che ospita il backlink al sito di destinazione;
  • rel=”nofollow”: il sito web che ospita il backlink suggerisce al motore di ricerca di non trasferire la propria autorevolezza al sito di destinazione.
  • rel=”sponsored”: indica quali link costituiscono una pubblicità, un banner o un posizionamento a pagamento.

Gli attributi sono utilizzati dal motore di ricerca anche per distinguere i link principali da tener conto per il posizionamento nella SERP (link follow) dai cosiddetti “suggerimenti” (nofollow, sponsored e UGC).

 

Link building: come ottimizzare articoli già esistenti in rete?

Sono diverse le strategie di link building attuabili: la scelta di quella giusta per ciascuna azienda si basa sulle sue necessità, sulla sua cronologia e sul posizionamento SERP in un dato istante.

Un esempio è il caso di Fiore di Puglia, azienda per la quale seguiamo l’attività di digital marketing, produttrice di taralli pugliesi e affini, ci sta dimostrando come un sito web possa avere backlink di qualità in modo naturale.
Attraverso una ricerca approfondita e con l’ausilio di tool specifici, sono emersi articoli in cui l’azienda veniva menzionata, sia per premi vinti che per il lancio di nuovi prodotti, ma dove non erano presenti backlink. Ottime occasioni per collegare schede prodotto, news o l’homepage: in questo caso, l’obiettivo era inserire link all’interno di articoli già esistenti. Una volta raggiunto un accordo, il processo di link building inizia a prendere forma, ottenendo così i primi link editoriali, garanzia di qualità.
Successivamente, si procede con le fasi di analisi e monitoraggio attraverso strumenti di web analytics, valutando se il backlink inserito stia migliorando la posizione sulla SERP di Google. Si verifica anche l’efficacia della keyword scelta, a cui è stato ancorato il link di destinazione.
Per l’azienda in questione, la scelta è ricaduta sulla parola di brand “Fiore di Puglia”, puntando sul rafforzare il posizionamento e l’autorevolezza del brand.
In altri casi, invece, si è scelto di ancorare il backlink a keyword affiliate al marchio: si indirizza l’utente verso pagine di categoria o schede prodotto specifiche.

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Cosa significa fare link building nel 2019

A cosa servono oggi i backlink? Qualche mossa vincente per ottenere quelli giusti

I backlink sono uno dei fattori che più influenza la classificazione organica di Google, pertanto la creazione e la gestione di un profilo backlink di successo è una delle maggiori preoccupazioni per i SEO.
La link building oggi poi, si sta evolvendo, nonostante siano ancora tanti, quelli che continuano a lavorare “old style” facendo danni ai propri siti web e a quelli dei propri clienti.
Nel 2019 fare link building significa servirsi di uno dei più potenti strumenti per ottimizzare il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca. Bisogna però saperlo fare bene!
Ti suggerisco quindi i principali tips da seguire ogni volta che ti approcci a questa attività:

  1. Ancore Brand: oggi è assolutamente indispensabile lavorare sul brand del proprio sito. Evitare quindi anchor text troppo commerciali e variarle di continuo deve essere il tuo pane quotidiano.
  2. Scelta dei siti: bisogna ricevere sempre e solo link da siti credibili. Devi evitare in maniera categorica contenitori di guest post e pieni zeppi di link ma devi puntare a siti con traffico reale e una linea editoriale seria. La tua regola deve essere alternare siti generalisti, siti verticali (del tuo stesso settore) e testate giornalistiche così da avere un profilo link credibile e solido.
  3. Costanza: l’attività di link building deve essere svolta con costanza. Un lavoro fatto bene sul lungo periodo, porta i risultati migliori.
  4. Pagine di destinazione: è necessario scegliere con cura la pagine obiettivo del proprio sito su cui far arrivare il link. Vanno identificate con attenzione, analizzando il mercato, le conversioni, le query e la struttura di linking interna del sito web.

Da quando ho iniziato a fare questo lavoro ho raccolto molti suggerimenti e fatto tante esperienze, che oggi ritengo assolutamente preziose per svolgere le mie attività quotidiane di link building.
Ecco una serie di mosse vincenti per tutti coloro che operano nel settore della SEO Off-site:

  1. Controlla periodicamente i backlink che ricevi attraverso strumenti pregiati come Semrush o Seozoom. Io utilizzo Semrush, pertanto vi mostrerò nello specifico tutte le operazioni che faccio utilizzando questo strumento. Il mio consiglio è di fare questo check ogni due settimane, dal momento che è il periodo di tempo impiegato da Google per indicizzare i nuovi link. La prima cosa da fare quindi è visionare il profilo Backlink del tuo progetto su Semrush, usare il filtro “Nuovi” e come opzione selezionare solo il tipo “Follow,” per avere modo di tracciare subito i backlink più preziosi. Organizza questi dati con la quantità di traffico referral indicata da Google Analytics e invia un bel report al tuo capo o al tuo cliente per dimostrargli che stai facendo un ottimo lavoro. Se poi vuoi andare ancora più a fondo e procedere con un lavoro certosino, rimanendo nel profilo backlink scegli l’ordine crescente per punteggio di fiducia, nella colonna a sinistra. Se trovi un link sospetto, non disperare, aggiungilo all’elenco rifiuta con un solo click. Consulta infine i backlink “Persi” dal tuo profilo, aggiungi il filtro “Follow” e seleziona poi l’ordine crescente nel “Punteggio di fiducia”. Operando in questa maniera potrai verificare i backlink persi da domini attendibili.
  2. Spiare un po’ i tuoi concorrenti fa bene alla tua salute lavorativa e a quella del tuo cliente! Digita il loro dominio su Semrush e analizza il loro profilo backlink. Potresti anche servirti di quei competitor menzionati da Semrush, ma potresti trovare grandi colossi come Amazon, Wikipedia e altri. Quindi il mio consiglio è di analizzare un competitor alla volta e verificare se possiede qualche backlink interessante che potresti ricevere anche tu. Creati una lista di siti e analizzali uno per volta su Semrush valutando il posizionamento organico, il numero di domini di riferimento e il Backlink audit tool, tramite il quale potrai verificare l’eventuale presenza di link tossici e quindi quanto effettivamente sia positivo o no ricevere backlink da quei domini.
  3. Trova idee che impreziosiscano i tuoi contenuti e rendano il tuo investimento! Oltre a guardare i trend topic sui vari social di riferimento a seconda del settore in questione, anche in questo caso potresti servirti dei tuoi rivali. Dopo aver inserito il domino di un tuo rivale su Semrush, nel report Pagine indicizzate, puoi trovare idee per strutturare contenuti in grado di attirare “backlink naturali”. Potresti renderti conto che ci sono tepic redditizi a cui non avevi mai pensato e che potranno essere di riferimento per la tua content strategy.
  4. Acquisisci backlink naturali e fai in modo che Google si innamori di te: oltre a creare contenuti interessanti che possano davvero coinvolgere il tuo pubblico, riduci drasticamente il numero di ancore commerciali e aumenta il numero di ancore brand o composte (mix tra nome del brand e testo aggiuntivo).
  5. Infine controlla lo stato di salute dei tuoi backlink attraverso uno strumento chiamato Backlink audit Tool. Una volta impostato saranno automaticamente raccolti tutti i backlink raccolti dal database di Semrush e dalla Search Console di Google. Potrai quindi verificarli e decidere o di metterti in contatto con i proprietari dei siti web chiedendo loro di rimuovere il link, aggiungere il link ad una lista Disavow o mantenere il link se non sembre essere dannoso.

Per il momento penso possa bastare….alla prossima puntata!

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SEO strategy: arte o scienza? La scrittura dei contenuti tra ottimizzazione e storytelling

La strategia SEO: come scegliere le parole chiave? Il compromesso tra volumi di ricerca, query e strategia

Scrivere un articolo di successo, che sia per il tuo blog personale o per quello della tua azienda, è impresa ardua  che persegue (o dovrebbe perseguire) sempre due obiettivi parimenti fondamentali: utilizzare una strategia SEO che consenta l’ottimizzazione del contenuto per il posizionamento sui motori di ricerca e impiegare un linguaggio coinvolgente e attrattivo per i lettori. Abbiamo già parlato dei consigli utili per affrontare la nuova era della SEO e dei 6 strumenti imprescindibili per  ottimizzare al meglio le pagine del nostro sito web, ponendo un particolare focus sulla modalità di ricerca delle giuste parole chiave, partendo dall’ analisi delle keyword attraverso i tools più indicati. Ricordiamo che l’analisi e la scelta delle parole chiave pertinenti ai contenuti del sito è un processo indispensabile per migliorare il nostro posizionamento in SERP e quindi per incrementare il tasso di conversione.

Preme sottolineare che nell’utilizzo ad esempio del Keyword Planner, lo strumento gratuito di Google Adwords, ci ritroviamo di fronte a keywords con un alto volume di ricerca e di fronte a keywords più specifiche, con volumi di ricerca molto più bassi. Ed è qui che entra in gioco la capacità del SEO specialist di riuscire ad inseguire i numeri senza perdere di vista la strategia generale. Se ad esempio abbiamo delle keywords molto competitive e stiamo lavorando su di un sito con un basso traffico e ancora poco posizionato sulla maggior parte di esse, si potrebbe decidere di utilizzare assieme alle keyword generiche, keywords più specifiche (negli H1 ad esempio). Infatti, nonostante le keywords più specifiche generino meno traffico (ossia risultino nell’analisi volumi di ricerca minori) rispetto a quelle con alti volumi di ricerca e più competitive, si può giungere a eguagliare il traffico generato da keywords più generiche, in quanto gli utenti potrebbero essere maggiormente in target e pertanto il tasso di conversione maggiore (Massimazione del ROI). Un altro elemento da tenere SEMPRE in considerazione nella stesura di contenuti da ottimizzare è l’importanza di incrociare i dati emersi dall’analisi dei volumi di ricerca con le query (le query sono delle frasi che possono contenere anche più parole chiave e che corrispondono alle “espressioni” utilizzate dagli utenti nella ricerca su Google). Per una buona individuazione delle query è lo stesso Google a darci dei suggerimenti. Quando infatti ricerchiamo una parola chiave, ad esempio “Digital marketing”, scorrendo in fondo alla pagina troviamo la voce “ricerche correlate a digital marketing”, che sono esattamente il suggerimento che Google ci dà rispetto alle query.

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Un altro ottimo strumento utile per la ricerca delle query è Answer The Public utilizzabile in più lingue, sul quale è possibile inserire una parole chiave o un argomento, avendo una panoramica delle query sotto forma di preposizioni, domande e comparazioni

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Cosa vuol dire scrivere un contenuto vincente, oltre la SEO?

Come premesso all’inizio di questo articolo, nella stesura di un contenuto vincente se da un lato è importante utilizzare una strategia SEO che consenta l’ottimizzazione del contenuto stesso per il posizionamento sui motori di ricerca, dall’altro è fondamentale impiegare un linguaggio coinvolgente e attrattivo.

Come scrivere un contenuto coinvolgente e attrattivo?

Per risultare vincente un articolo deve quanto meno possedere almeno una delle seguenti caratteristiche:
  1. Informativo
  2. Emozionale
  3. Identitario
Un articolo risulta essere informativo quando è attinente rispetto al tema affrontato, fornisce delle informazioni  precise e semplici riguardo ad esso, offrendo un valore aggiunto, ossia un elemento in più rispetto allo status dell’arte sull’argomento. Per riuscire quindi a scrivere un contenuto informativo è necessario essere aggiornati sullo stesso, non allontanarsi troppo dal focus del tema e guidare il lettore attraverso una struttura semplice: premesse, sviluppo, conclusioni. Un articolo informativo è pertanto un articolo che induce nel lettore la sensazione di aver appreso qualcosa di nuovo, fosse anche un punto di vista su un determinato argomento. Il punto di vista che, però, non deve essere un’opinione, ma una “visuale” dello stesso punto da un’altra angolazione. Se può sembrare più o meno semplice redigere un contenuto informativo, che si avvicina sicuramente ad un approccio metodologico più scientifico, più complicato, soprattutto per la sua struttura “anacronistica” risulta essere il contenuto “emozionale”.

Cosa vuol dire scrivere un “contenuto emozionale?”

Pubblicità emozionale”, “Scrittura emozionale”, “Storytelling”: queste espressioni vengono costantemente affiancate ed, erroneamente, spesso confuse tra di loro. È necessario subito specificare che non necessariamente un contenuto emozionale fa parte di uno “storytelling”, e viceversa, non sempre in uno “storytelling” troviamo contenuti emozionali. scrittura emozionale Il contenuto emozionale è un contenuto che fa leva appunto sulle emozioni, come la gioia, il dolore, la tristezza, la paura, e così via, basandosi sul meccanismo fondamentale dell’empatia: mettersi nei panni del lettore e concedere al lettore la possibilità di mettersi  nei panni di ciò che è scritto. Il contenuto emozionale è un contenuto persuasivo, che punta sulla dimensione emozionale del nostro destinatario, ma che non necessariamente fa parte di una storia, o meglio, di una strategia volta a raccontare una storia.

Cos’è lo storytelling? Il viaggio tra racconto e fidelizzazione

Cos’è lo storytelling? Forse avremmo dovuto chiamare questo paragrafo: “Cosa non è uno storytelling”. Nel linguaggio comune si pensa infatti che lo storytelling corrisponda, come suggerito dalla stessa etimologia, alla sola arte del narrare. Si possono narrare mille cose e in mille modi diversi, ma non è raccontando una storia qualsiasi che fa di noi, noi professionisti o noi azienda, degli storytellers. Lo storytelling ha certamente a che fare con il racconto di una storia, ma di quale storia? Ritornando alla terza caratteristica che deve possedere un articolo per essere accattivante, l’ho definita “arbitrariamente”:  l’essere identitario.

Cosa vuol dire scrivere un articolo identitario?

Significa scrivere un contenuto che si vada ad inserire nella narrazione di una storia, che può essere più o meno emozionale, ma che che racconti qualcosa dell’identità dell’azienda o del brand per i quali stiamo scrivendo. Fare stoytelling non significa improvvisare semplicemente la foto di un’alba o di un tramonto. Fare stoytelling significa  capire a pieno la storia e l’identità di quel brand e riuscire a veicolarla nei migliori dei modi, all’interno di una strategia che prenda in considerazione il “mood” e il linguaggio dell’azienda, la sua vision, la sua mission, e soprattutto il linguaggio della community o del target di riferimento. In una parola: fidelizzare.

Storytelling: la case history di Granoro

“Ogni azienda ha una storia da raccontare” è quello che si legge nell’homepage del sito di uno degli storyteller più noti in questo momento nel panorama italiano: Cristiano Carriero.   Carriero, che ha lavorato per diverse aziende di portata nazionale, proprio riguardo ad una delle sue ultime collaborazioni afferma: “La Seo è una botta e via; lo Storytelling è una storia d’amore di quelle che non si dimenticano”, e lo fa parlando della collaborazione con Granoro, un progetto vero e proprio di storytelling che si è sviluppato su più fronti. Da una parte la narrazione in diretta sui social, con il coinvolgimento di Instagramer e Snapchatter durante la raccolta del grano, entrando così nel cuore pulsante dell’azienda attraverso gli strumenti digitali più utilizzati nella nostra quotidianità.crisitiano-carriero Dall’altra una strategia di content che parte direttamente sul blog di Granoro e che vede la collaborazione di diversi blogger e professionisti italiani come ManuelaVitulli e Alessandro Piemontese. Il nome che è stato dato al blog è  “granostalgia” e si inserisce nel più ampio progetto di Granoro volto a promuovere il grano pugliese e la Filiera 100% Puglia. E che apre così: Di Puglia non si parla. Di Puglia si vive. E per vivere bisogna raccontare la nostalgia di chi qui c’è stato, anche solo una volta. Di chi qui è cresciuto ed è andato via, o di chi non se ne andrà mai.  Granoro presenta GraNostalgia di Puglia. Di Puglia si vive.”
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Link building: 3 consigli per un’ottimizzazione SEO offsite di successo

Non solo SEO on site per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca

Strumenti, buone pratiche e chiarimenti su alcune tecniche di link building per guadagnare posizioni nella SERP

Raggiungere l’Olimpo della prima pagina dei motori di ricerca è di certo l’obiettivo principale per chi è alle prese con l’ottimizzazione SEO di un sito. Per scegliere quale strategia adottare e come metterla in pratica è necessario fare ogni valutazione tenendo ben presente quell’insieme di “indicazioni” che sono alla base di quasi tutta la letteratura SEO: i fattori di ranking sui motori di ricerca.

La complessità di questo argomento, impossibile da esaurire in un solo articolo, induce spesso a privilegiare alcuni ambiti trascurandone altri. Uno fra tutti riguarda il rapporto tra attività on site e off site. L’ottimizzazione SEO on site e gli accorgimenti technical SEO spesso lasciano in ombra tutti quegli aspetti off site che sono altrettanto fondamentali per un migliore posizionamento del sito sui motori di ricerca.

Parlare di SEO off site vuol dire fare riferimento alla link building e alle buone pratiche per la costruzione di backlink, ovvero di link in entrata verso le pagine del proprio sito. Si tratta di un’attività molto importante che incide in modo significativo sulla domain autority del sito. Occorre precisare però che l’impatto della link building sul posizionamento non è sempre positivo. Se condotta in modo approssimativo e non organizzato, rischia di rivelarsi un intervento non solo negativo ma anche nocivo da un punto di vista SEO.

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Per essere efficace e vincente, una strategia di link building deve essere costruita su pilastri ben saldi e definiti. Qualunque sia il metodo o la tecnica che si decide di mettere in pratica, ci sono dei concetti senza i quali ogni intervento risulterà parziale e poco incisivo. In particolare sono tre le colonne portanti sulle quali costruire backlink di qualità che possano accrescere l’autorità del sito e sono:

  • naturalezza
  • credibilità
  • valutazione

Questi tre aspetti sono il punto di partenza per una strategia di link building vincente. Ma andiamo a capire il perché.

Link earning: cosa c’è di meglio di un backlink gratuito, sincero e naturale?

“Content is king” scrisse qualcuno alla fine del secolo scorso riferendosi all’importanza del contenuto nello sviluppo dei guadagni su internet. Ma come se la passa oggi il Re a distanza di più di vent’anni e nell’era di Penguin 4.0? Decisamente bene, anzi meglio. Se nel 1996 il contenuto era già il Re, oggi potremmo affermare che la “relazione” è la Regina. Una relazione che è conseguenza necessaria di un contenuto di qualità, efficace e coerente.

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Abbiamo già parlato dell’analisi dei Backlink ai tempi di Google Penguin 4.0 ma è sempre bene ripetere quanto sia importante il controllo sulla qualità dei link in relazione ai contenuti prodotti. Quella che sembrava una minaccia, oggi si rivela una vera e propria occasione per creare contenuti interessanti e unici che attirino link spontanei, accrescendo l’autorità del sito.

La “tecnica” del link earning è dunque la pratica per la costruzione di backlink più efficace, sicura e consigliata. Per un sito di e-commerce potrebbe trattarsi di descrizioni e schede prodotto complete e ricche di dettagli o di articoli di blog con informazioni approfondite e uniche su determinati prodotti che possano attirare l’interesse spontaneo di utenti disposti a menzionare il sito.

Quindi non c’è dubbio, la qualità e l’unicità del contenuto è il primo obiettivo da raggiungere per puntare alla generazione di link spontanei, primo fattore premiante per migliorare l’ottimizzazione offsite.

Comment marketing: essere attivi nella community per comunicare le proprie competenze acquisendo credibilità

Un altro metodo molto utile è sicuramente quello di partecipare alle discussioni nelle community attinenti al genere di prodotti del sito e-commerce o ad argomenti affini. Si tratta di un’attività lunga che richiede pazienza e costanza ma con risultati importanti se ben strutturata. Prendere parte a discussioni con gruppi di utenti interessati agli stessi argomenti è un’occasione da non perdere per sviluppare relazioni utili alla creazione di possibili link in entrata di valore.

Trattandosi di un’attività con un impatto non proprio immediato, è necessario intervenire nelle discussioni più vicine alle proprie competenze garantendo contributi di qualità che accrescano la tua autorevolezza e incuriosiscano gli utenti. Per fare ciò è importante rintracciare blog e portali in target attraverso la ricerca di keywords pertinenti o con tools specifici dei quali parleremo nel paragrafo successivo.

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Per i siti e-commerce questa tecnica è indicata soprattutto in determinati settori merceologici come il design, l’arredamento, l’agro-alimentare ma è adatta anche nella vendita di servizi in ambito tecnologico, legale e in tutte quelle nicchie nelle quali è necessario un confronto prima di giungere ad una decisione di acquisto. Essere parte attiva di discussioni di questo genere è molto importante per comunicare le proprie competenze, accrescere credibilità e trasferire autorevolezza al sito.

Link building sì ma dove? Gli strumenti consigliati per valutare al meglio i siti con i quali costruire backlink di qualità

Ultimo dei tre pilastri sui quali costruire una strategia di link building di qualità e di local link building (leggi anche Local link building: cos’è e 8 consigli praticiriguarda la valutazione dei siti su cui inserire backlink. Prima di effettuare delle attività di link building su un sito occorre:

  • valutare la domain autority, considerando i siti con un valore sicuramente maggiore del proprio sito;
  • il rapporto tra i link in uscita e quelli in entrata, confermando che sia equilibrato e senza sproporzioni anomale;
  • considerare siti di argomenti affini.

Per fare queste importanti valutazioni ci sono strumenti che facilitano la ricerca raggiungendo un livello di precisione molto alto e sicuro. Grazie all’ormai noto MozBar, il toolbar di Moz, è possibile visualizzare page autority, domain autority e spam score, valori imprescindibili per una corretta valutazione.

Schermata 2017-10-31 alle 07.56.55Inoltre, ci teniamo a segnalare il tool Link Building del Report Progetti davvero molto utile proposto da SemRush. Incrociando 10 keywords e 10 competitors è possibile visualizzare una lista di blog, forum, news, review e wiki organizzati attraverso pratici filtri e attinenti alla ricerca quindi agli argomenti nei quali si intende mettere in pratica un’attività di link building qualitativa. Lo strumento di SemRush va a migliorare notevolmente il processo di ricerca, spesso lungo e difficile da organizzare che può spaventare chiunque decida di iniziare un’attività di link building che porti risultati significativi.

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Una strategia di link building basata su naturalezza, credibilità e valutazione è di certo una buona pratica che incrementerà l’autorità del sito e migliorerà il posizionamento sui motori di ricerca. Di sicuro non si tratta di un’attività con risultati immediati ma a lunga distanza può rivelare sorprese positive e gratificanti.

Hai altri dubbi sulla strategia di link building da mettere in pratica? Scrivici le tue domande.

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Analisi dei Backlink ai tempi di Google Penguin 4.0

Google aggiorna l’algoritmo: cosa cambia e cosa monitorare

Penguin 4.0 è stato finalmente rilasciato da Google a fine settembre. Finalmente. Sì perchè era da tempo ormai che si parlava di un aggiornamento di Penguin che tardava ad arrivare. Nato nel 2012 per meglio colpire le tecniche di black-hat SEO legate alla manipolazione dei backlink, Penguin, ed ogni suo inevitabile aggiornamento, è sempre stato accolto con timore e incertezza dalla comunità SEO. In questo post fornirò alcune mie considerazioni sulle modifiche apportate da Penguin 4.0, sul perchè SEOs e Webmasters debbano esserne rincuorati ed infine introdurrò un fantastico tool di analisi backlink a noi molto a cuore e molto utile per evitare eventuali penalizzazioni e declassamenti.

Quali sono le innovazioni di Penguin 4.0?

Penguin 4.0 è stato rilasciato con due super innovazioni che decreteranno un momento storico dell’algoritmo di Big G:
  • Penguin è real-time: non stiamo più parlando di un filtro che penalizza i siti costruiti su castelli di spam e network a pagamento, ma di una modifica integrata nell’algoritmo principale che permette una valutazione continua dell’affidabilità dei link in ingresso. I dati saranno d’ora in poi aggiornati in tempo reale e i risultati verranno visualizzati molto più velocemente, come mai sino ad ora, praticamente in tempo reale.
Real-time significa dunque che man mano che Google striscia nella rete scovando link durante il suo crawling effettua già una valutazione aggregata degli stessi e restituisce indicazioni utili per il posizionamento delle pagine.
  • Penguin ha ora un effetto molto più granulare: con la versione 2.0 Google aveva già annunciato di aver aggiunto penalità a livello pagina e a livello keyword, rendendo il calcolo molto più granulare rispetto alla prima versione 1.0. Con l’ultimo aggiornamento questo aspetto è stato migliorato ulteriormente.
D’ora in poi Google individuando segnali di spam, piuttosto che colpire il ranking di un intero dominio potrebbe togliere valore a delle singole sezioni o a delle singole pagine.

Penguin 4.0 ci spinge ancora verso il real marketing

Sarà davvero interessante assistere a come queste due innovazioni interagiranno con gli altri 200 e oltre ranking factors o signals che Google cela all’interno del suo algoritmo. Ma una cosa è certa, questa è un’ulteriore spinta verso l’unicità e la spontaneità dei contenuti. C’era da aspettarselo da chi chiede da anni contenuti creativi, originali ed interessanti che possano generare popolarità e autorevolezza in maniera naturale. Era un passo prevedibile. Google non ha fatto altro che raccomandarcelo in ogni occasione, come fa una nonna ogni volta che esci di casa:

Fai attenzione a chi frequenti! Sii te stesso! Accendi il cervello quando parli!

Dunque nulla da temere? Direi di no, per chi ha la coscienza pulita, anzi. Questo per alcuni semplici motivi:
  • L’algoritmo devalorizza i link piuttosto che penalizzare i siti. Niente più terrore per penalità improvvise e difficili da scovare e recuperare. Sono ottimistico. Vedo un futuro in cui i link si faranno strada nel web più sinceramente e Google ci sarà più simpatico.
  • Risolvere eventuali penalizzazioni sarà più veloce. Niente più attese decennali per risollevare un sito penalizzato. Con Penguin integrato nel core dell’algoritmo di Google l’aggiornamento real-time dovrebbe accelerare le tempistiche.
  • Azioni manuali di negative SEO dovrebbero essere mitigate. La granularità degli interventi dovrebbe avere un effetto benefico contro eventuali azioni di SEO, ammesso esistano ancora.
  • Le buone pratiche saranno premiate. Le corrette tattiche di link building saranno favorite, e subito. Chi ha sempre adottato e continua ad adottare sane e genuine strategie di marketing vedrà i frutti del proprio lavoro in maniera più importante e repentina.

Backlink Audit di SemRush: il nuovo tool per monitorare il tuo backlink profile

schermata-2016-10-28-alle-09-56-47 Con Penguin 4.0 integrato nel core dell’algoritmo di Google, avere un potente tool di analisi dei backlink nella cassetta degli attrezzi SEO fa la differenza. Io l’ho trovato nel Backlink Audit di SemRush. Il Backlink Audit è uno strumento di analisi completa di backlink. Offre funzioni come il disconoscimento dei link, una valutazione super intelligente dei link tossici e l’integrazione con Google Search Console. SemRush ha studiato un algoritmo che studia i backlink in base a più di 30 fattori denominati segnali di tossicità ordinati in più categorie:
  • Spam nelle Community
  • Fonti irrilevanti
  • Network
  • Link manipolativi
  • Ambienti pericolosi
L’algoritmo assegna un punteggio ad una metrica denominata Toxic Score che misura la probabilità che ogni link sia pericoloso per l’autorità ed affidabilità della pagina e del dominio. Il risultato dell’audit è una lista completa dei backlink ordinata per livello di tossicità con svariate indicazioni di dettaglio per meglio valutare le azioni da intraprendere. Prima fra tutte la creazione della lista da inviare al Google Disavow Tool. Il tool è attualmente in beta. A San Pietroburgo continuano a divertirsi ad inserire nuove funzionalità per far impazzire (di gioia) noi analyzers. Come il pannello Lost & Found che mette in tabella link nuovi, rotti e persi. O il collegamento con Google Search Console che permette un crawling e relativa analisi più approfondita. Attendiamo la versione completa per poterne gioire apertamente.

Penalizzazioni e Spam Link: come verificare

SemRush è una manna dal cielo per monitorare costantemente i cambiamenti nei risultati di ricerca e verificare eventuali penalizzazioni. Tra le varie funzionalità di analisi performance trovo molto utili schermata-2016-10-28-alle-09-58-12

#Ricerca Organica

Osservando i grafici di Traffico e Keyword il tool ci permette di individuare velocemente eventuali picchi o crolli nella stima del traffico organico e relativo posizionamento, potenziale sintomo di una penalizzazione sul ranking. Il dettaglio a cui si può arrivare è notevole monitorando le keyword per le quali si è posizionati nelle prime 10 pagine. Personalmente estrapolo i dati mensilmente e li paragono su Excel coi dati dei mesi precedenti per individuare eventuali minacce e opportunità. Si potrebbe fare anche senza passare da Excel, ma non riesco ancora a sganciarmi del tutto. Lo strumento è inoltre utilissimo per analisi competitor e keyword research.

#Position Tracking

Il position tracking del Report Progetti permette di selezionare un numero di keyword da monitorare in dettaglio sul tuo dominio e sui tuoi competitor fornendoti dei dati aggregati senza eguali. Il cambiamento di posizioni per keyword e per pagina che il tool offre permette di essere aggiornati costantemente sulle perfomance di ranking tue e dei tuoi competitor consentendo di andare a fondo su eventuali crolli, sintomo di penalizzazioni. Personalmente uso molto il pannello Rankings Distribution, sebbene ancora in versione beta. Fornisce ottimi insights aggregando alcuni indicatori come l’indice di visibilità ed il traffico stimato utili per la costruzione di un KPI Report. Attendiamo con ansia la versione completa anche di questo tool. Nel frattempo, buona analisi a tutti e non esitare a scriverci le tue domande!
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Organizzare una strategia di Link building. Da dove iniziare?

Una delle fasi più importanti nell’attività Seo e di visibilità di un sito, è l’organizzazione di una strategia di link building adeguata.

Il modo ideale per iniziare una campagna di link building è svolgere un’accurata analisi di partenza sulla situazione iniziale del sito su cui si opererà, e sulla situazione del mercato e dei competitors.

Quando parlo di situazione iniziale, mi riferisco alla tipologia e qualità di link in entrata: che tipo di link sono? Quali Anchor text sono associati? In che posizione della pagina è posto il link? Il sito di provenienza è di qualità ed è pertinente con l’argomento trattato? Quale page rank ha? La pagina specifica dell’articolo è indicizzata?

Per rispondere a queste domande, vi consiglio di far riferimento ad alcuni tool, primo su tutti Open site Explorer uno strumento molto performante, capace di mettere a nudo la struttura Seo del vostro sito. Link detective, che vi permetterà di avere una panoramica dettagliata sulla strategia di link building e sulla tipologia e qualità di link in entrata. Advanced Web ranking, utilissimo per monitorare costantemente l’evoluzione della vostra strategia Seo e di visibilità online, l’evoluzione del posizionamento delle vostre keyword, e tenere d’occhio lo stato dei link in entrata. Infine, gli strumenti Google Webmaster tool e Google analytics imprescindibili per verificare lo stato di tutta la strategia di marketing online e creare la relativa reportistica.

Una volta terminata la fase di analisi “interna” è il momento di guardare all’esterno e cercare di capire come si comportano i vostri competitors e quali spunti prendere dal mercato di riferimento. Per fare ciò, bisogna comportarsi in maniera simile a quanto appena descritto per l’analisi interna del sito. I risultati possono essere sorprendenti. Potreste approfittare dei loro errori oppure prendere spunto da alcuni elementi di vostro interesse e che allo stato attuale non utilizzate.

Tali spunti possono essere diretti, quando ad esempio “scoprite” dei siti che possono essere potenzialmente importanti per ottenere link in entrata, ma possono anche essere indiretti, se ad esempio vi rendete conto che il vostro concorrente punta su alcune nicchie di mercato a voi sconosciute fino ad ora. Potrebbe inoltre accadere che, a seguito dello studio dei vostri concorrenti, non emerga nulla di interessante. Vuol dire che la vostra strategia Seo è ben studiata e che state andando nella giusta direzione! Il punto cruciale in questa fase è l’individuazione dei vostri reali competitors, che non necessariamente devono essere aziende che lavorano nel vostro stesso settore.

Il tempo stimato per questo lavoro è orientativamente di 20-25 giorni. Una volta ottenuto il panorama completo della situazione potete passare alla fase di pianificazione della strategia. Attenzione però a non basare tutto il vostro piano d’azione sull’analisi dei competitors. Non è detto che ciò che sia stato efficace per la loro strategia debba funzionare anche sul vostro sito.

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SEO & Link Building: I Consigli degli esperti

E’ morta la SEO? Nel senso: serve ancora fare qualcosa per ottimizzare un sito secondo i principi della SEO, o è meglio preoccuparsi di creare contenuti davvero validi invece che perdersi in mille tattiche?

Giorgio Tave è un importante riferimento per chi fa SEO e sopratutto per chi fa della SEO la sua professione. Il suo forum è consultato da decine di migliaia di operatori del settore. Ecco tutte le sue risposte e suggerimenti.

E’ morta la seo?

Non è vero che l’attività Seo è morta, semplicemente si sta evolvendo. Chi è un po’ fuori da questo settore pensa che sia morta. Questa è la sua caratteristica principale: purtroppo sta diventando sempre più complesso.

Link building: suggerimenti?

Ultimamente sono cambiati gli algoritmi di Google che si occupano della valutazione del link. Tutti i contenuti generati di scarsa qualità che portavano un link, tipo i comunicati stampa fatti male, gli article marketing fatti per ottenere solo un link stanno venendo penalizzati sempre di più.

Il consiglio è di puntare sulla creazione di contenuti, non attraverso tecniche per aumentare la link popularity. Ad esempio creare una strategia corretta per diffondere un ebook, che contenga dei link.

Video Seo, consigli?

Ci sono tutta una serie di tecniche legate ai video che migliorano la visibilità online del video all’interno delle ricerche di Google. Ad esempio, una di queste tecniche è fornire i sottotitoli del video in formato corretto a Google anche in Italiano, perché permette di fare apparire il video in tutte le ricerche con le parole che vengono inserite nei sottotitoli. Se faccio un video con un titolo di quattro, cinque parole, magari uscirà nei risultati di ricerca solo per quelle parole. Se invece fornisco il formato corretto dei sottotitoli a Google, posso espandere le parole con cui appare questo video nelle ricerche e quindi aumentare la visibilità del video.

Facebook e twitter bastano per una strategia di social media marketing?

Facebook e Twitter non bastano assolutamente. Twitter è il mio social preferito: è quello dove mi trovo meglio e dove condivido più informazioni. Facebook lo uso pochissimo. E’ scorretto dire: “Quel social vale”, oppure: “Questo social network non vale più”, ma bisogna vedere la strategia e gli obiettivi che ci sono dietro ed utilizzare i social in modo corretto.

Google+ serve?

Purtroppo di Google+ non se ne può fare a meno. Google lo sta integrando sempre di più, ci sta investendo tanto. Tra un po’, quando arriverà Google Plus Search in Italia, influenzerà le ricerche degli italiani, per quanto riguarda le ricerche sociali.

See on Scoop.it – Tecniche per la visibilità online
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Fonte: www.masternewmedia.org

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5 consigli per ottenere visibilità ai tempi di Google Penguin

L’evoluzione dei canali di comunicazione online ha portato radicali cambiamenti nel modo di approcciarsi al web da parte delle aziende. Il web marketing e il social media marketing oggi sono 2 strade tortuose e difficili da percorrere, ma al tempo stesso necessarie per ogni azienda che voglia aumentare la propria visibilità in rete.

Se per una grande azienda il problema è risolvibile investendo del budget in risorse umane, per il 98% delle piccole e medie imprese è sempre più difficile fare attività Seo e di social media marketing al proprio interno.

Questo problema sta venendo sempre più a galla nell’ultimo periodo, a causa dell’ormai famoso zoo di Google e gli aggiornamenti Penguin e Panda. Incappare in penalizzazioni, soprattutto per siti come gli ecommerce, il cui core business è il web e per i quali la visibilità è tutto, può significare perdere nel giro di poche ore, dal 50 al 70% del traffico sul proprio sito. Una catastrofe!

Prima di lanciarvi in pericolose avventure per ottenere visibilità chiedete consigli agli esperti.

Da parte nostra proviamo ad aiutarvi con alcuni piccoli accorgimenti da seguire per evitare di incorrere in pericolosissime penalizzazioni.

Il link building tradizionale non esiste più

Fino a qualche tempo fa una delle pratiche più (ab)usate per aumentare la popolarità di un sito era quella dell’acquisto massivo di link in entrata con le keyword principali nell’anchor text. Io personalmente non ho mai creduto ai vantaggi di lungo termine derivanti da attività Seo di questo genere perché sono sempre state al limite della regolarità. Oggi quel limite della regolarità si è trasformato in irregolarità e Google ha iniziato a penalizzare tantissimi siti che hanno fatto ricorso a queste tecniche, generando il panico nel mondo Seo.

Meglio l’article marketing

certo, acquistare un link è cosa facile perché non è necessario nessuno sforzo mentale o creativo per farlo, basta avere budget. Guadagnarsi un link è diverso, e ingegnarsi e offrire valore a volte può non bastare, soprattutto per siti di recente costruzione. Il consiglio allora è quello di ricorrere alla pratica dell’article marketing, attività seo molto più pulita rispetto alla precedente. Lo sforzo creativo che bisogna fare è quello di creare contenuti originali (anche con qualche keyword nell’anchor text) e proporli a siti affidabili di article marketing. Il risultato si vedrà più a lungo termine ma, durerà nel tempo.

Freshness e aggiornamento dei contenuti

una delle cose che Google apprezza e sta premiando è l’aggiornamento costante dei contenuti di un sito. Questo è un fattore determinante che può davvero fare la differenza. Qualunque sia il vostro settore cercate il modo di “specializzarvi” su alcuni argomenti, e pubblicate notizie che possano catturare l’attenzione della vostra nicchia di riferimento. Anche in questo caso i risultati probabilmente tarderanno ad arrivare ma creeranno una base solida su cui lavorare e investire in futuro.

La visibilità online non dipende dal numero di visite, ma dalla qualità

C’è solo una cosa che vi può aiutare, la web analytics! Per capire in che direzione va la vostra strategia di web marketing è fondamentale conoscere almeno le principali funzioni di Google analytics. Capire come arrivano gli utenti sul vostro sito, quanto si fermano e quante pagine visitano è la base per la costruzione di una solida strategia. Puntate a catturare l’attenzione di una nicchia e cercate di guadagnare la fedeltà dei vostri utenti.

Social media marketing, si o no?

Non è detto che facebook o twitter siano fondamentali per la vostra strategia e per i vostri obiettivi. Dimenticate la frase “ormai sui social media ci devi essere”! Una corretta attività di social media marketing o di facebook marketing richiede tempo e risorse e non sempre porta i frutti sperati né a livello di conversioni, né tanto meno a livello di miglioramento della propria immagine e web reputation. Prima di lanciarvi   completamente ed investire risorse (umane ed economiche) nel mondo dei Social media fate dei test, e prendetevi il vostro tempo, senza avere fretta. Un periodo di prova di 5-6 mesi vi aiuterà a capire se l’impegno di essere presente su Twitter e Facebook vi porta benefici. Altrimenti sondate altri canali, il web ne è pieno!

Il mio consiglio

Non abbiate fretta, ma procedete per step e non considerate una campagna di visibilità e web marketing un fallimento se i risultati tardano ad arrivare. Crearsi un nome e un’immagine sul web in maniera pulita, e raggiungere i propri obiettivi, richiede tempo. Ricordate inoltre che fare web marketing in casa oggi è (quasi) impossibile. Le variabili da calcolare sono infinite, lo studio e l’aggiornamento devono essere all’ordine del giorno. Affidatevi ad esperti di web marketing, è questo l’investimento più intelligente che potete fare.

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